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Un anno di motociclismo, tra conferme, ritiri e fallimenti

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di REDAZIONE

L’anno che sta per andare in archivio e’ stato molto interessante per gli appassionati di motociclismo. Ricchissimo di colpi di scena, con ritorni e ritiri eccellenti. Il 2012 ha visto la consacrazione di Jorge Lorenzo che a 25 anni e’ tornato sulla vetta della MotoGP, bissando il titolo vinto nel 2010. Un 2012 di sport in 12 scatti – FOTO

Il mallorchino e’ stato il dominatore della classe regina fin dalla prima corsa in Qatar l’8 aprile e conclusa con una gara d’anticipo il 28 ottobre con il secondo posto a Phillip Island. Per il portacolori della Yamaha, un ruolino di marcia impressionante, con sei vittorie, 10 secondi posto e due soli stop: quello di Assen, quando incolpevole, e’ stato buttato fuori da Alvaro Bautista, arrivato lungo alla prima curva e, quello nella gara finale sotto la pioggia di Valencia, quando con il titolo gia’ al sicuro e’ uscito a 17 giri dal termine mentre era saldamente al comando.

Per Jorge 350 punti finali contro i 332 del suo piu’ acceso rivale, Dani Pedrosa, per una lotta tutta iberica. In sella alla Repsol Honda Hrc, il pilota catalano, infatti, ha vinto sette gare, e’ giunto 4 volte secondo, 4 volte terzo ed una volta quarto. Anche lui con due stop (San Marino e Australia) ha pagato un avvio di stagione difficoltoso, ma soprattutto la costanza di risultati del mallorchino. Una battaglia quella dei due connazionali che, fino a Indianapolis aveva visto un terzo protagonista: Casey Stoner. Con il numero 1 di campione del mondo sulla sua HRC, il 27enne australiano, ha scioccato tutto il Circus delle due ruote dopo solo tre Grand Prix, annunciando alla vigilia dell’appuntamento di Le Mans il suo addio alle corse. Parlando di un “ambiente in cui le regole cambiano a seconda della convenzienza di alcuni” e di piloti “marionette che vanno dove gli si dice di andare e dicono cio’ che gli si dice di dire”, insomma un addio pieno di astio per un pilota che ha vinto due titoli iridati, il primo in sella a quella Ducati che solo lui ha saputo dominare e che ha costretto ad alzare bandiera bianca anche Valentino Rossi.

La caduta nelle prove di Indianapolis, con la frattura della caviglia destra e la lesione di tendini e legamenti, poi, l’ha messo fuori gioco per tre gare e dalla lotta per il titolo. Per uno Stoner che lascia con un “vaffa”, c’e’ un Valentino Rossi che chiude con un sorriso amaro la sua avventura in sella alla Ducati, consapevole di aver fallito l’obiettivo di vedere un binomio tutto italiano vincente in MotoGP. Il “Dottore” non e’ mai stato competitivo ed alla fine non ha potuto far altro che tornare suoi suoi passi, rimettendosi in gioco dal 2013 con la Yamaha, tornando al fianco del rivale-nemico Jorge Lorenzo. Con gli unici risultati di rilievo dei secondi posti di Le Mans e Misano.

Il pesarese ha gettato la spugna anche se il marchio di Borgo Panigale e’ passato in mano alla Audi. A rischiare, invece, in sella alla rossa nel 2013 sara’ Andrea Dovizioso. Il forlivese e’ stato protagonista di un’ottima stagione con il suo quarto posto finale con 218 punti, salendo per sei volte sul terzo gradino del podio, guidando una Yamaha “sat” come quella del team Tech 3 di Herve’ Poncharal. Ora per il Dovi c’e’ la scommessa Ducati, nella speranza di poter, finalmente, lottare per la corona iridata. Una corona iridata che, invece, hanno conquistato nelle altre due classi Marc Marquez e Sandro Cortese. Il talentuoso giovane pilota spagnolo, con l’iride nella Moto2 ha staccato anche il biglietto per un posto da “top driver” nel 2013 con la seconda HRC ufficiale in MotoGP in un team tutto iberico con Pedrosa. Terzo nella Moto2, Andrea Iannone passa alla Ducati con la moto del team Pramac dove approda anche Ben Spies, lo statunitense che aveva sparato a zero contro il team Yamaha ufficiale.

Il 2012, pero’, e’ stato anche l’anno del secondo titolo nella Superbike per Max Biaggi. Il 41enne pilota romano ha infilato il suo sesto titolo iridato in carriera. Dopo i quattro titoli consecutivi dal 1994 nella classe 250 cc. (tre con l’Aprilia ed uno con la Honda), conquista il suo secondo iride in sella alla RSV4 di Noale, al termine di una stagione eccezionale, vincendo cinque gare: la prima nell’apertura di Phillip Island, la doppietta di Misano Adriatico e Gara 1 ad Aragon ed al Nuerburgring. Un trionfo che dimostra la sua inossidabuilita’ ma che lo convince anche a stagione conclusa ad annunciare il suo ritiro dall’attivita’ agonistica per dedicarsi finalmente alla famiglia. L’ex corsaro nero guida la classifica per quasi tutto il campionato, costretto a inseguire dal secondo posto solo dopo la tappa di Mosca.

Ma gia’ dal round successivo torna in testa vincendo al Nurburgring in una giornata storica per Aprilia che piazza tre RSV4 sul podio di Gara 1. All’ultimo round a Magny-Cours Biaggi si presenta in testa alla classifica Piloti con 30,5 punti di margine su Tom Sykes (Kawasaki), 38,5 punti su Marco Melandri (BMW). La conquista del mondiale arriva all’ultima curva dell’ultima gara: Max e’ quinto, piazzamento che gli consente di mantenere un vantaggio minimo su Sykes: e’ infatti Campione del Mondo per solo mezzo punto rispetto al britannico della Kawasaki. L’anno che vive ormai le ultime ore, infine, ci ha regalato anche un altro titolo mondiale, quello di Tony Cairoli nella MX1.

Il campione di Patti, infatti, ha messo in bacheca il suo sesto iride nel cross, il quarto consecutivo, con tre manche d’anticipo, vincendo a Faenza nel Gran Premio d’Europa. Per Cairoli 21 vittorie su 32 manche disputate e 692 punti contro i 594 del secondo, il belga Desalle.

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