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Ambiente, padania disastrata: colpa del residuo fiscale che l’italia si mangia

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di GILBERTO ONETO

genovaSulla vicenda di Genova si sentono le solite lamentazioni (soldi non stanziati, lavori non fatti, dilazioni negli interventi, inefficienza amministrativa) ma tutti stanno bene attenti a non toccare i veri nervi scoperti: ignorante buona fede e patriottica mala fede si aggrovigliano in un capolavoro di ipocrisia.

Il disastro ambientale ligure (ma la cosa vale per l’intera Padania) è figlio di due genitori sciagurati: la cattiva pianificazione e l’oppressione italiana.

Sul territorio si sono trovati a pastrugnare sia pur con diversi obiettivi ma in perfetta sintonia la sinistra ideologia urbanistica e gli interessi più maleodoranti di speculatori e trafficoni del mattone. La prima costruisce le sue teorie su tristi utopie razionaliste e internazionaliste che non contemplano (anzi rifuggono) la conoscenza e il rispetto del territorio, delle sue specificità, repulsioni e vocazioni. Per l’urbanistica di regime ogni posto è uguale, così come ogni uomo, così come ogni edificio o piano regolatore. La pianificazione è solo opera d’ingegno umano  e la natura vi si deve assoggettare in una delirante concezione comunista e futurista che il progresso tecnico sia in grado di risolvere ogni problema ed esigenza.  Il tutto è condito – soprattutto a casa del rivoluzionarismo di sinistra – dalla robusta convinzione del “tanto peggio, tanto meglio”:  più disagiate sono le condizioni di vita di una comunità, più questa è predisposta a sovvertire e rovesciare le istituzioni, a “fare la rivoluzione” insomma. A questa follia ideologica si sovrappone l’interesse economico di chi vede nel territorio un bene di consumo e di commercio, di chi specula nella peggiore accezione del termine, sui valori delle aree, sulle necessità abitative o anche solo sulla aspirazione al guadagno. La devastazione del paesaggio, l’invivibilità delle città moderne, i disastri ambientali, l’affollamento e tutto il resto nascono da questo infame “compromesso” anche politico fra sinistra sovversiva e destra arraffatrice, con la benedizione della criminalità organizzata  che in Italia è il perfetto sensale di questa unione.

Questo porta al secondo genitore tricolore. Qualsiasi attività o intervento sul territorio genera conseguenze che vanno “attutite” da adeguate opere di mitigazione ambientale, di inserimento e di contenimento. Soprattutto i distretti più produttivi necessitano di investire una importante parte delle ricchezze prodotte nel contenimento dei danni ambientali che derivano da un intensivo uso del territorio. La vera differenza fra “paesaggi sani” e “malati” sta nella quantità di risorse che una comunità impiega nella salute del territorio.  Questo è anche un sicuro indicatore del livello di civiltà e di libertà politica: una comunità oppressa e derubata non ha la forza di investire nel suo habitat ed è perciò costretta a vivere male, nel disordine, nello sporco e nel pericolo.  È il caso delle regioni padane che si vedono sottrarre dall’Italia buona parte delle loro ricchezze: con un residuo fiscale di 120-140 miliardi l’anno ci sarebbe ampio margine per affrontare tutti i problemi ambientali. Con investimenti di gran lunga inferiori la regione tedesca della Ruhr ha rimediato ai guai di un secolo di estrazioni minerarie e di produzioni industriali devastanti, “restaurando” a fondo il suo territorio. Dunque i nostri disastri ambientali hanno un altro grande responsabile: Roma. È piuttosto strano che i movimenti autonomisti e ambientalisti non si facciano carico di questi ragionamenti e della battaglia anche ambientalista che ne deriva.

Un piccolo ragionamento finale merita il caso specifico di Genova. Qualcuno potrà obiettare che la Liguria sia la sola regione ordinaria padana ad avere un residuo fiscale “meridionale”. Serve però ricordare che la Repubblica di Genova sia stata per un paio di secoli uno dei paesi più ricchi d’Europa (forse il più ricco in assoluto), che ancora nel 1914 il Pil pro capite ligure era il più alto d’Italia e che la Liguria è stata la prima vittima dell’aggressione sabauda e italiana. Insomma, la Liguria è la prima vittima dell’unità, che le ha succhiato ogni linfa vitale trasformandola in una regione vecchia e assistita, “meridionalizzandola”. È questo un motivo in più per sperimentare proprio lì i vantaggi economici e ambientali dell’indipendenza padana.

