Da circa vent’anni è attiva a Bolzano l’associazione «Initiative für mehr demokratie» o «Iniziativa per più democrazia», che si batte per il corretto esercizio degli strumenti di democrazia diretta nelle istituzioni dell’Alto Adige. Organizzata capillarmente nel territorio provinciale, può contare su gruppi di attivisti presenti in moltissimi Comuni, e gli effetti di questo lavoro cominciano a manifestarsi.
Il Comune di Malles in Val Venosta, nelle ultime due settimane di agosto ha esercitato un nuovo tipo di referendum, sia nel quesito che nel metodo. Per la prima volta gli elettori di un Comune di questa provincia si sono potuti esprimere sull’uso dei pesticidi nell’agricoltura, specie nelle piantagioni di meli, accogliendo con grande maggioranza (75,68%) la proposta dei promotori, cioè quella di introdurre un regime più severo per l’utilizzo degli anticrittogamici sul territorio di Malles. E per la prima volta i cittadini di un Comune sudtirolese si sono avvantaggiati del voto postale, cioè potevano votare in un arco di due settimane servendosi dell’apposita scheda e busta di votazione recapitata da parte dell’ufficio elettorale.
Questo metodo, già utilizzato in vari altri paesi, non solo ha consentito ai cittadini di votare tranquillamente a casa dopo la lettura dell’opuscolo informativo inviato dal Comune, ma in pratica ha consentito un’alta partecipazione che ha sfiorato il 70%. E le innovazioni di questa tornata referendaria di Malles non si fermano qui. Vanno menzionate, poiché oltre il voto postale sono altre sei:
- Le votazioni referendarie a Malles, secondo lo statuto (qui), sono tutte a effetto vincolante, cioè l’amministrazione è obbligata ad applicare la decisione dei cittadini. In altri comuni della provincia tuttora si continua a svolgere referendum “consultivi” non vincolanti.
- Il Comune di Malles ai suoi cittadini ha riconosciuto entrambi i diritti referendari principali: l’iniziativa popolare e il referendum confermativo. L’iniziativa per votare su una proposta promossa dai cittadini, il referendum confermativo per decidere sull’entrata in vigore di una delibera presa dalla Giunta o dal Consiglio comunale.
- Il quorum di partecipazione è stato ridotto al 20%, soglia piuttosto innocua che non si presta ad eventuali campagne di boicottaggio.
- Le firme per un’iniziativa popolare possono essere raccolte liberamente, cioè non devono essere autenticate da un ufficiale pubblico o da un rappresentante politico, basta invece la delega da parte del sindaco di un semplice cittadino.
- Tutti gli aventi diritto al voto referendario (inclusi i 16enni) assieme ai documenti di voto hanno ricevuto l’opuscolo ufficiale di votazione, in cui sono spiegati il quesito, le informazioni utili e il vademecum della votazione. Inoltre sia i promotori (hollawint.com) che gli oppositori del divieto dell’impiego di pesticidi (federazione degli agricoltori convenzionali) hanno avuto due pagine per illustrare le proprie ragioni. La redazione di questo opuscolo è stata curata dalla Commissione per lo svolgimento dei referendum.
- Infine il Consiglio comunale avrebbe anche avuto la possibilità di portare a votazione una sua controproposta. Se l’avesse fatto, i cittadini avrebbero potuto scegliere fra due proposte alternative.
Tutto sommato Malles con il suo giovane Sindaco Ulrich Veith (SVP) si presenta come un Comune aperto ad un nuovo tipo di partecipazione dei cittadini, che considera un buon regolamento dei referendum comunali come condizione essenziale per far funzionare la democrazia diretta.
Finalmente la volontà popolare comincia a non essere più aggirata dai politicanti.
Una maggioranza della popolazione ha deciso non facendosi intimorire né distogliere da quelle forze che addirittura mettono in dubbio la sua capacità di giudizio e che vorrebbero negarle il potere decisionale. Le forze avverse al potere referendario dei cittadini con l’esito del voto si vedono respinti i progetti che esse perseguono. Dovranno imparare prima o poi ad essere democratici ed accettare il fatto che sovrana è la popolazione. E l’alta partecipazione mette ancora una volta in evidenza la volontà della popolazione di contare sulle scelte politiche importanti.
