Leggo che negli ultimi giorni, politicamente, non è accaduto molto in Italia e ormai schiacciati da centinaia di scosse di terremoto nella pianura padana, i giornali mettono il resto in secondo piano. Ma ogni giorno uno spaziettino è dedicato a lui, uno tra gli uomini più inutili sulla faccia della Terra: Angelino Alfano.
Già queste A.A., doppia stessa iniziale che tanto mi ricorda B. B. di Brigitte Bardot oppure C. C. di Claudia Cardinale o M. M. di Marilyn Monroe, mi danno fastidio perché lui proprio non è un divo, non ha né fascino né intelligenza, è un grande mediocre e se proprio si vuole trovare una connessione cinematografica, ha una forte somiglianza nel viso con E.T. (mi spiace per E.T. che è molto più simpatico di lui ). I giornali ne parlano per le riforme delle elezioni del Presidente della Repubblica che il grande A.A. sta escogitando sentendosi quasi quotidianamente con l’altro extraterrestre Silvio. Ma Angelino Alfano, chi è? Vedo che è nato ad Agrigento il 31 ottobre 1970 (altra cosa che mi intristisce è questa data, anche se è un fatto solo mio personale, quel giorno fu di fatto la fine calcistica di Gigi Riva, nel pieno delle sue forze ma rotto da un terzino austriaco al Prater di Vienna) poi entrato nella D.C. diventandone segretario provinciale della sezione giovanile. Laureato in giurisprudenza alla Cattolica di Milano, in Forza Italia nel ’94 ed eletto deputato per la prima volta nel 2001.
Fu considerato uno dei giovani emergenti del partito, rieletto nel 2006 ed ancora nel 2008. IN quell’anno, l’8 maggio, Ministro della Giustizia del governo Berlusconi, il più giovane guardasigilli della storia repubblicana. Personalmente non lo sopporto perché quando apre bocca passa dall’ovvio al banale e poi dal banale all’ovvio. Ed anche per quel senso che ha sempre da persona molto impegnata, scrupolosa, operosa e rigorosa. Ma forse sbaglio io e se avesse ragione lui?
Magari è veramente un grande e infatti pensiamo inevitabilmente al cosiddetto “Lodo Alfano” legge sulla sospensione dei processi a carico delle 4 più alte cariche dello Stato per la durata del loro mandato istituzionale. Legge poi giudicata incostituzionale dalla Corte Suprema nell’ ottobre 2009 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ma un avvocato ministro può fare simili errori? Mi ricordo anche un altro suo passaggio di cui ritagliai (ce l’ho sotto gli occhi) l’articolo sulla Stampa di Torino: riguardava una soluzione che solo una mente superiore ed un cervello immenso possono avere, sul problema della carceri italiane superaffollate. Il nostro ex-guardasigilli propose con grande strombazzamento la soluzione dei braccialetti al polso o alla caviglia per circa 7-8000 detenuti che così sarebbero passati agli arresti domiciliari svuotando le prigioni. A parte il fatto che le carceri italiane potrebbero accettare al massimo quasi 46 mila detenuti mentre attualmente sono oltre 66 mila, per cui questa solizione di Alfano sarebbe risultata di utilità molto relativa, l’ex-ministro, giusto per capire con chi abbiamo a che fare, dimenticò che pochi anni prima, sempre in un governo Berlusconi, il ministro Castelli ed altri, già proposero e bocciarono la stessa idea . Perché? Leggo sulla Stampa che fu fatto l’esperimento con 400 braccialetti del genere (con una spesa dice il giornale di 11.000.000 di euro, ripeto undici milioni di euro) e testati su (ascoltate bene) 3 detenuti. Uno dei detenuti scappò, anche perché i braccialetti non avevano il collegamento satellitare ma erano solo collegati ad una centralina telefonica della polizia. Cioè, se ti allontani oltre il limite di captazione (come un telefono cordless) non ti sentono più. La Polizia capisce che sei scappato ma non sa dove cavolo sei! Inoltre se 400 braccialetti son costati 11.000.000 di euro quanto verrebbero i previsti 7-8000 che voleva Alfano? Ecco i veri sciacalli, non solo quelli del terremoto.
Chiudiamola qua, caro A.A. Sei il solito pagliaccione, un extraterreste che capisce ben poco, e ogni giorno ripete: “Te-le-fo-no- ca-sa-ber-lus-co-ni…”.
Angelino Jolie è, politicamente parlando, il nulla. Il vuoto più completo e totale, ma bisogna dire che non è l’unico, anzi è in buona compagnia in questo sgangherato mondo politico italiota. A partire dai suoi compari dell’A-B-C, espressione del vuoto moltiplicato per il nulla come lui
Non offendiamo E.T., che – tra l’altro – voleva andare a casa, mentre Alfano non si schioda.