di PIERGIORGIO MOLINARI
In Francia, dopo il successo elettorale della destra, piazze in rivolta con aggressioni, saccheggi e distruzioni – però in nome della lotta alla violenza fascista. Non so se l’avete notato, ma da vent’anni funziona così: mentre la sinistra che vince le elezioni è sempre “moderata”, “democratica”, o al massimo “liberal”, la destra è immancabilmente “estrema”, senza possibilità di gradazioni intermedie, e comunque “fascista” a prescindere.
Non solo: negli USA, finché la demenza senile di Joe Biden veniva nascosta e negata dai media, la sua età (81 anni) non era un problema: anzi, era la qualità del “nonno saggio”. Ma dopo che nel dibattito pubblico dell’altro ieri tale demenza è emersa plateralmente e Trump, 78 anni, rischia sempre più di vincere, all’improvviso “non se ne può più di questi vecchi” ed è inconcepibile che la democrazia americana “non riesca a esprimere niente di meglio”.
Più in generale, finché a vincere le elezioni (o a governare anche senza averle vinte, come fa di solito) è la sinistra, la democrazia gode ottima salute. Non appena a vincere le elezioni è una qualsiasi forza che non sia di sinistra, e magari tale forza pretende pure di governare in virtù del risultato elettorale, d’un tratto la democrazia è “in pericolo”. Poi quelli di sinistra si offendono se li disprezzi e li chiami comunisti.