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Lo statalismo, una specie di trappola per salmoni

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di ROBERT HIGGS*

La trappola per salmoni (nota anche come rete da posta fissa) è un marchingegno utilizzato per catturare i salmoni, mentre sono intenti a ritornare nei luoghi d’origine, nei letti di ghiaia dei corsi d’acqua interni, caratterizzati da acque poco profonde. Queste trappole erano regolarmente utilizzate nello Stato di Washington e nell’Oregon, fino a che non vennero considerate fuori legge – rispettivamente nel 1934 e nel 1926 –  e in Alaska sino al 1959, anno in cui, anche qui, subirono la messa al bando. Si caratterizzavano per essere dei sistemi altamente efficienti nella pesca del salmone, che vennero proscritti, in ultima analisi, solo perché altri pescatori, impegnati nella stessa attività con metodologie ed attrezzi alternativi e concorrenti, unitamente ai gruppi di pescatori sportivi, hanno esercitato un maggior peso politico.

Le trappole potevano essere costruite in vari modi, ma una tipologia piuttosto diffusa era costituita da una particolare disposizione, congegnata con cura, di reti o di reti metalliche fissate a dei pali conficcati nel terreno, di solito poste a poca distanza dalla riva, lungo le vie di migrazione osservate dai salmoni nel loro viaggio di ritorno. Il “passaggio obbligato” si sostanziava in una fitta barriera di reti, lunga spesso diverse centinaia di metri, estesa su uno specchio d’acqua caratterizzato da acque dalla profondità via via crescente, e posta in una direzione approssimativamente perpendicolare alla linea di costa. Dopo essersi imbattuti nel condotto, i salmoni nuotavano lungo di esso verso la riva, nel “cuore” più esterno della struttura, un reticolo di reti disposto a forma di V semichiusa; procedevano verso quell’unica direzione imposta, infilandosi nel “cuore” interno della trappola, un altro reticolato a forma di V, dal quale era pressoché impossibile evadere: visto che l’unica via di fuga era costituita dallo stretto budello attraverso il quale  i pesci erano entrati. (Alcune trappole non erano però dotate di questo “cuore” interno). Dal “cuore” interno, i salmoni, determinati a proseguire nel loro tragitto, per via della loro istintiva riluttanza ad invertire la rotta, (motivo per cui le trappole erano così efficaci), procedevano attraverso un ulteriore, stretto tunnel  sin nella “pancia”, una zona di raccolta poco profonda dalla quale nessun pesce avrebbe potuto sfuggire. Alcune trappole disponevano anche di una “rete a imbuto” accanto alla “pancia”, collegata da un tunnel supplementare, per facilitare lo svuotamento del pesce catturato in una chiatta. Alcune trappole, denominate “double- enders”, avevano i “cuori” e le “pance” in entrambe le estremità della struttura.

Ho spesso riflettuto circa l’analogia inquietante sussistente tra i salmoni catturati in una trappola e una popolazione umana imprigionata in quel regime istituzionale che siamo soliti chiamare “Stato onnipotente”. Proprio come lo stretto condotto della trappola per salmoni intercetta i pesci nel corso del loro normale ciclo di vita e li induce in cattività, così svariati meccanismi politici, ed il paternalismo ad essi associato, intercettano i cittadini nel corso della loro esistenza quotidiana, sospingendoli verso la dipendenza dallo Stato. I salmoni, istintivamente, si sforzano per ritornare verso i loro luoghi di origine. Gli esseri umani si ingegnano per ottenere ricchezza e sicurezza e, se lusingati di poter ottenere qualcosa in cambio, apparentemente, di nulla, sono sollecitati a discostarsi da una condotta di vita normale, in grado di auto-sostenersi, per supportare integralmente la propaganda politica, tesa alla rapina dei propri simili per mezzo dello Stato. Solo quando è troppo tardi, se mai, le persone realizzano che i parassiti-taglieggiatori, i quali li hanno artatamente indotti a sostenere l’espansione delle dimensioni del settore pubblico, del suo ambito di ingerenza, e del suo potere, unitamente alle loro clientele assistite del settore privato, [politicamente ed elettoralmente rilevanti, ndt],  sono gli unici beneficiari, in grado di guadagnare veramente da questo stato di cose. Le masse di cittadini truffati si trovano asserragliati in una trappola, dipendenti in tutto e per tutto dallo Stato, dal sostentamento, al “diritto” alla casa, dall’assistenza sanitaria, all’istruzione pubblica dei loro figli, passando per la previdenza sociale nella loro vecchiaia.

Proprio come lo stretto pertugio attraverso il quale i salmoni entrano nel “cuore” delle trappole, così le vie d’uscita per persone del tutto impotenti ed in balia dello statalismo sono anguste e difficili da individuare. Per di più, tali persone dovrebbero trovare la forza di uscire da queste perverse dinamiche, alla stessa stregua di come sono state cooptate, sfidando quella che è diventata la loro naturale propensione a vivere a spese e a cura degli altri. Così come l’istinto dei salmoni li spinge a non tornare indietro, similmente, la mente umana, soprattutto quando è stata stregata dalla propaganda del governo e dall’ideologia statalista, ammonisce la persone a “non tornare indietro”. Dopo aver perso la capacità di assumersi le proprie responsabilità individuali, le persone hanno paura di condurre la propria esistenza in piena autonomia, come del resto hanno sempre fatto i loro avi.

In definitiva, le persone si trovano in una condizione paragonabile a quella della “pancia” nella trappola dei salmoni, una zona inespugnabile in cui crogiolarsi alla mercé dei capricci dei loro aguzzini. Tutte le vie di fuga immaginabili sono state rimosse preventivamente, in maniera tale che le persone possano solo “girare in tondo”, sognando forse la loro salvezza, ma incapaci di superare le barriere che Stato e i loro stessi schemi mentali frappongono fra loro ed una vera condizione di libertà.

La gente farebbe bene ad acquisire un più intenso grado di valutazione critica circa la dipendenza dal percorso istituzionale, ed in particolare delle irreversibilità inerenti agli accomodamenti politici ed istituzionali. Molto spesso, è molto più semplice entrare in qualcosa, piuttosto di quanto lo sia uscirne. Per mantenere la propria libertà, la propria autonomia e il rispetto di sé, le persone potrebbero ben tenere a mente il destino dei poveri salmoni, e scansare la via obbligata che il ceto parassitario e predone al comando inscena, per deviarli dal corso dello loro normale ed onesta condotta di vita. Dopo essere penetrata nel “cuore” dello Stato, la gente ha ben poche possibilità di fuga, anche se non dovrebbe mai desistere dal cercarle.

Articolo di Robert Higgs su The Independent Institute.

Traduzione di Cristian Merlo per http://vonmises.it

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