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A proposito di indecenza ed evasione fiscale

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di MATTEO CORSINI

Parlando di evasione fiscale, direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha detto che è “un’indecenza da estirpare”. Tutto abbastanza prevedibile, compreso il linguaggio truce, considerando che interveniva su invito della Fp-Cgil.

Rufifni ha poi aggiunto:la stiamo scalfendo, non demolendo.”

E la soluzione quale sarebbe? Anche in questo caso un classico di ogni capo di una burocrazia che debba giustificare risultati migliorabili (questione poi di punti di vista su cosa si debba intendere per miglioramento, ma seguiamo la logica anti-evasione): un aumento delle risorse a disposizione, ossia più persone da assumere.

La partita fisco-contribuenti è impari. Noi abbiamo risorse limitate, siamo 32.000, mentre le partite Iva sono 5 milioni.

D’altra parte in Italia continua a prevalere l’opinione che da un decennio ci siano stati solo tagli di spesa pubblica, quando basterebbe consultare i siti dell’Istat e della Ragioneria generale dello Stato per rendersi conto del contrario. E c’è stato il maledetto blocco del turnover, quindi le amministrazioni pubbliche sono tutte in penuria di personale. Altra leggenda che non regge molto ai confronti internazionali. Come se una persona in grande sovrappeso lamentasse di essere prossima a morire di stenti dopo ever perso un chilo.

Certo è che, parafrasando il pensiero di certi magistrati, per come la mette Ruffini parrebbe che il mondo delle partite IVA sia suddivisibile in evasori già scoperti e ancora da scoprire. Non sarà questa la vera indecenza?

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