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L’ultima cazzata femminista? L’invito a truccarsi diventa violenza!

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di MATTEO CORSINI

Colgo l’occasione della giornata contro la violenza sulle donne per soffermarmi su certi cartelloni volti a sensibilizzare le vittime di violenza a denunciare i resPonsabili delle stesse. “Perché ti stai truccando? A me piaci così”. A cui segue:Se te lo dice è violenza”.

Da libertario sostenitore del principio di non aggressione sono ovviamente contrario a ogni forma di violenza non usata per legittima difesa, sia essa contro uomini, donne o bambini. Ma che sia una manifestazione di violenza dire a una donna (che sia fidanzata, moglie o anche semplicemente amica) che la si preferisce non truccata, mi pare un’esagerazione. Chiaramente dipende dal tono e, soprattutto, dal fatto se quella espressione sia il preludio o il compendio di atti di vera violenza.

Potrebbe in realtà essere detto anche con il sorriso sulle labbra; potrebbe perfino essere un complimento. Quindi credo che cartelloni del genere rischino poi di generare un effetto di rigetto da parte di coloro che non sono violenti, sono contrari alla violenza, specie se sulle donne, ma che non sopportano la retorica del patriarcato e altro wokismo annesso e connesso.

E che dire della lettura (distorta) dei dati diffusi dalla Polizia di Stato in merito ai reati contro le donne? I numeri non dovrebbero essere difficili da valutare, ma sono letti con lenti distorte da tutte le parti. Da un lato, quelli che minimizzano l’incidenza dei reati compiuti da stranieri, ossia per lo più sinistrorsi che vivono in quartieri assai poco popolati da immigrati più o meno irregolari. Dall’altro quelli che ribaltano la lettura.

Eppure non dovrebbe essere difficile. Per esempio, se il 18% degli atti persecutori è compiuto da stranieri, significa che l’82% è compiuto da italiani. Il fatto, però, è che gli stranieri rappresentano il 9% della popolazione, quindi all’interno del sottoinsieme degli stranieri, l’incidenza è superiore rispetto a quella del sottoinsieme degli italiani.

Questa, a mio parere, è l’unica lettura sensata. E magari sarebbe anche utile ricordare che, categorie a parte, solo l’individuo agisce, anche quando si tratta di atti violenti.

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