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Referendum veneto? oggi e’ solo propaganda politico/elettorale

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di FABRIZIO DAL COL

Referendum-VenetoVoglio fare il bastian contrario. Non si arriverà al referendum in Veneto, punto. Tutto sbagliato e il percorso politico istituzionale fin qui  utilizzato si rivelerà del tutto inutile se non si dimostra di aver esperito tutti gli step  previsti dal diritto internazionale. Il diritto di autodeterminazione di un popolo non lo può decidere una legge dello Stato, figuriamoci una legge regionale come quella del Veneto, che oltretutto si esporrà al rischio di illegittimità, se la Corte costituzionale stabilirà che si tratta di una legge di materia concorrente con lo Stato. Non lo può nemmeno decidere un popolo che voglia autodeterminarsi se prima non si sono avanzate, in sede internazionale, le richieste necessarie per avviare la procedura di autodeterminazione.

Nemmeno la Scozia ha voluto utilizzare il percorso politico di esercitare il diritto di auto determinazione dei popoli, e infatti il Regno Unito ha recitato la sua parte: si è opposto al Si, ma ha lasciato volontariamente  e consapevolmente che si  facesse. Questo perché, se avessero vinto i Si, Cameron avrebbe avuto gioco facile ad impugnare il referendum in sede internazionale, ovvero nell’unico luogo deputato a decidere se i requisiti del popolo che chiede l’autodeterminazione siano o meno legittimi.

Anche la Spagna, che è una Repubblica a eredità monarchica, dopo aver aspettato che la Catalogna avviasse la procedura referendaria, come è accaduto nel  Regno Unito, recita ora la sua parte opponendosi al referendum, ma come è accaduto in Gran Bretagna lascerà fare, consapevole che se vincessero i Si, avrebbe poi gioco facile ad impugnare in sede internazionale il referendum.  Tutto ciò che è accaduto fino ad oggi, e che continuerà ancora ad accadere domani, è derivato dal fatto di non voler scegliere di  utilizzare nella sede dell’ONU gli strumenti previsti dal patto internazionale.

Detto ciò,  oggi sempre più popoli del vecchio continente, e non solo, intraprendono un percorso che porta alla loro  indipendenza, e a fronte di tale realtà verrebbe allora da chiedersi se il diritto di autodeterminazione, previsto dai patti internazionali, sia ancora uno strumento utilizzabile oppure no. In pratica, alcune domande sorgono spontanee: a ) se un popolo, che vive in uno Stato aderente all’Unione Europea, decidesse oggi di autodeterminarsi, quale strada dovrebbe percorrere?; b) per quale ragione nessuno più  intende esercitare un diritto di autodeterminazione in sede ONU?; c) forse è la difficoltà a costituire l’Europa politica  a frenare i diritti internazionali garantiti dal patto;? d) oppure il sistema di potere europeo è interessato a fermare le istanze di indipendenza che si fanno avanti? Non lo sapremo mai, ma oggi, in molti  sospettano che la libertà dei popoli sia già stata compromessa con le cessioni di sovranità popolari in favore dell’Europa.

Quindi, il lasciar fare avverrà anche con il Veneto? Non lo sappiamo per certo, ma conoscendo il modus operandi dello Stato italiano, potrebbe accadere che decidesse di non lasciar fare. Tuttavia, così facendo, dimostrerebbe di non essere più uno Stato democratico. Quindi, potrebbe allora approfittare della situazione economica infelice in cui versa oggi  l’Europa per  creare  volutamente un precedente favorevole a tutti i PIIGS, e spalancare così le porte alla fine dell’Unione Europea, senza doversi però addossare nessuna colpa. Ma ho l’impressione che niente di tutto questo avverrà. E’ molto più facile che l’Italia cali le braghe davanti alla Ue e che accetti le sue indicazioni, tanto ormai il referendum Veneto diventa solo una scelta politico/elettorale.

 

 

 

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2 COMMENTS

  1. Potresti aver ragione, ma i fatti dimostrano tutt’altro. Prima, devi dimostrare di essere un popolo. Il Veneto lo è, ma lo deve comunque rivendicare nella sede di chi ti deve poi riconoscere. Quindi, andrebbe prima denunciato lo stato italiano per aver ricevuto dalla Francia un territorio che non era suo. ( “Ricevuto attraverso un referendum truffa”).

  2. L’autodeterminazione dei popoli non deve essere riconosciuta da nessuno se non dal popolo che la richiede, avviene e basta. La sede internazionale per l’indipendenza dev’essere prima rinosciuta da chi vuole l’indipendenza, e questo potrà avvenire esclusivamente in un periodo successivo. Per cui l’Onu o qualunque altra sede di “diritto internazionale”, non hanno voce in capitolo prima dell’autodeterminazione di una nazione che, solo successivamente, dovrà riconoscerne l’autorità, e non è detto che ciò avvenga.

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