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Al sud gli insorgenti rompono con la vecchia dirigenza

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sud_bigRICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Questo non è un addio, è un arrivederci. Ci rivediamo a settembre, su un altro sito. E’ doloroso, perché una storia è finita, ma anche eccitante, perché da oggi lavoreremo a una nuova impresa militante ed editoriale su un nuovo sito che si chiamerà www.identitainsorgenti.com. 

E’ stata una decisione complessa e ponderata, ma senza dubbio inevitabile. Nell’ultimo anno l’anima primigenia di Insorgenza Civile, quella movimentista, comunitarista, identitaria, antisistema, è stata sacrificata sull’altare dell’improvvisazione e della miopia politica. Si è preferito rincorrere utopie elettoralistiche (per altro neanche esaltanti) piuttosto che catalizzare la forza del fiume in piena, delle mille e più associazioni militanti sul territorio, contro la menzogna dell’italia e dell’italianità. 

Il metodo?  Commissariamento e delegittimazione di una classe dirigente che, progressivamente, ha scelto la diaspora. Mancanza di cura per la base militante che, da numeri a tre cifre in tessere,  si è ridotta a poche decine di unità.  L’insorgenza che resta non potrà essere la nostra. Ma, quali componenti e responsabili della Comunicazione, ultimi dirigenti di fatto, sentiamo doveroso spiegare, prima del congedo, ciò che ha portato a maturare una scelta che è e resta dolorosa anche e soprattutto per evitare che il dibattito politico si riduca al più becero dei pettegolezzi.

Alcuni mesi fa, posteriormente all’emozionante tracimare del fiume in piena e prima delle elezioni europee, tutto il gruppo comunicazione del movimento sottoscrisse una lettera indirizzata al presidente in cui si sollevavano alcune perplessità sulla sua gestione commissariale. Il monologo leaderistico è sterile.

Dal soliloquio non nasce nulla di buono. I fatti lo hanno confermato con la sonora bocciatura di alleanze come quella delle amministrative di Bari, mai discusse con la dirigenza o la base militante, alleanze frutto dell’estemporanea decisione di un presidente/commissario, lusingato da presunti grandi strateghi in tema di confronto elettorale e sordo ad ogni confronto.  

Non si comprendeva l’incapacità dei due leader dei maggiori e più interessanti movimenti meridionalisti (Insorgenza Civile ed Unione Mediterranea) di trovare la quadra per una piattaforma comune, anche di tipo federativo, utile ad affrontare con  forza e compatezza  le battaglie necessarie a risollevare la NostraTerra e la Nostra Gente. E inoltre si è rivelata una calunnia la voce secondo la quale sull’alleanza con insorgenza ci sarebbe stato il veto di un importante scrittore meridionalista.

Emerso tutto ciò, nella lettera di febbraio (che potete leggere qui in versione integralehttps://www.facebook.com/notes/lucilla-parlato/la-lettera-inviata-dal-gruppo-comunicazione-di-insorgenza-civile-a-febbraio-2014/10152522438541005), quando tutto poteva ancora essere recuperato, si faceva richiesta al presidente di partecipare ai processi decisionali con la ricostituzione di un Direttivo Politico provvisorio in sostituzione del precedente svuotatosi per una gestione censurabile dei rapporti umani e politici interni.

Mentre qualcuno, motu proprio, filtrava con Salvini e laLega (in campagna acquisti tra i “colerosi terremotati” come cantava il buon segretario legaiolo e anche qui ci sono link che lo documentano come questo:http://www.mandamentonotizie.it/?p=76445 )  sino a candidarsi nelle file del carroccio, il gruppo comunicazione scendeva in piazza a contestare apertamente il Carroccio.

Mentre, coerentemente col credo insorgente, con fierezza, orgoglio,  abnegazione, dal sito ufficiale di Insorgenza si denunciavano le malefatte della Lega, c’era chi andava, cappello in mano, a bussare alla porta dei grandi trombati dalla partitocrazia o di coloro che, negli ultimi tempi, cercano di rifarsi una verginità meridionalista pur appartenendo, da sempre e con pienezza, al sistema che opprime e sputtana il sud.  Il silenzio alle legittime richieste (rispettose dello statuto e delle decisioni congressuali) è stato risposta più che esauriente.

Questa non era più la nostra insorgenza, il nostro movimento. 

Il nostro movimento è quello che in questi mesi, attraverso il sito, è sceso in piazza per difendere la sua terra, gli agricoltori della terra dei fuochi, o  i suoi beni culturali con la catena umana per Pompei. Ma anche la sua capitale, come a piazza Dante per Ciro e i feriti dell’Olimpico.

In piazza, per le strade, brillava per assenza proprio chi avrebbe dovuto marciare davanti a tutti.  Sia chiaro: il nostro progetto, così come il nostro nuovo sito “militante”, non vedranno nelle forzei dentitarie e territoriali, nelle forze antisistema, una concorrenza da censurare – come a volte ci è stato imposto – ma risorse con le quali confrontarsi e collaborare.

