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A ravenna un film dedicato all’indipendenza del tibet

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di REDAZIONE

Questa sera, al Cinema Corso alle ore 21, ci sarà il terzo appuntamento con Ravenna Festival d’essai 2012 presenta “The Sun Behind the Clouds: Tibet’s Struggle for Freedom”, ultimo lavoro di Ritu Sarin e Tenzin Sonan, coppia di registi e film maker alla cui produzione filmica e documentaristica è dedicata quest’anno la rassegna cinematografica del Festival.

Come riportato sul sito ravenna24ore.it “il film nel 2010 si è aggiudicato il premio del pubblico al 21° Festival Internazionale del cinema di Palm Springs nonostante il governo di Pechino avesse intimato al direttore artistico Darryl McDonald, di eliminare dal cartellone il documentario tibetano. A fronte del rifiuto della direzione, che seppe resistere alle pressioni, Pechino in segno di protesta ritirò dalla rassegna due film di provenienza cinese. Il documentario affronta infatti la delicata situazione tra Tibet e Cina, la tensione e il confronto tra il tentativo del Dalai Lama di risolvere pacificamente la ricerca di libertà e di indipendenza del popolo tibetano attraverso il compromesso e il dialogo e l’impazienza di una giovane generazione di tibetani pronti a percorrere una scelta più conflittuale.

La pellicola, frutto di una serie di interviste e colloqui dei due autori con il leader tibetano, racconta la più grande rivolta del Tibet da quando la Cina prese il controllo nel 1959, insurrezione che nel marzo del 2008 si diffuse in tutto il paese e al di fuori di esso, in India, dove i tibetani in esilio attuarono una marcia di ritorno in patria, dimostrando al mondo il malcontento popolare sotto il dominio cinese e il manifesto desiderio di libertà. Molti quesiti vengono posti dai due registi nel corso di “The sun behind the clouds” inducendo il pubblico a riflettere su questioni come esilio, identità culturale e aspirazione politica a fronte della diaspora tibetana, si tratta di una visione nuova, un’opinione insolita che mostra ciò che sta accadendo nel cuore del popolo tibetano facendolo però in maniera originale, non attraverso un film pieno di rancore ed odio, ma attraverso la realizzazione di un documentario imperturbabile, misurato ed equo, caratteristiche e qualità simbolo di questa popolazione”.

 

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