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L’orsa daniza, uno sfizio di pochi a spese dei molti contrari

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DANIZAORSAdi GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI

Che bel paese l’itaglia! Che paese serio! Gli industriali si ammazzano a decine perché non riescono più a tirare avanti. E nessuno fa una piega. Si ammazzano i pensionati perché non riescono più a mangiare. E nessuno fa una piega. Calciatori, artisti della TV, alti burocrati (magistrati compresi) e si indignano perché Montez (che peraltro mi sta personalmente sul piloro) becca quanto rigorosamente gli spetta da contratto. E tutti si agitano indignati! Si indignano pure per le “stecche” almeno parzialmente evitabili, date in Italia, e si agitano i cosiddetti responsabili (che poi non rispondono mai di niente, anzi) perché qualche industria (appartenente in gran parte allo Stato) va a dare “stecche “all’estero ( decisamente obbligatorie).

In compenso (e qui appare la “serietà” gestionale ) viene multato di 1000 euro perché  qualcuno, fotografando la situazione, ha definito l’Italia un paese di m… A completare lo sfascio uno sparuto gruppo di ambientalisti fa importare, naturalmente a complete spese nostre,  per “soli” 4 milioni di euro un gruppo di orsi dalla Slovenia e nessuno dice niente. Non bastavano gli orsi che già c’erano. Gli ambientalisti del “salotto della contessa Clotilde”, ne hanno voluto importare altri. Ma non basta! Vale però la pena di approfondire la questione, non per sentito dire, ma per vissuto in diretta.

La reintroduzione dell’orso in trentino è avvenuta a dispetto di pastori, agricoltori e albergatori trentini, bolzanini e camuni perché in netto contrasto con l’agricoltura, con il turismo e con l’allevamento del bestiame. Ve l’immaginate una mamma villeggiante che avendo portato il proprio pargoletto a giocare nel parco giochi si veda apparire lemme, lemme un orso. Che gioia! Anche se le istruzioni per l’uso (opuscolo pubblicato ufficialmente, che rappresenta una meravigliosa miscela di stupidità e di umorismo) dicono subito che se compare un orso “non bisogna guardarlo negli occhi perché, sennò, si arrabbia”. Vi immaginate pure un agricoltore proprietario di un meleto, frutto di qualche anno di lavoro, che se lo vede distrutto? E i pastori che non sanno più cosa fare per proteggere i loro animali dagli assalti sempre più intelligenti dei predatori.

Gli sciocchi frequentatori del salotto dicono che gli agricoltori non vogliono spendere soldi per recinzioni elettriche. Evidentemente perché non hanno mai visto le recinzioni abbattute dalle pecore spaventate a morte dagli orsi passeggianti all’esterno. Orsi che aspettano solo che il gregge impaurito gli finisca in bocca. E non mi si dica che il danno viene prontamente compensato perché c’è abbondantemente da discutere sull’entità e sul “prontamente”.

Anzitutto un discorso preliminare. Perchè uno sfizio di pochi deve essere realizzato a dispetto ed a costo di molti? Perchè questi ambientalisti da salotto vogliono rifilare lupi e orsi sulla schiena di montanari e non si tengono , nei parchi cittadini ( non negli zoo, proprio liberi nei parchi, un po’ (solo pochi) leoni e, sopratutto tigri, in memoria della “tigre dai denti a sciabola” di  disneyana memoria? La cosa più nauseante, tuttavia, è un’altra. Dai mezzi di comunicazione traspare con evidenza che i politici e le loro mosche cocchiere non si preoccupano dell’utilità o  dei guai o dei vantaggi della Legge sulla reintroduzione dell’ orso, ma solo di verificare, tremebondi, quale sia la parte da sostenere, più elettoralmente vantaggiosa. Basta guardare i nomi e ricordare precedenti discorsi. E vedere la tremante , improvvisa diversità di opinioni. Che schifo!

Anche questa prova conferma che agli eletti dei cittadini non importa assolutamente nulla. Desiderano solo la seggiola per la seggiola secondo la secolare scuola di Giulio Andreotti.

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