Il meridionalismo, parola che non amiamo e che usiamo solo per comodità dialettica, se diviso non riesce ad incidere sulla realtà rischiando di virtualizzare la propria stessa esistenza confinandola in qualche battuta buttata nei social network.

Perché lasciare prima del congresso convocato dal dimissionario presidente?

Paura del confronto? La vicenda merita un chiarimento.  

Una precisazione preliminare: le dimissioni del presidente e la convocazione del congresso non sono arrivati certo spontaneamente. Dopo il fallimento europeo e la disastrosa conduzione del movimento negli ultimi 18mesi le dimissioni, doverose, non sono arrivate nonostante siano state pubblicamente annunciate. 

Aveva sostenuto, infatti, il presidente che se non si fosse raggiunto l’obiettivo di candidare la lista di insorgenza alle Europee, sua scommessa personale, si sarebbe dimesso e avrebbe convocato immediatamente il congresso. Nulla. (Per chi volesse leggere la versione integrale della lettera: https://www.facebook.com/notes/lucilla-parlato/la-lettera-con-richiesta-di-dimissioni-e-richiesta-di-convocazione-del-congresso/10152522444726005)

Se si è arrivati alle stesse è stato solo dopo un nuovo doloroso confronto cristallizzatosi nell’ennesimo documento politico richiedente le dimissioni e la convocazione del congresso. Nelle convulse discussioni si poneva, inoltre, come condizione necessaria il porre al primo punto all’ordine del giorno dei lavori congressuali la modifica dello statuto rivelatosi palesemente inadeguato prevedente, tra l’altro, almeno 25 ruoli dirigenziali ed una proliferazione di organismi interni volta, in sostanza, a creare l’illusione di un’architettura solida ed agile che, nella realtà, si è rivelata un sistema di scatole vuote utili a giustificare la nequizia del commissariamento permanente effettivo. 

La risposta è stata negativa. È stato addotto che sarebbe stato “complicato far capire agli amicied alle amiche insorgenti una modifica dello statuto in un momento cosìdelicato” e che lo statuto sarebbe stato cambiato nella prima riunione degliorganismi dirigenti. Senza voler indagare sulla buona fede dell’ interlocutore, che va presunta, è evidente come si vendesse, ancora una volta fumo, giacché secondo lo statuto è il solo congresso a poterlo modificare.

Insorgenza avrebbe, quindi, dovuto vivere altri due anni di commissariamento permanente effettivo.  Vi è di più e concludiamo. Ci era stato chiesto, in cambio del placet sui candidati da noi indicati e sul nome del segretario (avevamo proposto il nome di LorenzoPiccolo, e vi offriamo anche una sintesi della sua piattaforma come segretario:https://www.facebook.com/notes/lucilla-parlato/la-sintesi-del-documento-presentato-da-lorenzo-piccolo-per-candidarsi-alla-segre/10152522455186005), di impegnarci, preliminarmente e per iscritto, a turarci il naso rispetto alla linea elettorale già decisa e che andrà in direzionepartitocratica. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Si può legittimamente pretendere in un movimento che della comunità umana che lo compone fa forza trainante di decidere a priori, ed al di fuori del confronto militante in sede congressuale, la linea politica per gli appuntamenti elettorali del 2015? Per noi no ed abbiamo sbattuto la porta.

Prima di darvi appuntamento a settembre con il sito www.identitainsorgenti.it  sul quale già stiamo lavorando e trasferendo tutti i contenuti del vecchio sito, vogliamo ringraziare tutti coloro che in questi otto mesi di lavoro su insorgenza.it ci hanno dato una mano, segnalandoci notizie e condividendo le nostre battaglie.

In particolare il nostro doveroso ringraziamento va a coloro che consentendoci di recuperare i contenuti dal vecchio sito, ci hanno già dichiarato la propria disponibilità a proseguire con noi la nostra nuova avventura editoriale. Grazie dunque a Antonio Lucignano,Eugenia Conti, Elena Lopresti, Marika Mazzella, Vincenzo D’Amico, Drusiana Vetrano, Simona Sieno,  Daniela Giuffrida, Marinella Giuliano, Gianni Polizzi Vitale, Patty Azzurra e ai tanti che continueranno a leggerci, a seguirci, a supportarci. Grazie anche ai tanti gruppi di lotta del Mezzogiorno: i NoCarbone, i No Muos, i no alla Battaglina, il forum ambiente salentino, i Comitati per la terra dei fuochi tutti impegnati per il riscatto del Sud.Continueremo a essere il megafono delle lotte per la difesa della nostra terra.

Lasciamo insorgenza perché siamo insorgenti. 

Alessandro Cantelmo

Lucilla Parlato

Lorenzo Piccolo

Floriana Tortora

Alberto Guarino

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