di GIANMARCO LUCCHI
Trenta milioni di euro per celebrare un referendum consultivo sulla possibilità che la Regione Lombardia diventi a statuto speciale. Nell’assestamento di bilancio in discussione in Consiglio regionale fino a oggi ci saranno i soldi anche per tenere questa consultazione consultiva. Sui 30 milioni messi a bilancio dalla Giunta Maroni fra il 2014 e il 2015 non c’è l’accordo delle opposizioni di centrosinistra, Pd e Patto Civico, coi 5 Stelle che ancora non si sono espressi. Ma anche nella maggioranza di centrodestra, dove pure dovrebbe prevalere la disciplina di coalizione, non tutti guardano all’investimento con grande entusiasmo. Lo si è capito alla conferenza stampa dell’Ufficio di presidenza prima della pausa estiva, quando al presidente Raffaele Cattaneo (Ncd) è stato chiesto un parere sulla questione. «Una Lombardia più autonoma era nel programma elettorale», ha risposto, ma «è anche vero che il referendum consultivo non è sufficiente per ottenere il risultato, l’obiettivo vero è di ottenere l’autonomia speciale». E di questi tempi, ha aggiunto, «30 milioni di euro sono una cifra importante e forse l’opinione dei lombardi poteva essere ascoltata in modo economicamente meno impegnativo», come con una consultazione on-line. Secca la replica del presidente della Giunta Roberto Maroni, convinto che «il referendum sull’autonomia speciale sia il primo passo per arrivare all’obiettivo di tenerci qui i nostri soldi». Dunque, per Maroni, «la Lombardia Regione a Statuto speciale è la soluzione di tutti i nostri problemi e quelli per il referendum sono soldi assolutamente ben spesi». Di queste soluzioni a tutti i mali ne abbiamo sentite, in questi decenni, “millanta che tutta notte canta” per dirla con una frase al giuanbrerafucarlo. L’anno scorso, in campagna elettorale, le parole magiche erano Macroregione e il 75% delle tasse tenute sul territorio. Poi la Macroregione s’è dissolta prima ancora di essere pensate e torna a galla l’autonomia speciale, che comunque deve essere votata come legge costituzionale dal Parlamento italico. C’è da rimanere quantomeno perplessi…
Per il segretario lombardo del Pd, Alessandro Alfieri, con il referendum consultivo sull’autonomia della Regione Lombardia, per il quale è previsto uno stanziamento di 30 milioni di euro tra il 2014 e il 2015, «la Lega vuole fare propaganda con i soldi dei lombardi, soprattutto di quelli più deboli». «È la mossa della disperazione, – ha aggiunto Alfieri in una nota – perché dopo anni di promesse non mantenute finalmente le riforme si stanno facendo davvero, in Senato, con il governo Renzi e con il Pd». Il segretario regionale ha infine affermato che non è casuale che «le uniche due Regioni guidate da uomini del Carroccio, il Veneto e la Lombardia, dopo il fallimento della Macroregione ricorrano al referendum sull’autonomia, ma così facendo – ha concluso – piegano l’istituzione alle ragioni della propaganda politica, usando risorse che potrebbero essere spese molto meglio».
I lombardi stanno ancora attendendo il 75% di tasse trattenute sul territorio e Maroni si mette a parlare di Statuto Speciale (occorre una modifica costituzionale…) con che coraggio?
A parte che lo Statuto speciale non risolve il problema del rispetto delle lingue e delle culture locali (in val d’aosta il francese è solo di facciata), delle leggi italiane (tante ed incomprensibili) della fiscalità demenziale ed impazzita, dell’immigrazione selvaggia, della delinquenza, ecc ma l’italia senza i 100 miliardi di residuo fiscale delle regioni del nord non va avanti neppure un giorno. Perché se lo statuto speciale lo ottiene la Lombardia a maggior ragione lo chiederebbero il Veneto ed il Piemonte, poi le altre regioni. Quindi con il finto ed artificiale e sempre affamato di soldi Stato italiano è inutile illudersi di trovare scappatoie, scorciatoie esiste solo una soluzione: l’indipendenza.
condivido tutto.
A tutti gli indipendentisti lombardi: per favore organizziamo un altro evento come quello dell’8 maggio 2014 a Brescia. Costituente indipendentista Lombarda nel segno dell’autodeterminazione pacifica tramite un voto democratico, Costruire un modello di autogoverno dei popoli Lombardi, sull’esempio Svizzero. Nel rispetto di tutte le sigle esistenti, come succede in Catalunya. E collaborazione strettissima con i fratelli Veneti.
facebook giacomo consalez
C’è una sola linea possibile: lavorare per l’indipendenza di Lombardia e Veneto. Costi quel che costi sul piano elettorale, la coerenza è un requisito indspensabile. Lega e coerenza sono agli antipodi. Stamattina ho sentito un concitato intervento di Molteni alla camera dei deputati. Avrà pronunciato 20 volte la parola italia e 20 volte la parola italiani. Mai sentita la parola “Lombardia” o “Veneto” o nord, e neppure padagna.
Ennesima giravolta. Saltimbanchi privi di qualsiasi credibilità. Io qui non entro nemmeno nella disputa tra autonomia speciale e indipendenza. Io vorrei solo dire che questo comportamento erratico, caratterizzato da sparate a casaccio in qualsiasi direzione possibile al ritmo di una ogni 6 mesi serve a non scalfire neppure il sistema di potere al quale i parassiti della Lega devono le loro laute prebende, vitalizi e pensioni. Costosissimi parassiti italiani e pagliacci integrali.
E’ solo uno scoppiato che vuole arrivare alla pensione.