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Negano la “realtà biologica” con lo spauracchio della violenza

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di MATTEO CORSINI

Se già schiumavano all’indomani della (cocente) sconfitta elettorale, gli opinionisti al soldo di Bloomberg stanno letteralmente impazzendo con in primi ordini esecutivi della seconda presidenza di  Trump. Il quale, tra le tante cose, ha affermato che negli Stati Uniti si farà riferimento d’ora in poi alla “realtà biologica del sesso” per definire il genere di appartenenza di una persona.

Si tratta di uno schiaffo a uno dei cavalli di battaglia del wokismo militante, nonché uno di quegli argomenti che, pur riguardando una piccolissima percentuale della popolazione, è stato trattato dai sinistrorsi americani come se fosse una questione di vitale importanza. Stupendosi, poi, che l’americano medio abbia invece dimostrato di essere più preoccupato per la perdita di potere d’acquisto subita negli ultimi anni. E confondendo questa sorta di indifferenza come ostilità.

Per quanto mi riguarda, e credo di non essere l’unico, ognuno dovrebbe disporre del proprio corpo come preferisce e sentirsi come meglio crede, ma faccio veramente fatica a ritenere opprimente la convenzione in essere da migliaia di anni di considerare due i generi: maschio e femmina.

Secondo Kathryn Anne Edwards, invece, questo provvedimento non riguarderà solo “l’1.6% della popolazione che si identifica come transgender o non binaria. Questa modesta frazione indubbiamente soffrirà a causa di questo ordine. Ma il pieno effetto sarà potenzialmente devastante per il circa 49% della popolazione che si identifica come donna eterosessuale”. Dopodiché Edwards cita una serie di studi di economisti che trovano correlazioni tra le peggiori sofferenze subite dal genere femminile e provvedimenti che spostano il potere dalle donne agli uomini.

Detto che si possono nutrire seri dubbi anche metodologici su questo tipo di studi, la tesi di Edwards sarebbe che stabilire che, come avveniva fino a non tanto tempo fa, i generi siano solo maschio e femmina in base al sesso alla nascita, condurrebbe a un aumento della violenza sulle donne eterosessuali.

Capisco che la delusione e la frustrazione possano fare perdere lucidità, ma mi pare davvero un’esagerazione. Non mi è chiaro per quale motivo la semplice definizione del genere di appartenenza in base al sesso dovrebbe incentivare gli uomini a essere più violenti nei confronti delle donne. Né mi è chiaro, per altro verso, per quale motivo la violenza sulle donne risulterebbe contrastabile con strumenti come il consentire a chiunque di definire a piacere se e a quale genere appartenere. Davvero dovremmo credere che un uomo violento si tratterrebbe se la sua potenziale vittima potesse scegliere di definirsi uomo pur non essendolo biologicamente? Non sarà forse il caso di pensare ad altri metodi per contrastare la violenza?

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1 COMMENT

  1. “Stupendosi, poi, che l’americano medio abbia invece dimostrato di essere più preoccupato per la perdita di potere d’acquisto subita negli ultimi anni”
    Appunto, quindi non ha senso nemmeno che Trump si metta lì ad occuparsi dell’ “1.6% della popolazione” è comunque attenzione inutile e sprecata.
    Oppure è importante (quindi il punto iniziale decade)?

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