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Meloni e pensioni: un governo “dde sinistra”!

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di MATTEO CORSINI

Ho osservato più volte che il sistema pensionistico pubblico (non solo in Italia) è strutturato come uno schema Ponzi, dato che i contributi versati sono utilizzati per pagare le pensioni correnti. Il che rende il sistema esposto sostanzialmente a due rischi: scarsa crescita economica e demografica.

L’Italia è da tempo in stagnazione economica e ha imboccato la via della decrescita demografica. Il che significa, per chi vuole guardare oltre all’immediato, che il sistema è destinato a implodere. Già oggi, peraltro, i soli contributi non bastano a sostenere gli otre 320 miliardi annui di spesa, destinati ad aumentare.

Molti incorrono anche nell’errore di ritenere che con il passaggio al sistema contributivo (la transizione è in corso da ormai 3 decenni e non è ancora completata) il problema sarà risolto. Tutt’altro. Ciò che conta è che rimane un sistema a ripartizione: Ossia, come accennato, un sistema in cui i contributi versati servono a pagare le pensioni correnti.

Oltre alla stagnazione economica e alla decrescita demografica, da anni il sistema paga anche le oscenità degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, quando chi governava comprava consenso (senza che vi fosse opposizione da parte dei comunisti, peraltro) consentendo a quarantenni di andare a riposo.

Il metodo contributivo, per lo meno, non consente le storture del retributivo, in base al quale buona parte degli assegni non hanno a copertura una accumulazione di contributi tali da sostenere la rendita riconosciuta al pensionato. Però pare che per questo governo sia comunque un peccato da punire avere maturato un assegno contributivo superiore a 5 volte il minimo. E quindi la pensione di anzianità potrà essere ottenuta da costoro, ma con un taglio dell’assegno fino al raggiungimento dell’età per ottenere la pensione di vecchiaia.

Chiaramente la misura serve per contenere le uscite di cassa, ma finisce per penalizzare soggetti la cui unica colpa è quella di avere versato molti contributi e quindi, per inciso, aver pagato molte pensioni durante la loro vita lavorativa. Non male per non essere un governo “dde sinistra”.

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