di MARTXELO OTAMENDI*
Ho trovato molto interessante la discussione tenutasi questa settimana in Catalogna a causa della disobbedienza. Prima Esquerra e poi il CUP hanno chiesto di sollevare la questione della disobbedienza al presidente Mas. E Domenica sera, solo una settimana fa, in un’interessante intervista in onda su un canale televisivo spagnolo, Mas ha risposto alla domanda relativa alla disobbedienza, dicendo che non va criminalizzata. Egli ha sostenuto che molti dei cambiamenti positivi che si sono verificati nel mondo sono arrivati grazie alla disobbedienza.
Molti diritti e molte delle situazioni di cui godiamo oggi sarebbero state impossibili se non si fosse praticato la disobbedienza. Nel Paese Basco, l’esempio più vicino nel tempo è il l’obiezione al servizio militare. All’inizio erano pochi a praticarla, poi si sono moltiplicati coloro che l’hanno praticata, alla fine, vedendo che era impossibile contenere questa ondata di disobbedienza, Aznar ha deciso di abolire la coscrizione obbligatoria nel 2000. Ricordiamo, tuttavia, che qualcuno s’è fatto la galera per garantire ai molti di oggi l’esenzione dal servizio militare.
Ci sono molti esempi simili nel corso della storia e la disobbedienza può essere un metodo appropriato quando non vi è alcuna possibilità di mediazione col potere.
Quello della Catalogna è un caso paradigmatico. La Catalogna ha tentato di raggiungere un qualche tipo di consenso e di accordo con il governo di Madrid e col principale partito di opposizione in Spagna. Ma una volta che è stato verificato che questo accordo è impossibile, ci sono solo due opzioni: o arrendersi o andare avanti a praticare la disobbedienza o attraverso un altro sistema che gli somiglia molto.
Ci sarà ancora da dibattere e trovare il consenso se si renderà opportuno, ma lo scontro fra i due treni in corsa che si avvicina pare non lasci spazio alcuno ed io non ho alcun dubbio che gran parte dei catalani sarà disposto a disobbedire.
*Editorialista di http://www.vilaweb.cat/
