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Stiglitz, un utile idiota in difesa delle auto elettriche

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di MATTEO CORSINI

In un’intervista a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio, Joseph Stiglitz ha sostenuto, tra le altre cose, che l’Unione europea dovrebbe accelerare sulla transizione verde, e che non deve avere ripensamenti sulle auto elettriche. Al contrario, secondo Stiglitz in  Europa è stato perso tempo, cosa di cui ha tratto vantaggio la Cina, che è molto più avanti sullo sviluppo delle auto elettriche.

Come sempre, Stiglitz non perde occasione per dire cose che cozzano con la realtà, oltre che con il buon senso. Posto che in Europa (come peraltro nel resto del mondo) non si risolverebbe il problema delle emissioni climalteranti elettrificando completamente il parco auto, ci sono alcune circostanze che, evidentemente, non sono prese in considerazione da uno dei tanti premi Nobel che discettano su tutto.

In primo luogo, la Cina è avanti, ma ancora oggi produce elettricità mediante centrali a carbone senza troppo vergognarsene.

In secondo luogo, la Cina dispone, sia sul proprio territorio, sia in Africa e in America Latina (dove sta da anni conducendo una sorta di colonialismo moderno), delle materie prime necessarie alla produzione di batterie.

Last, but not least, nella produzione di auto con motore endotermico avrebbe avuto molte più difficoltà a competere con i marchi europei (e occidentali in genere), soprattutto uscendo dal segmento delle economiche.

La fissazione del tutto ideologica del 2035 come data a partire dalla quale non potranno più essere immatricolate auto con motore endotermico, nonché un regime progressivo di limiti alle emissioni talmente stringente da rendere impossibile rispettarlo, con conseguenti sanzioni a carico dei produttori, è un pesante lascito della scorsa legislatura europea. Le case automobilistiche, a parte qualche flebile lamentela iniziale, hanno fatto male i calcoli, supponendo che gli investimenti multimiliardari necessari alla transizione verso l’elettrico potessero essere ripagati da una coversione della domanda, anche a suon di incentivi.

Ma gli incentivi non possono reggere un mercato di massa, per definizione. Adesso stanno dolorosamente rimandando i propositi di arrivare al 2035 senza più avere in catalogo vetture con motore endotermico, come avevano in diversi incautamente dichiarato anni fa. Ma è tardi per fare una inversione a U, quindi non disdegnano che, via legislazione, la convenienza delle elettriche sia raggiunta rendendo via via proibitivo acquistare e mantenere auto con motore endotermico.

Anche in questo caso, però, i conti non credo torneranno, perché così facendo il risultato sarà di rendere inaccessibili le auto con motore endotermico al mercato di massa. E con i volumi sui segmenti di lusso non si mantengono le attuali strutture.

Volkswagen ha già messo le mani avanti, dicendo ai lavoratori (in realtà al governo tedesco), che di questo passo saranno costretti a chiudere un paio di fabbriche per sopravvivere. Suppongo che per scongiurare il caso arriverebbero cospicui aiuti di Stato. Che, in ultima analisi, si pagano con la Volksgeld, i soldi pubblici insomma!

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