di SANDRO MIGOTTO
In maniera sommessa, senza pretendere di avere verita’ alcuna da divulgare, vorrei esprimere il mio pensiero sulla remota possibilita’ di vedere in tempi relativamente brevi la mia terra libera. Il Veneto, ovviamente. Negli ultimi anni vari gruppi politici hanno tentato praticamente tutte le strade “pacifiche e legali” sperando e giustamente pensando che in Italia ci fosse democrazia, che il volere di un Popolo contasse qualcosa. Cosi’ non e’, mettiamoci il cuore in pace. Ne’ tantomeno e’ ragionevole pensare che qualsivoglia organismo internazionale si attivi per tutelare gli interessi del Popolo Veneto.
Qualcuno, anzi la stragrande maggioranza dei gruppi politici indipendentisti veneti auspica la “presa della Regione” ovvero l’ennesima tornata elettorale del 2015, forti della pubblicita’ derivante dalla celebrazione del referendum autogestito, della Legge che ha istituito il referendum per l’autonomia e/o per l’indipendenza, della assurda carcerazione dei 24 veneti e lombardi etc., giusto per citare le piu’ significative manifestazioni, senza contare poi il proselitismo trentennale della Lega Nord e del famoso assalto dei Serenissimi. Dovrebbe essere semplice sulla carta, visti i risultati del plebiscito digitale (a detta degli organizzatori), ovvero 2,3 milioni di Si. Possiamo affermare che il tema dell’indipendenza oggi e’ certamente conosciuto alla stragrande maggioranza dei Veneti. Onde evitare inutili polemiche, rendo noto che ho votato tutto il votabile, anagrafi, referendum, petizioni varie etc. pur contestando sempre e aspramente qualsiasi iniziativa o percorso “pacifico e legale” . Ma non ho mai nutrito speranza alcuna. Neanche quando nell’ormai lontano 2010 fui uno degli organizzatori dell’unico ancor oggi referendum celebrato in Italia, sull’autodeterminazione di Jesolo. E’ ovvio che avrei gradito una soluzione senza alcuna violenza, ma temo che cosi non potra’ mai essere. D’altro canto questo Stato gia’ ha dichiarato guerra al Veneto, impoverendolo, vessandolo, inducendo al suicidio decine di imprenditori e tentando di disgregare il tessuto sociale con l’immissione forzata di extracomunitari oggi e di meridionali decenni orsono.
Mi sento di scrivervi che stando cosi’ le cose, senza tediarvi ulteriormente visto che conoscete tutti il disastro economico e sociale derivante dalle folli politiche degli ultimi anni, dagli sprechi, dalle ruberie dell’intera classe dirigente italiana (veneta compresa) immorale da mettere senza distinzioni sotto processo, non si puo’ pensare di fare una rivoluzione, perche’ di questo stiamo parlando e non certo di sostituzione di una classe dirigente con un’altra, per mezzo di liste elettorali. State solo facendo perdere tempo ai veneti e tradendo la buonafede di migliaia di militanti.
Pensate davvero che la classe politica italiana possa prendere paura di una lista elettorale? con tutto il contorno di privilegiati, dai giornalisti di testate che ricevono sovvenzioni statali, agli alti dirigenti dello Stato di numero doppio o triplo rispetto ai loro colleghi di altri Stati occidentali sia come stipendi anche questi almeno doppi, dai professori universitari che tanto hanno dato quali “tecnici” nei Governi degli ultimi vent’anni, senza poi parlare delle consulenze etc., dagli alti ufficiali militari; abbiamo un esercito in Italia che ha il doppio di generali rispetto all’esercito americano proporzionati ai militari, diecimila persone con stipendi medi di circa 144.00 €, senza parlare dell’esercito di dipendenti pubblici assunti per via politica.
E noi continuiamo con le nostre marce, le nostre manifestazioni organizzate da questo o quel partito indipendentista che alla fine coinvolge sempre le solite 4/5 mila persone. Non partecipero’ piu’ a nessuna manifestazione, non andro’ mai piu’ in Piazza San Marco finche’ il Veneto non sara’ Stato libero ed indipendente.
