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Addio franco miroglio, ti ricordiamo alla testa della marcia contro il fisco

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Mirogliodi REDAZIONE*

Nel momento in cui torna a irrompere sulla scena politica il tema “fisco”, può essere interessante ricordare un evento ormai “storico” avvenuto a Torino vent’anni fu: la marcia dei contribuenti del 23 Novembre 1986.

Un gruppo di cittadini qualunque, senza appoggi nè sponsorizzazioni di partiti, sindacati, categorie. forze politiche in genere, riuscì a portare in piazza a Torino circa 40.000 persone che sfilarono del tutto pacificamente per protestare contro l’esosità del Fisco, inalberando il motto: “Meno Fisco = più sviluppo economico = più libertà”. Fu un evento inaspettato, quasi incredibile, per un paese come l’Italia nel quale le manifestazioni di piazza sono solitamente più “spintanee” (mi si passi il barbaro neologismo) che spontanee, e cioè sono spesso organizzate, dirette e finanziate da categorie, sindacati, partiti eccetera.

La manifestazione ebbe l’effetto di un piccolo terremoto per la classe politica di allora che subito si allarmò, sorpresa dal successo clamoroso del1a marcia e soprattutto dalla totale spontaneità della partecipazione. I socialisti e gran parte della sinistra la qualificarono marcia degli “evasori” (come se fosse caratteristica degli evasori fiscali fare pubblica confessione delle proprie colpe esibendosi personalmente in piazza), parte dei politici di tradizione liberale (in particolare repubblicani) la qualificarono “marcia a sottinteso qualunquista e poujadista”, altri addirittura definirono “eversori” i promotori e i partecipanti. In verità l’intento che aveva mosso promotori e partecipanti (fra i quali i professori Martino, Ricossa e Marongiu, intervenuti come oratori, che diedero alta dignità intellettuale alla manifestazione) non era minimamente di incitare a rivolte fiscali, o tanto meno all’evasione o ad eversioni di sorta, quanto piuttosto di richiamare l’attenzione su un prelievo fiscale e una tassazione globalmente troppo elevata (già allora la sola imposizione sul reddito veleggiava verso il 50%) che rischiava di schiacciare la creatività, la libera scelta, l’iniziativa e in definitiva la libertà dei cittadini, oltre che lo sviluppo economico del paese.

In sostanza non era altro che la protesta di contribuenti stufi di lavorare sei mesi l’anno per lo Stato! Una battaglia per un Fisco equo che non mortifichi “iniziativa dei singoli è una battaglia fondamentale per la libertà perchè in concreto il grado di libertà del cittadino nei confronti dello Stato si misura essenzialmente dal grado di potenziale di iniziativa economica che lo Stato lascia allo stesso o meglio da quello che il cittadino sa conquistarsi. Quella marcia fu un grido di cittadini consapevoli che ognuno è artefice della propria vita e promotore della propria libertà.

*Questo articolo è di Franco Miroglio, Membro del Comitato Organizzatore della Marcia contro il Fisco del 1986, tratto da i Quaderni Padani n. 66/67 del 2006. Oggi, si celebrano le sue esequie. Franco era un amico di questa rivista ed un sostenitore accanito delle idee che rappresentiamo. 

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2 COMMENTS

  1. Nata l’italia nato il fisco.
    Una parte del territorio paghera’ sempre piu’ dell’altra: una deve mantenere l’altra o le altre.
    Formule magiche non ne vedo se non il rifiuto, la secessione.
    Pare che chi paga da sempre non abbia il coraggio per affrontare l’argomento con i dovuti toni. Almeno di dirlo a chi riceve che la sagra e’ finita.
    O chi riceve fa orecchio da mercante..?
    Salam

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