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Alitalia, atlantia e mercato: di maio è imbarazzante

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di MATTEO CORSINI

Dopo avere detto peste e corna di Atlantia e avere categoricamente escluso che la holding dei Benetton avrebbe preso parte al salvataggio (ennesimo) di Alitalia, Luigi Di Maio pare avere cambiato idea, spacciando la decisione delle Ferrovie dello Stato sulla scelta del partner privato come autonoma dal governo. Il tutto con tempi enormemente dilatati, dato che la questione avrebbe dovuto essere risolta entro fine gennaio, e da lì in poi con scadenze pressoché mensili, sempre prorogate.

Ma tutto questo sarebbe il minimo. Di Maio si è poi prodotto in dichiarazioni sul futuro di Alitalia che fanno cadere le braccia.

  • “La cosa che mi sta più a cuore è che seguiremo il piano industriale, perché Alitalia ci permette in maniera fondamentale di orientare le politiche turistiche del Paese.”

Posto che il governo non dovrebbe orientare alcunché, è più che lecito dubitare che l’orientamento suggerito da Di Maio e colleghi punti in direzione diversa da un burrone. A suo dire, il piano industriale “deve essere sui voli di lungo raggio e non deve sacrificare l’occupazione.” Si punti pure sul lungo raggio, ma se le compagnie che si sarebbero candidate a rilevare Alitalia senza dover fare partnership con lo Stato avevano individuato degli esuberi di personale, probabilmente qualche conto lo avevano fatto.

Ma ecco la visione dello stratega di Pomigliano:

  • “Ci sono soprattutto nell’est del mondo milioni di nuovi ricchi che vogliono vedere l’Italia, il Paese più bello del mondo, e noi dobbiamo investire sulle rotte di lungo raggio come fanno Francia e Germania. La presenza dello Stato in Alitalia con Fs e il Ministero delle Finanze, che avranno la maggioranza assoluta della newco, garantisce che sarà un’operazione di mercato e allo stesso tempo un’operazione che ci consentirà di fare giovare l’Italia di una compagnia di bandiera che finalmente si va a prendere i turisti in tutto il mondo.”

Come tutti quelli che prima di lui hanno buttato soldi dei pagatori di tasse nel buco nero di Alitalia, anche Di Maio punta sulla necessità di avere una compagnia di bandiera per andare a prendere turisti in giro per il mondo, quando a me pare che non vi sia alcuna evidenza del fatto che ciò sia determinante per migliorar ei flussi turistici.

Imbarazzante, poi, l’affermazione che si tratterebbe di un’operazione di mercato, quando è evidente che il mercato è quanto di più distante da questo tipo di operazione. Per intenderci, il mercato ha decretato il fallimento di Alitalia già diversi piani di salvataggio fa.

Ed è comico il finale:

  • “Voglio essere l’ultimo ministro dello Sviluppo economico che si occupa di Alitalia e che se ne occupa in maniera strutturale non per metterci una toppa ma per rilanciarla.”

Come no…

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3 COMMENTS

  1. Secondo Di Maio i turisti arriverebbero in Italia con Alitalia, non con le low cost, ma invece pagando un biglietto aereo salato ingiustificato con Alitalia, per andare a farsi rapinare in un paese con l’Iva turistica al 10% (in Svizzera è al 4%) con prezzi alti a causa delle tasse elevatissime e, udite udite, ansiosi di farsi trasportare a Roma, invece che alla Malpensa, per farsi fare rapinare con altri biglietti per spostarsi e/o perdere i bagagli a Fiumicino per poi finalmente andare al nord a vedere Venezia, il Lago Maggiore, le Langhe, le Dolomiti o al limite a Pisa e Firenze. Un genio….

  2. Incredibile MR DI MAIO! ma dove ha studiato e ha appreso come governare una compagnia che chiama di bandiera ma privata? I turisti ringraziando gli operatori e compagnie stranieri arrivano lo stesso da tutto il mondo e non via ALITALIA.
    FS / DELTA &CO distruggeranno ALITALIA e chi ci rimette sarà il gruppo Benetton
    e il popolo italiano.
    mandiamo DI MAIO a scuola che impari sui banchi di scuola quanto noi abbiamo appreso lavoarando nei settori AEREO/ALBERGHIERO/OPERATORI TURISTICI
    SIN DAL 1960.
    Che DI MAIO RISPETTI I PROFESSIONISTI, CHE NON SOGNI UNA ALITALIA STATALE
    ALITALIA O MEGLIO IL MARCHIO ALITALIA, TANTO SOLO QUELLO CH E RIMASTO
    OPERI DA AZIENDA PRIVATA
    CHE FS escano e che contiunino a far camminare i TRENI che DELATA NON CI SOTTRAGGA I LONG RANGE, CONQUISTATI SIN DAGLI ANNI SESSANTA E CHE PRIVATI GESTISCANO LA NUOVA ALITALIA PRIVATA COME AI VECCHI TEMPI QUANDO ALITALIA ERA LA PRIMA COMPAGNIA AEREA GESTITA DAL COMM CAPPELLETTI DALL INGEGNER VELANI DAL CONTE CARANDINI E NOI CHE LAVORAMO NON OTTO ORE
    MA MEDIA DI 12 ORE E ANCHE NOTTURNE SENZA STRAORDINARIO, CHE PORTAVAMO IL NOME ALITALIA IN TUTTO IL MONDO LE FIERE TURISTICHE E NEI PAESI DI RICHBIESTA TURISTICA.
    NOI ABBIAMO PRESENTATO PROPOSTA DI PARTECIPAZIONE CON TANTO DI PROVA FONDI! NON SI SONO DEGNATI NEMMENO DI UNA RISPOSTA..TANTO NUOVA ALITALIA RIMARRA’ DECOTTA.
    SERVONO PRIVATI IMPRENDITORI CHE AZZERINO I DEBITI CHE RIPAGHINO IL PRESTITO PONTE E CHE SOSTITUISCANO FS/DELTA &CO
    E CHE MANTENGANO L OCCUPAZIONE ANZI LA INCREMENTINO IN QUESTO PAESE DISASTRATO

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