Ieri, il ministro Padoan ha dichiarato che i dati macroeconomici vanno peggio di quanto previsto. Qualche giorno prima, invece, ha detto: “No comment vuol dire che non ci sarà alcuna manovra”.
Circa tre mesi fa, Pier Carlo Padoan dichiarava che “il tasso di crescita sta salendo grazie alle nostre politiche” (vedi Scorie del 17 aprile 2014). Non era ancora noto il dato sull’andamento del Pil nel primo trimestre, che poi è risultato essere negativo (-0.1 per cento rispetto al trimestre precedente). Ovviamente il governo Renzi è entrato in carica a febbraio, per cui l’incongruenza sull’ottimismo ministeriale andrebbe segnalata al predecessore di Padoan, quel Fabrizio Saccomanni che, unico nel sistema solare (e forse nell’intero universo), prevedeva per il 2014 una crescita del Pil italiano dell’1.1 per cento.
Ciò nonostante, parlare di tasso di crescita che stava salendo grazie a un governo in carica da meno di due mesi sembrava già la classica dichiarazione priva di (buon) senso che pare nessun ministro in carica possa astenersi dal rilasciare. Tra poche settimane sarà reso noto il dato sull’andamento del Pil nel secondo trimestre, ma già da quanto si sa oggi ci sarà poco di cui rallegrarsi. Di sicuro, anche il meno ottimista 0.8 per cento previsto proprio da Padoan per il 2014 risulterà irraggiungibile. Il che, come è inevitabile, pone problemi in merito al rapporto tra deficit e Pil: se quest’ultimo crescerà meno del previsto (e pare che andrà proprio così), il denominatore del rapporto sarà più basso, e il rapporto stesso più alto, a parità di numeratore. Il governo, in base alla sua previsione sul Pil, puntava a un 2.6 per cento di rapporto tra deficit e Pil per il 2014, ma è chiaro che se il Pil andrà peggio del previsto quel rapporto sarà superiore.
Per evitare di sforare il limite del 3 per cento, potrebbe rendersi necessaria una manovra di correzione, come peraltro è ormai consuetudine da diversi anni a questa parte. Così come è consuetudine la smentita da parte del ministro dell’Economia nelle settimane precedenti la materializzazione della manovra correttiva. Così come, ahimè, è consuetudine che la manovra stessa consista in un aumento delle tasse.
Non ci resta che attendere, ma se fossi un bookmaker l’eventualità della manovra non la quoterei quoterei neppure; passerei direttamente all’entità.
Se quella nella foto è una “manovra”, allora la mia l’ho già fatta tanto tempo fa… 🙁
Per farne un’altra, dovrei armarmi di colla&santa pazienza.