Nel 2001, per eccesso di debiti e spesa pubblica fallì miseramente. I Tango bond, alle nostre latitudini, se li ricordano ancora in molti. Poco più di dieci anni dopo, ci risiamo.
Il governo argentino ha tempo fino al 30 luglio per trovare un accordo con i fondi speculativi suoi creditori ed evitare un secondo default. Il giudice Thomas Griesa, della corte distrettuale di New York, ha infatti respinto la richiesta di Buenos Aires di una sospensione dei termini per consentire alle due parti piu’ tempo per negoziare. Il giudice, che aveva ingiunto all’Argentina di pagare agli investitori 1,33 miliardi di dollari con gli interessi non ancora rimborsati, ha quindi esortato i negoziatori argentini e i rappresentanti dei fondi a sedersi al tavolo insieme al mediatore nominato dal tribunale e “incontrarsi di continuo fino al raggiungimento di un accordo”.
La decisione della Corte Usa sul debito argentino e’ “impossibile da soddisfare”. Lo dice il ministro dell’Economia di Buenos Aires, Axel Kicillof, mentre il governo di Buenos Aires cerca una soluzione che eviti il default. La deadline, come detto sopra, è fissata al 30 luglio. Riferendosi alla sentenza della Corte statunitense che ha imposto al governo argentino di rifondere in pieno i sottoscrittori del debito del Paese. Il ministro dell’Economia rioplatense ha aggiunto che l’Argentina è pronta comunque a negoziare ma “a condizioni eque”. Peccato che il ministro non si cosparga il capo di cenere, spiegando “che l’Argentina della Kirchner è stata caratterizzata da alta inflazione, contrazione degl’investimenti privati e crescita di spesa pubblica”, come suggerito da quel fenomeno dell’economia che è Paul Krugman
E poche ore fa si è letto di un “Nuovo fallimento nella mediazione, cresce l’inquietudine”. Lo ha scritto’La Nacion’, uno dei quotidiani argentini più diffusi. La mediazione in atto tra la Casa Rosada si trova “ad un punto morto”, a pochi giorni dal fatidico 30 luglio.
Massì, che volete… robetta… per la vulgata internazionalista pagare i debiti è un optional, un po’ molesto, è un vezzo dei cattivi liberisti secondo taluni demagoghi keynesiani. Ciò che conta è altro, è il rientro da eroi della “selecciòn albiceleste” dai mondiali brasiliana, salutato, con sorrisi a 32 denti, anche dalla presidenta in persona.
L’Argentina è indipendente in assoluto dal punto di vista alimentare : grano e carne a bizzeffe. E’indipendente dal punto di vista energetico : petrolio a go go : Eppure riesce a fallire.
Pensate che cosa succederà dell’Italia che è dipendente da tutto !
Eppure chi ci governa e sfrutta spera sempre nel miracolo.
Alle armi , ragazzi!
L’Argentina è solo una riflessione dei popoli costituenti, essenzialmente italiani del Sud e spagnoli. Basta paragonarla con le aree produttive del Brasile – zone originariamente populate da olandesi, tedeschi o giapponesi (secondo il censimento del 2000 12 milioni di brasiliani rivendicano origini tedesche) – per vedere il determinismo biologico in azione.
Krugman mente sapendo di mentire.
http://www.economist.com/node/21548229
Alla redazione:
Noto con piacere che è ora possibile postare link senza ricorrere a sotterfugi ☺ (o peggio, abbandonando completamente il blog; difficilmente il lettore deluso torna sui propri passi). Bravi!
Speriamo che questo basti a riportare Unione Cisalpina all’ovile… 😉
Non era la mancanza del taglia e incolla ke lo mandava in bestia?
Ora, invece, è di nuovo impossibile copiare e allegare link.
L’argentina invece di pagare quanto convenuto , alle condizioni pattuite ed eque dell’emissione, gli argentini parassiti al potere vogliono negoziare.
Negoziare significa che non mantengono i patti nei termini stabiliti.
Significa che l’argentina è insolvente.
Le parole stanno a zero, se non ricordo male.
Gli acquirenti di titoli argentini vogliono soldi, non parole, e neppure condizioni “eque”, visto che erano già eque ed accettate le condizioni di emissione.
L’argentina merita di fallire, e deve fallire.
E i suoi politici andrebbero tutti cacciati con marchi di ignominia sulla fronte.