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Delio rossi lo prova: il calcio e’ sano, l’italia e’ una merda

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di CARLO MELINA

“L’Italia è un paese di merda”. Se l’ha detto Berlusconi, che si intende di soldi, donne e calcio, cioè di quello che importa di più, posso dirlo anche io. Solo un paese di merda licenzia chi difende la morale (Delio Rossi), e assume chi la offende (Giuliano Amato, 1047 euro al giorno di pensione).

Se di quest’ultimo si è detto tutto, di Rossi manca ancora un’apologia, che l’allenatore si è meritata sul campo. “Sei più handicappato di tuo figlio” oppure “mi sono chiavato tua figlia – che ha partecipato a miss Italia” ovvero “vecchio di merda”… poco ci cambia conoscere le parole che il giovane serbo Adem Ljajić avrebbe sprecato dopo la sua sostituzione. Quel che conta, nel merito, è il suo gesto: che non è solo un’offesa alla persona. Peggio: è un attentato all’ordine naturale delle cose. Ordine che Delio Rossi, uomo vero, maschio selvatico, come direbbe Claudio Risè, ha immediatamente ristabilito, censurando un giovane impertinente che aveva messo a repentaglio una gerarchia di ruoli di fronte al orbe intero.

Più dell’attentato di Ljajić, tuttavia, a indisporre è la reazione dei commentatori e, peggio, del presidente di un club che, con meno di 100 anni di storia, pretende di dare lezioni al popolo quanto a morale: ambito a proposito del quale conviene confidare sull’insegnamento di chi vanta tradizioni più lunghe e gloriose. Tipo la Chiesa cattolica.

Secondo il Magistero romano, la moralità degli atti umani dipende dall’intenzione dell’agente e dalle circostanze dell’azione. Viste e riviste le immagini dell’altra sera, appare chiaro che: 1) l’intenzione di Delio Rossi è buona, perché il suo fine è quello di censurare un comportamento sbagliato in sé (l’offesa all’uomo), per sé (in quanto mette in dubbio il ruolo, che vuol dire anche il mestiere di Rossi) e con sé (perché sovverte la legge del calcio, che non è un hobby, ma una rappresentazione anestetizzata del conflitto, che smette di essere tale quando qualcuno ne trasgredisce le regole).  2) le circostanze non aggravano l’atto di Rossi, anzi, lo rendono più buono: Ljajić ha attentato all’ordine naturale delle cose in un luogo pubblico. Averlo censurato pubblicamente, aiuterà l’educazione del giovane serbo, e sarà da monito per gli spettatori. Esattamente come le pubbliche esecuzioni lo erano nel medioevo.

Rovesciando la parafrasi di Gramellini, che parafrasava Gaber a proposito di Schettino, ciò che preoccupa non è il Della Valle in sé, ma il Della Valle in me, o peggio negli altri. Altri che, numerosissimi, si sono scagliati contro l’allenatore romagnolo. Qualche idiota ha addirittura scritto su twitter (che degli idioti è l’alcova), di essere seriamente preoccupato per i figli di chi difende il mister. Figli che sarebbero in pericolo, immagino, in quanto sottoposti  al rischio di un’educazione antidemocratica e violenta, che li porterebbe certamente ad occupare i piani alti della scala F di Adorno. A costui, come a Mario Sconcerti, che pure se la prende con Rossi, auguro di avere dei figli impertinenti come Ljajić e di vivere in un mondo in cui il conflitto non sia anestetizzato.

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14 COMMENTS

  1. Un punto di vista interessante può essere quello dei giocatori della Fiorentina, visto che chi era in panchina ha sentito tutto e poi ha riferito ai compagni: Alessio Cerci ha dichiarato che Ljajic ha sbagliato a applaudire Rossi ma a parte quell’espressione ironica non l’ha insultato né ha aggiunto quelle frasi offensive o provocatorie sui familiari…come la storia del presunto (e inesistente) “figlio disabile” di Rossi.

