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Mattarella e “debito pubblico”: se tacesse sarebbe molto meglio!

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di MATTEO CORSINI

Intervenendo al Forum The European House Ambrosetti a Cernobbio, il presidente della Repubblica ha sostenuto che abbattere il debito pubblico è una “necessità ineludibile”. Fin qui siamo a un’affermazione che concorrerebbe per il podio di un eventuale premio “La Palice”. Dopodiché Mattarella ha detto che l’Italia è un debitore onorabile, e che “Germania e Francia hanno un debito doppio ma l’Italia paga interessi come i due Paesi”.

Il fatto è che il debito è sempre grande in funzione del reddito che il debitore produce per onorarlo. Quello della Germania è il doppio di quello italiano; quello della Francia è circa il 38% in più. Peraltro sono io stesso convinto, da anni, che la finanza pubblica francese, in progressivo deterioramento ben prima della pandemia, non giustifichi uno spread di rendimento che a oggi, dopo l’incremento degli ultimi mesi, è ancora la metà di quello italiano. Ma tant’è.

Mattarella sposa, poi, la posizione per cui il mercato (questo cattivone) non considera la ricchezza privata: “Molta strada rimane da fare a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito-ricchezza finanziaria delle famiglie e che il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un paese è quantomeno opinabile”.

Questo, secondo il presidente, sarebbe segno di mancanza di razionalità nel mercato. Posto che definire irrazionale ciò che non si condivide mi sembra puerile, siamo sempre al solito punto: considerare la ricchezza privata come garanzia del debito pubblico significa, implicitamente, sostenere che quella ricchezza sia vincolata a garanzia dello stesso. Significa, in altri termini, che lo Stato avrebbe mano libera nell’appropriarsene senza limiti in caso di necessità.

Quanto all’abbattimento del debito come “necessità ineludibile”, il presidente potrebbe richiamare l’attenzione su una vera e propria fake news che circola (a sinistra sotrattutto) da tempo e che non ha mai trovato riscontro nei numeri: i tagli alla spesa pubblica. La quale, nel 2024 ammonta a oltre 1200 miliardi (oltre 1100 anche al netto degli interessi sul debito), in aumento di quasi 344 miliardi da prima del Covid, con alcune voci esplose e altre solo marginalmente ridotte in termini reali, ma non nominali.

Rispetto al 2008 la spesa è aumentata quasi del 25% in termini reali, pur a fronte di una popolazione in leggero calo (e non è solo un aumento dovuto all’invecchiamento). Se si vuole ridurre il debito, ridurre la spesa è una “necessità ineludibile”. Ma non succederà né l’una, né l’altra cosa.

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3 COMMENTS

  1. Per dire che il debito pubblico è “necessità ineludibile” vuol dire che qualche economista rintronato di sinistra gli ha fatto una lezione di economia, una di quelle per cui è ballo e funziona il bonus 110%, il reddito di cittadinanza e keynesiate varie. Consiglio a tutti un bella lettura “2 milioni di miliardi, la storia del debito pubblico” un libretto scritto agli inizi degli anni novanta.

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