La Storia evidentemente non insegna nulla. Trenta anni fa, un Movimento che sembrava allora si’ rivoluzionario, la Lega Nord/Liga Veneta fece l’errore storico di presentarsi a elezioni italiane; pochi anni fa un altro Movimento, M5S rifece lo stesso enorme errore politico. Provate solo a pensare oggi quale potere avrebbe Grillo con milioni di persone al seguito se non si fosse presentato in nessuna elezione e provate a ricordare cosa ha fatto Bossi di milioni di voti… Magari un giorno sarebbe utile sapere perche’, nei momenti topici, entrambi i personaggi hanno fermato le loro truppe, ma questa e’ un’altra storia.
Questo sta a significare sostanzialmente due cose: la prima e’ che non si tratta con nessuno per l’indipendenza, va’ presa con le buone o con le cattive, agli altri la scelta se vogliono lasciarci andare in un modo o nell’altro; mi pare che i risultati delle buone maniere siano deludenti. La seconda e’ che la stragrande maggioranza degli italiani e dei veneti non ne possono piu’ dei Partiti, anche di quelli indipendentisti; d’altro canto convengo con chi ha affermato che i Partiti sono il tumore della democrazia (soprattutto in Italia). Presentarsi alle elezioni anche con un solo punto programmatico ovvero l’indipendenza, significa soltanto legittimare il sistema, significa misurarsi con gente avvezza a truffare, mistificare, mantenere con ogni mezzo il potere. E a memoria d’uomo, nessun potere si e’ fatto scalzare da se’ stesso. Non ci concederanno mai la liberta’ perche’ sarebbe la loro fine, probabilmente non solo politica. A chi poi pensa di andare a patti con la classe politica veneta attuale non concedo neanche la buonafede. Non voglio pensare che, se mai nascera’, lo Stato della nuova Repubblica Veneta abbia qualcosa da spartire con leggi o l’organizzazione della Regione Veneto o la classe dirigente attuale. Tutti compromessi, tutti colpevoli.
Inoltre, a scanso di equivoci, non possiamo rifarci a situazioni prossime (spero per loro) all’indipendenza come la Scozia e la Catalogna; loro hanno un proprio Parlamento e una forte autonomia che noi ce li sogniamo. Abbiamo sprecato trenta anni senza ottenere nulla; la Regione Veneto non e’ altro che un Ente periferico dello Stato. Chi governa il Veneto lo fa per conto e nome della Repubblica Italiana, non certo per conto e nome del popolo Veneto.
Come comprenderete non do’ soluzioni o particolari ricette; esistono solo due modi per cambiare la situazione. Il primo e’ il ragionamento, la via pacifica, il confronto, le “libere e democratiche elezioni”, i referendum, la politica dei piccoli passi. I risultati, aldila’ di proclami o di “momenti storici” mai avvenuti, sono ad oggi alquanto insignificanti. Semplicemente, non e’ possibile che l’Italia permetta non solo l’indipendenza del Veneto ma neanche una condizione fiscale simile a quello sud tirolese. Senza i 20 miliardi veneti e i 50 miliardi lombardi di plusvalenza semplicemente si ferma il resto d’Italia. Il Sud Tirol ha intelligentemente scelto la politica dei propri interessi territoriali, ma come numeri economici non e’ neanche lontanamente paragonabile ne’ al Veneto ne’ tantomeno alla Lombardia, ovvero l’Italia per la propria sopravvivenza puo’ fare a meno delle tasse sud tirolesi, ma non quelle nostre.
Quello che abbiamo vissuto dal punto di vista economico negli ultimi sette anni e’ qualcosa di epocale, mai visto prima e sta rapidamente disgregando quel poco che rimane del famoso modello Nord Est, un tempo invidiato in tutto il mondo. E’ pertanto necessario ed urgente adottare misure eccezionali e risolutive per liberarsi al piu’ presto di uno Stato che sembra avere come fine ultimo la morte dell’economia e della societa’ veneta.
Credo sia giunta l’ora di pensare di strutturarci come Stato di fatto. E la prima cosa che deve fare uno Stato e’ proteggere la popolazione da minacce interne ed esterne. E’ ora di pensare di costituire un esercito veneto. Solo cosi’ potremo cominciare a farci rispettare e sperare che nel breve periodo potremo forse, se davvero lo vogliamo, essere liberi.
E’ evidente che non si otterrà mai l’indipendenza dall’italia, basti guardare le difficoltà che incontrano Catalogna e Scozia. Cercare di ottenere qualcosa con le regole italiane è pura follia, si è citato l’esempio della Lega, che alla fine è diventata tutto fuorché un movimento indipendentista o del Movimento 5Stelle, che nel Parlamento italiano ed in quello europeo ha appena appena il diritto di parola ma poi non riesce ad ottenere nulla.