  2. Premesso che non sono un tifoso della Fiorentina, a mio parere la Fiorentina ha sbagliato di brutto per tanti motivi.
    Da quando i padri vengono incriminati perchè in taluni casi arrivano ai figli dei tozzoni, il mondo è diventato peggiore. Nel percorso educativo di un giovane ci deve poter stare, in taluni casi, anche un intervento rude perchè è sempre per il bene del figlio. Pensate che un padre ci goda a picchiare i figli? Mai, ma quando ci vuole, ci vuole, non è mai morto nessuno.
    Col suo comportamento che cosa fa passare la Fiorentina? Che un ragazzetto di vent’anni, dopo una prestazione non certo esaltante, si può permettere di insultare e mancare di rispetto al suo allenatore che per il bene della squadra lo sostituisce.
    Fa ridere la messa fuori squadra del ragazzo, soprattutto a due giornate dal termine.
    Ad Agosto vedrete che Lijaic sarà al suo posto mentre Rossi no. La prima severissima punizione avrebbe dovuto essere per il giocatore poi a bocce ferme e mente fredda si sarebbe dovuto valutare l’operato di Rossi.
    Ma come si può permettere un ragazzetto viziato di vent’anni di dire a Rossi: “sei più handicappato di tuo figlio” (e rossi ha un figlio handicappato)?
    Non se ne può più di questo moralismo e perbenismo dilagante che non riesce più a distinguere e mette sullo stesso piano uno scatto d’ira e la strafottenza di una ragazzetto viziato e ultrapagto.
    E’ scandaloso che sia arrivato subito il licenziamento di Rossi e solo dopo il provvedimento per il giocatore.
    Se i dirigenti viola avessere i c………ni dovrebbero far star fermo un anno il ragazzo anche se il suovalore sul mercato crollerebbe (ah,…..ma guarda un pò…….!). Questo sarebbe un segnale educativo forte.
    Franco Casalboni

  3. delio rossi é un uomo normale, quelli che si indigninano froci mentali drogati dalla sottocultura non delle donne intelligenti ma dalle domnnette di servizio. la violenza, peraltro non eccessiva, fa parte della vita come l’odio, il dolre, la sofferenza, le sconfitte, la morte. tutta roba che questi psico-socio-antropo cretini vorebbero fare finta non esistesse, il bamboccio ventenne strapagato, viziato e nemmeno bravo andrebbe venduto ad una squadra della serie b albanese a 50 euro al mese, previa multa da 5 milioni di euro come penale.

    • Quindi Della Valle avrebbe dovuto usare violenza (calci in culo) su Delio Rossi per insegnargli che non bisogna usare violenza (pugni) su di un “sottoposto” che ti offende.
      Non capisco… o forse capisco perché l’Italia è un paese di merda!

  4. Un gesto violento non ha MAI una giustificazione valida. MAI.

    Delio Rossi ha il diritto e il dovere di far rispettare il proprio ruolo e la propria immagine, ma non in questo modo.

    Mancini con Tevez e Balotelli, Capello con Panucci, Allegri con Seedorf hanno dovuto gestire sistuazioni simili e nessuno di loro hanno fatto quello che ha fatto Rossi.

    Gli insolenti e gli arroganti come Ljajic vanno educati e se serve allontanati, ma non è con la violenza che si risolve il problema. Cerchiamo di non far passare questo concetto.

    Just my 2 cents

    • Ecco il buonista di turno.
      Con gente e cultura come la sua andrà sempre peggio.
      La legittima difesa può essere esercitata in modo violento, SEMPRE.

  5. Sottoscrivo parola per parola!

    Il calcio è una merda (ed è specchio di una società di merda) perchè se non lo fosse, quello stronzetto di vent’anni avrebbe dovuto chiudere la carriera nell’impossibilità di trovare un presidente che gli desse un ingaggio.

    Invece il presidente dà un buffetto al ragazzetto e caccia un signore per bene che potrebbe essere suo padre, e che gli ha fatto vedere come si dovrebbe stare al mondo.

    Già, ma quale mondo? Quello di merda nel quale viviamo, appunto.

  6. è noto che l’allenatore paga sempre per tutti: è uno dei dogmi della teologia tricoloruta. Il caso storicamente più famoso risale alla notte del 25 luglio 1943 a palazzo Venezia…

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