di STEFANO GAMBERONI
Gli eventi di questi giorni mi hanno fatto sciogliere ogni riserva per comunicare a tutti voi alcune riflessioni ed una indicazione pratica che vado ponderando da qualche tempo.
Mi sono a lungo chiesto come si possa rendere palese il proprio sostegno alla causa dell’indipendenza.
La partecipazione alle manifestazioni può essere solo un evento sporadico, chi produce non può essere in mobilitazione effettiva e permanente. Si può esporre la bandiera, ma quale? Solo in Veneto il vessillo del leone di S. Marco dà un messaggio chiaro e non equivoco. Il vero attacco al Leviatano può essere condotto, ancora una volta solo in Veneto. E’ in quella terra che grazie alla delegazione dei dieci eletti con il referendum digitale, si sta mettendo in atto il coordinato esercizio dell’esenzione fiscale totale. Questo significa realmente togliere ossigeno alla bestia, rispettando le regole del burosauro, con un gesto che ha ben ponderato costi e benefici. Ma nel resto del paese, siamo ben lontani da tale opportunità.
Vi scrivo dalla Lombardia, la “locomotiva” del paese, che ormai arranca un po’ stremata. Troppi individui sono ancora rispettosi delle norme, eseguono diligentemente le procedure assurde e farraginose della burocrazia e del fisco, al limite dell’autolesionismo. Mi trovo circondato da individui incapaci di qualsiasi forma di ribellione perchè hanno paura della repressione a cui sarebbero esposti.
Ed è da queste osservazioni che ho determinato un messaggio silenzioso ma incisivo, che ha la potenzialità per diventare un segnale forte che renda palese che questo stato è al capolinea: Itaglia!
Il resto dell’articolo è stato volutamente scritto nella forma di lettera circolare che può essere immediatamente utilizzata per comunicare ai vostri corrispondenti commerciali la ragione per cui troveranno la parolina Itaglia nell’indirizzo della vostra corrispondenza.
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Gentile cliente/fornitore,
Come forse ha già notato, nella nostra corrispondenza abbiamo incluso la parola Itaglia per specificare lo stato dove abbiamo la sede. Non si tratta di un errore di grammatica ma è volutamente scritta con la “G”, nelle poche righe seguenti ve ne spieghiamo la ragione.
Lavoro schiavo o lavoro nero? Quando circa un terzo dei frutti del nostro lavoro restano in nostro possesso, poichè circa il 70% ci viene sottratto dallo stato, non siamo forse schiavi? Schiavi fiscali. Non è forse vero che il lavoro fatto coscienziosamente al riparo delle grinfie voraci del fisco più che lavoro “nero” dovrebbe essere chiamato “lavoro libero”?
Evasione fiscale o fuga per la libertà? Cosa significa letteralmente la parola evasione? E’ l’azione di colui che fugge di prigione. Cosa significa quindi evasione fiscale? Fuga da una prigione in cerca della libertà! E chi ha costruito la prigione in cui siamo reclusi? Lo stato che sadicamente inventa le regole fiscali. La nostra prigione è l’Italia.
Noi i carcerati, chi sono i carcerieri? Equitalia ed i suoi funzionari sono quelli che sparano a vista non appena scorgono chiunque di noi provi a forzare le maglie della rete fiscale che ci fa schiavi. Non crediate che quei “bravi ragazzi” lo facciano per vocazione o per dovere. Lo fanno per denaro: il premio produzione di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate è legato alle somme accertate ai danni di noi carcerati. In media il bonus annuale di un funzionario dell’Agenzia vale 20.000 euro. Aguzzini per denaro!
Se poi le istituzioni regionali, finora è successo solo in Veneto, si azzardano ad alzare la testa e chiedono la consultazione dei propri cittadini per esprimersi sull’autodeterminazione, ecco che il governo prontamente impugna le leggi regionali per ridurre la plebe al silenzio.
Servi della gleba e sorridenti? Non abbiamo forse l’orgoglio ed il diritto di far sapere che noi questa condizione non vogliamo più sopportarla?
Ecco perchè da oggi sulla nostra corrispondenza, sulle fatture e sugli scontrini troverete specificato nell’indirizzo l’identificazione di stato scritto come “Itaglia”.
Non è un errore, è un auspicio. Vogliamo comunicare con questa semplice sgrammaticatura il nostro desiderio che quanto prima questo stato ladro, disonesto e prepotente si dissolva e venga fatto a pezzi.
Su ogni fattura che emetteremo per assolvere un obbligo impostoci dal nostro carceriere, vogliamo discretamente rendere evidente il nostro dissenso.
E’ l’ira dei mansueti. Non è un reato, nè amministrativo, nè fiscale, nè penale, ma è un azione importante da mettere in pratica. Capillarmente. Una parolina che dice tutto, chiara e leggibile su tutti i documenti che ogni giorno inviamo ai clienti, così come sulla corrispondenza con in fornitori.
Nel ceto produttivo più sfruttato del mondo, finalmente si diffonderà l’opinione che l’indipendenza dei popoli di ogni regione è l’unica nostra speranza di salvezza. Azzerare lo stato e ricostruire la nostra libertà.
Il re è nudo. E questa è una realtà tanto per le imprese del nord che per quelle del sud. Non c’è da temere di offendere il corrispondente, perchè siamo tutti carcerati della medesima prigione.
Chiediamo a tutti i nostri clienti e fornitori, compagni di sventura nel carcere Itaglia di indicare negli indirizzi delle fatture e nella carta intestata:
Comune (Prov) Itaglia.
Sapendo che condividiamo lo stesso auspicio, daremo seguito ai nostri affari con la consueta diligenza ma con in più il sorriso di chi sa che c’è ancora speranza quando siamo in tanti a voler la libertà!
Ringraziando per l’attenzione prestata, distinti saluti.
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E per chi non è libero professionista o imprenditore e quindi non ha una platea di clienti o fornitori, il consiglio è il medesimo. Fate sapere ai vostri contatti ed ai vostri corrispondenti che avete un auspicio di libertà da comunicare. Aggiungete, e fate aggiungere, in calce alla firma dell’email la medesima dicitura: Comune (Prov) Itaglia.