di REDAZIONE
Quali sono i grandi Paesi più disastrati della Ue e dell’Europa Occidentale? In primis l’Italia e poi l’altra grande malata è la Francia. E guarda un po’ i due Paesi cugini sono rispettivamente l’ultimo e il penultimo in una classifica di cui non andare fieri: quella della tassazione complessiva (total tax rate) su profitti delle aziende. Lo studio è stato predisposto dalla Banca Mondiale.
La classifica in questione la trovate a pagina 157 del pdf che potete scaricare in coda a queste note. L’Italia è la peggiore di tutti: le tasse si mangiano il 65,8% dei profitti delle aziende, mentre in Francia lo Stato si prende il 64,7%. Terzultima è la Spagna con il 58,6%. La Germania è a metà classifica con il 49,4%, il Regno Unito sta ancora meglio col 34%. Manco parlare della Svizzera e dell’Irlanda rispettivamente con il 29,1 e il 25,7%. In testa a tutti sta la Croazioa, dove le tasse si mangiano solo il 19,8% dei profitti aziendali.
Ottimo articolo. Non dimentichiamoci che l’Europa e diversi economisti, tra cui Gros, da anni chiedono all’itaglia di abbassare le tasse sul lavoro e la spesa pubblica. Ovviamente i politici fanno orecchie da mercante, sia perché erano illusi che la crisi non potesse durare in eterno, sia perché significa tagliare il loro potere ed ammettere una politica economica ventennale totalmente sballata.
Continuano a dire che la ripresa arriverà e non fanno nulla proprio per l’illusione che la crisi come quelle precedenti non possa durare più di un anno e si risolva da sola. Ad Agosto tutti i paesi europei erano in ripresa meno l’itaglia che invece era in recessione. A quel punto non si poteva più ignorare che la crisi fosse solo di origine interna e non generale. Ecco perché Renzi, che prima pensava solo alle elezioni anticipate, Italicum, riforma del Senato, ecc è dovuto tornare a parlare di economia. Ma il problema è irrisolvibile: l’economia riparte solo con un drastico abbassamento della pressione fiscale a cui deve seguire, per pareggio di bilancio, una pari riduzione della spesa pubblica. Ma tagliare la spesa pubblica vuol dire tagliare le 4 principali voci: interessi sul debito, stipendi pubblici, pensioni, sanità. Le pensioni e gli stipendi pubblici da tagliare sono tutti nel mezzogiorno, feudo del NCD che sostiene Renzi e con l’obiettivo di andare al voto non taglieranno un bel niente, infatti Renzi sta assumendo 150.00 insegnanti (ed elettori). L’Europa penso che a questo punto sia stanca di essere presa in giro, vedo Monti che sta scaldando i motori tornando a commentare e pontificare. Ne vedremo delle belle.