Questa volontà ora deve essere considerata anche a livello provinciale. Per la quarta volta in vent’anni il Consiglio provinciale ha da trattare un disegno di legge stilato da «Iniziativa per più democrazia», che sottolinea:
- In provincia di Bolzano, e solo in Val D’Aosta, dal 2005 i cittadini sono diventati legislatori.
- Una netta maggioranza in Consiglio provinciale, a differenza di quanto previsto dall’attuale legge, è ora per l’abbattimento del quorum di partecipazione.
- Parteggia per l’introduzione del referendum amministrativo, cioè quello riguardante le competenze della Giunta provinciale.
Con il referendum del febbraio 2014 contro la legge sulla partecipazione voluta dalla SVP (Südtiroler Volkspartei) una grande maggioranza dei votanti ha detto di no a un numero eccessivamente alto di firme da raccogliere, a doppie raccolte firme, a tutte le trappole, agli impedimenti e alle possibilità di manipolazione durante il procedimento, nonché e soprattutto all’impossibilità di poter concorrere nel determinare le regole della democrazia. «Initiative für mehr demokratie» aveva criticato questa legge anche per il fatto che fece mancare uno dei due strumenti basilari della democrazia diretta, il referendum confermativo sulle leggi ordinarie e gli atti amministrativi. La completezza degli strumenti referendari è così una rivendicazione di fondo per la riforma della materia.
L’associazione aveva anche anticipato, con l’edizione di un giornale (vedi allegato) con un’alta tiratura in versione tedesca e italiana. l’anniversario del ventennio di impegno per più democrazia nella provincia sud tirolese.
Nei prossimi mesi e in ogni modo entro febbraio 2015 si svolgerà un ampio dibattito su una nuova legge per la democrazia diretta. Sembra essere volontà del Consiglio provinciale (visti gli esiti referendari) quella di aprirsi al dialogo diretto con i cittadini. Questa è certo una novità da apprezzare. Ovviamente sarà fondamentale il coinvolgimento dei cittadini soprattutto quando si tratta di stabilire le regole della democrazia. La novità è anche che saranno coinvolti tutti i partiti presenti nel Consiglio provinciale nel lavoro di riforma degli strumenti di partecipazione. Ci sono così buone ragioni per pensare e sperare che potrebbe essere la volta buona per avere finalmente una legge sulla democrazia diretta soddisfacente, cioè fruttuosamente applicabile ed efficace.
Infine, assieme ad altre 250 organizzazioni di 22 paesi della UE, l’«Iniziativa per più democrazia» partecipa all’iniziativa dei cittadini europei contro il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TIPP) con gli Stati Uniti e contro quello con il Canada (CETA) che ora si svolgerà in forma autogestita. L’«Iniziativa» si attiva con tale azione in quanto questo trattato minerebbe la democrazia stessa e lo stato di diritto visto che con esso le imprese multinazionali potrebbero mettere sotto accusa interi Stati che limitassero, con decisioni politiche, i loro investimenti e le loro prospettive di profitto. Inoltre potrebbero essere messi in discussione gli standard di tutela ambientale.
La Commissione UE ha già respinto una prima richiesta il 10/09/2014 [vedasi qui]. Ora questa iniziativa si riavvia e sarà svolta in modo autogestito dalle organizzazioni su indicate per far pressione sulla Commissione. L’obiettivo è di raccogliere in breve tempo oltre 1 milione di firme contro il TTIP e il CETA. La sottoscrizione è partita in tutta l’Europa sabato 11 ottobre e investe oltre 2.000 città. Via internet al momento in cui scriviamo hanno già firmato 549.307 cittadine/i. Chi vuole utilizzare questo metodo potrà deporre la propria firma utilizzando questo link (qui) . È stato annunciato che s’intraprenderà anche un’azione legale presso la Corte di Giustizia Europea contro la decisione della Commissione UE. L’ICE (iniziativa dei cittadini europei: qui) è l’unico strumento con il quale i cittadini possono influire sulla politica di Bruxelles. Se questa nuova ICE dovesse essere ancora una volta rigettata dalla Commissione UE, si avrà la riprova che questa è l’UE dei politicanti e delle burocrazie. Non ci sarà quindi che sperare nella Corte di Giustizia Europea.
GUARDA QUI: vedi_giornale_info2014