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Lettera appello agli indipendentisti veneti: seguite la strada dei comitati comunali

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di FABRIZIO DAL COL

sostieniMi sono deciso a scrivere questa lettera – appello, a tutti i veneti di buona volontà, dopo aver letto l’articolo dal titolo l’alternativa degli indipendentisti : un referendum comune per comune, a firma dal Direttore Marchi, pubblicato di recente sul MiglioVerde.

Ringrazio fin d’ora tutti coloro che continuano a lottare per l’indipendenza della nostra “terra veneta”, coloro che si sono arresi, coloro che vorrebbero impegnarsi a farlo ancora, ma anche coloro che hanno smesso di crederci. Non sarò prolisso, anzi, cercherò di essere sintetico.

Tra non molto, nel bel mezzo dell’apatia politica più totale, i cittadini  veneti saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente del Veneto.  Potremmo pensare che queste elezioni siano una opportunità, ma non sarà così, accadrà invece che il progetto di un futuro Veneto indipendente corra il rischio di svanire definitivamente come neve al sole proprio a causa delle prossime elezioni regionali. Infatti, l’uso strumentale di liste civetta da parte delle forze politiche nazionali, come  anche di quelle locali, annacquerà ed inquinerà irreversibilmente qualsiasi progetto politico concreto che si rendesse necessario a svolgere il referendum Veneto.

A norma di legge, e degli statuti degli enti locali, nessun referendum può essere indetto nell’anno solare in cui si siano tenute le elezioni. Quindi, dopo il voto delle prossime elezioni regionali, si dovrà attendere il termine dell’anno solare in corso prima di poter costruire un percorso politico – giuridico che si rendesse necessario a celebrare il referendum sull’indipendenza. Tutto questo, accadrà ovviamente con la nuova amministrazione regionale, ed ecco che allora si ripeterà nuovamente il rito di ridiscutere la consultazione referendaria popolare partendo da zero. In sostanza, sarebbe come infliggere il colpo di grazia definitivo a qualsiasi istanza referendaria, che provenisse dalla società civile e/o movimento cittadino. Infatti, in questo periodo di tempo, per un sistema di potere che non vuol mai cambiare nulla, sarà gioco facile modificare le norme e le leggi ed evitare così che i cittadini esercito il diritto sulla partecipazione popolare previsto dagli statuti. Ed è per tali ragioni, che non si deve più pensare a percorrere le vie istituzionali regionali per essere certi di poter poi indire una consultazione popolare.

Detto ciò, prima che accada quanto sopra, occorre che i cittadini di ogni comune si costituiscano in comitati e che riescano a far approvare nei rispettivi comuni le istanze politiche sulla partecipazione popolare che sono state già approvate da altri, utilizzando i testi votati dai comuni che hanno creato il precedente. Da tutto ciò dovrà scaturire poi l’assemblea del comitato regionale per il referendum sull’indipendenza del Veneto, il quale depositerà l’istanza popolare sottoscritta dai comuni del Veneto, che diverrebbero così l’espressione massima della sovranità popolare veneta. La diaspora, che continua a dividere i veneti da più di un trentennio, cesserebbe  così di esistere per sempre, e il risultato finale non potrebbe che essere quello più nobile: l’aver ricostruito e rivotato un plebiscito, che un tempo costrinse i veneti ad aderire all’Italia unita attraverso una truffa. Insomma, tutti  sarebbero protagonisti di un successo destinato a passare alla storia per essere stati capaci di realizzare, agli occhi del mondo intero, l’atto più democratico della storia italiana.

 

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