Chiunque abbia dimestichezza di tattiche militari sa che il nemico si combatte su un campo scelto e preparato da noi, non da quello scelto dall’avversario. Combattere l’italia con le sue leggi è semplicemente tempo perso.
Come costringere l’avversario a combattere sul nostro terreno? Evitate votazioni, referendum, tanto truccano i voti, farebbero votare milioni di gente arrivata dall’italia oppure semplicemente ignorerebbero l’esito come con il finanziamento pubblico ai partiti. Semplicemente dichiarate l’indipendenza, formate un governo provvisorio e fate votazioni per il nuovo parlamento con le nostre leggi elettorali, e solo per chi abbia la nostra cittadinanza (con lo ius sanguinis ovviamente). A quel punto sul medesimo territorio ci saranno due poteri in competizione, ci saranno atti di forza, denunce per violazione dell’articolo della Costituzione sull’integrità territoriale, tenete duro minacciate pesanti ritorsioni appena raggiunta la piena indipendenza e rimane solo l’ultimo passo: il riconoscimento internazionale. Ottenuto quello gli italiani si dovranno ritirare con la coda tra le gambe. La parte difficile è il riconoscimento internazionale, alcuni paesi saranno contrari (Spagna, Regno Unito) la Unione Europea si è già espressa contro, gli Stati Uniti anche. Ma altri paesi europei, tra cui la Russia, saranno favorevoli, forse anche l’Onu. Ma a mio parere se si giocano bene le carte, Francia, Germania e Svizzera potranno farlo.
Gent.mo Migotto, non ho mai avuto il piacere di conoscerla, ma condivido totalmente le sua profonda analisi ad eccezione dell’ultimo passaggio.
Infatti viviamo in uno stato pesantemente militarizzato (5 corpi di polizia di cui due militari) che controlla capillarmente il territorio e scheda sistematicamente la popolazione allo scopo di esercitare il controllo e condizionamento politico. Lo stato italiano poi è una potenza controllata dagli anglo-americani (chiedetevi perché i media ci tengono costantemente informati sulle vicende famigliari dei regnanti inglesi e degli occupanti della casa bianca e ignoriamo persino il nome dei regnanti svedesi, olandesi ecc.) i servizi segreti italiani dipendono da quelli anglo e USA, idem per l’economia e le banche anche se indirettamente (le imprese con produzioni sofisticate o strategiche o vengono fatte fallire o vengono acquistate o controllate da imprese USA). Tutte le comunicazioni telefoni, SMS, mail ecc. Vengono intercettate e archiviate da NSA (questo post avrà sicuramente fatto scattare un controllo e al nostro fascicolo aggiunta questa “referenza”)
Un esercito veneto avrebbe vita brevissima, anzi! Verrebbe “usato” al momento giusto per screditare il movimento indipendentista o terrorizzare i cittadini, (vedi la fine della polizia veneta dell’MLV: arresti e perquisizioni con ampio risalto sui media una settimana dopo la festa dei veneti).
Non c’è scelta, la via pacifica e non violenta è l’unica da perseguire. Ciò però no preclude la possibilità di attuare la “resistenza passiva”, o azioni di forza quali blocchi di strade o occupazioni di luoghi pubblici ecc.
Tutto fa brodo.
Però il piatto forte è la protesta fiscale.
Questo è il perno centrale.
Quando i veneti troveranno la determinazione necessaria per una rivolta fiscale massiva e irreversibile, allora saranno automaticamente liberi ed indipendenti.
Padroni dei propri destini, nonostante le lettere del fisco e di equitalia.
Dopo saranno gli altri a cercare il ragionamento, a fare pressioni.
Ma a quel punto i veneti detteranno le loro condizioni.
Se saranno uniti e ben organizzati riusciranno.
Io non sono veneto, ma mi piace Chiavegato.
in effetti non stiamo facendo nulla…
Oggi e’ comparso sul gazzettino di Venezia la lista dei personaggi veneti che incassano mensilmente il vitalizio da ex consigliere regionale. Ho letto i nomi del fior fiore dei leaders indipendentisti, gente seria e perbene. Chieda a loro.
Non ho mai visto, nella storia, una rivoluzione preannunciata.