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Addio a gioanin ross, fondò l’associazione “el sol ed j’alp”

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E’ morto a Biella, a soli 62 anni, Gioanin Ross, presidente della associazione culturale “El Sol ed j’Alp” per la difesa della lingua e della cultura piemontese. Un tumore, diagnosticato poco prima di Natale, se l’è portato via in meno di un mese.

Dopo una breve militanza nella “Lega Nord”, dopo aver constatato il centralismo di questo partito, Ross aveva creato la nuova associazione per affermare senza equivoci l’identità del Popolo Piemontese. Aveva anche creato l’associazione di amicizia fra Piemonte e Bretagna. Per diversi anni si era fatto carico con pochi altri di organizzare a Torino la commemorazione dei popolani assassinati dalla sbirraglia sabauda nel 1864 nel corso delle pacifiche manifestazioni per il furto della capitale.

Gioanin Ross, nella sua casa di Borriana, che aveva messo a disposizione del sodalizio, organizzava in dicembre la rassegna «La Giojera Piemonteisa», concerti, corsi di lingua, e curava una biblioteca fra le più rifornite di tutta la regione. Lascia il figlio Mattia che da alcuni anni lo affiancava nel suo lavoro.  E’ stato sepolto al suono della “bela bergera” eseguito dalle cornamuse e lo sventolio del drapo’ nassional.

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1 COMMENT

  1. Senza nessuna polemica, questo è il consueto articolo semestrale sul Piemonte.
    Dico questo perché ho già constatato l’indifferenza sull’indipendenza del Piemonte., Piemonte che oltre ad aver dato i natali al defunto Gioanin Ross li diede anche a Gilberto Oneto, fondatore della rivista.
    Eppure se si uscisse dalla miopia, dall’orticello, se si ragionasse in termini di strategia ci si accorgerebbe che se c’è uno Stato padano che può aspirare all’indipendenza e così trainare tutti gli altri è il Piemonte e con esso la liguria. Parto da quest’utlima e poi torno al <piemonte.
    La liguria aveva una repubblica plurisecolare indipendente fino a Napoleone, con la sua caduta ed il consegunente Congresso di Vienna, la Repubblica di Genova doveva essere ricostituita, invece venne regalata al Regno di Sardegna. Sulle medesime basi giuridiche due comuni liguiri stanno già rivendicando l'indipendenza, Seborga e Zuccarello.
    Il Piemonte ha una sua lingua, riconosciuta come tale dall'Unesco, i letterati, la corte piemontese parlavano in piemontese ma scrivevano in francese, la lingua che usavano anche Cavour e Vittorio Emanuele II. Imporre l'italiano al Piemonte ha il medesimo senso che imporre lo svedese all'isola caraibica del dittatore del libero stato di bananas, il film di Woody Allen, ci manca solo che ai piemontesi venga imposto di portare le mutande sopra i vestiti e poi siamo al medesimo livello….
    Ai piemontesi non venne mai chiesto se volessero o meno entrare nel Regno d'Italia, neppure con i plebisciti truffa come la Lombardia ed il Veneto, anzi neppure gli venne chiesto se gradivano l'amputazione di Savoia e Nizza, anzi vennero presi a fucilate quando protestarono per lo spostamento della Capitale.
    SE c'è uno Stato, un popolo che non dovrebbe essere soggetto all'occupazione italiana quello è il Piemonte, se c'è uno Stato che ha le caratteristiche, storia, cultura, lingua e diritto di essere indipendente è il Piemonte. Aosta è stata una provincia piemontese fino alla seconda guerra mondiale, la Vald'Aosta ha l'autonomia ed il bilinguismo, il Piemonte no e non se ne capiscono le ragioni. Se il Piemonte con tutte le caratteristiche sopra descritte ottenesse il bilinguismon e l'autonomia solo per effetto del residuo fiscale farebbe crollare le finanze dell'occupante italiano in breve tempo. Per bilinguismo intendo piemontese-francese, essendo l'italiano una lingua totalmente estranea al territorio, tanto varrebbe imporre il portoghese o lo swahili…. Questo anche per ovvie ragioni, ai piedi del Monte Rosa abitano popolazioni di lingua tedesca, queste dovrebbero studiare il tedesco, il loro dialetto, il francese ed il piemontese (la cosa vale anche per le valli occitane) se ci aggiungiamo anche l'estraneo ed inutile italiano arriviamo a 4 lingue, in poche parole avremmo dei poliglotti ma ignoranti di storia, geografia e matematica per evidenti ragioni di tempo….
    Quindi puntiamo sul Piemonte e sulla sua autonomia alle medesime regole della Vald'Aosta, poi puntiamo a contestare tutte ma proprio tutte le tasse italiane sia presso la giustizia italiana, la Corte Costituzionale e la giustizia europea, ogni singola tassa con ricorso preparato da competenti giuristi e commercialisti. Tutte le tasse insieme, non potranno bocciare tutti i ricorsi e se si fa un ricorso per volta se lo voinciamo sposteranno la tassazione su altri tributi,ma se tutti i tributi sono oggetto di ricorso a soggetti diversi non sapranno dove spostare la pressione fiscale. Senza soldi la bestia morirà di fame e non avrà più motivo di continuare il colonialismo in Padania. Se il Piemonte ottiene e può ottenerla l'autonomia tutte le altre regioni padane potranno poi ottenerla, senza i soldi della Padania l'Italia fa bancarotta, l'indipendenza è il passo successivo.

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