È inutile recriminare sulla scarsa efficienza della protezione civile o dell’amministrazione locale. La sola efficace cura è l’indipendenza dall’Italia.

 

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10 COMMENTS

  1. Scommettiamo che se domani si rifacessero le lezioni a Genova e in Liguria, i soliti “sinistri” personaggi rivincerebbero a man bassa?
    Il fango mangiato in questi giorni dai liguri non è senz’altro sufficiente.
    E dico a chi ancora non è finito come la liguria: guardate cosa ci porterà roma e i suoi schiavi.
    Secessione

  2. Sono genovese di nascita , anche se lombardo di cultura, e dichiaro che i genovesi meritano quanto gli sta accadendo.
    Hanno avuto prove a bizzeffe che il pensiero comunista, quando realizzato, porta solo ed esclusivamente a disastri.
    Hanno avuto prove che i suoi gestori oltre che comunisti sono di una incapacità gestionale da dodicesimo mondo.
    Hanno avuto prove che l’unica grande aspirazione dei suoi capi è quella di “fare palanche” .
    E allora che vogliono ?
    Hanno voluto il fango ? Lo mangino !

  3. Per quanto sia io un “fan” del mega residuo fiscale lombado, spezzo una lancia a favore dei Liguri.

    Se la regione non ha un gran residuo fiscale è anche vero che non ha un gran deficit, e sarebbe come dire, fosse essa indipendente, che viaggia costantemente con un deficit a 0,x% del PIL.

    Questo le permetterebbe tranquillamente di avere un rating migliore di Fallitaglia, indebitarsi ‘nu poco e usare quei soldi, non per ingrassare Burlando and Co. ma per risanare il suo disastrato territorio.

    Liguri, svegliatevi. Basta sventolare bandiera rossa la trionferà, siate razionali e capite dove il bostro senso di appartenenza finisce (o dovrebbe finire) – certo non a … Lampedusa…

  4. Tutto giusto, tutto perfetto, sarebbe da stampare in un milione di copie e lanciare con gli aerei sopra tutta Genova e la Liguria.

  5. I genovesi ed i liguri si arrangino.
    Si rivolgano agli amministratori che hanno votato ed eletto.
    Comune, provincia, regione.
    Chiedano conto a loro.
    Vadano sotto casa dei politici eletti.
    Stiano fuori dai vari siti del potere , le varie assemblee, in attesa di beccare i responsabili politici ed amministrativi di questa improntitudine gestionale.

    Sono decenni di mala gestio , in tutti gli ambiti possibili.
    L’alluvione è qualcosa di evidente, ma ci sono certamente altre situazioni più che censurabili silenti , e non solo a Genova.

    Ai genovesi non resta che una scelta, molto semplice.
    Randello, oppure rivolta fiscale immediata.
    Se, però, volessero continuare a fare i sudditi e continuare così , nonostante tutto, beh, allora possono protestare a parole come han fatto finora.

    • Sul fatto che i liguri si debbano arrangiare non sono d’accordo. Ieri c’era un pezzo di Oneto sull’errore di correre all’indipendenza divisi, ognuno per se. Siamo un popolo e all’indipendenza si deve arrivare tutti insieme.
      Genova è padana (Longobarda se preferite visto che qualcuno associa la Padania alla fantasia, confondendola con l’inesistente Italia, o alla Lega). Genova e Venezia alle crociate, geograficamente nella Gallia Cisalpina, nel Regno Longobardo poi. Genova e Venezia con un impero coloniale, Genova che aiuta a fondare Alessandria, che si oppone al Barbarossa, dove c’era Genova c’erano banchieri astigiani, Genova è culturalmente, linguisticamente, geneticamente, storicamente padana. Se è duro accettare un futuro con pezzi di Padania nella Confederazione Elvetica (il Canton Ticino), Slovenia (Istria), Croazia (dalmazia) e impossibile accettare un futuro con pezzi di Padania indipendente (e magari divisi) ed altri ancora sotto il giogo italiano. Vi devo ricordare che gli antichi romani facevano combattere i celti nostri antenati dai Cenomani e dai Veneti? E come è andata a finire?
      Già sarà doloroso all’indomani dell’indipendenza, dell’indipendenza di tutta la Padania che certe parti rimangano sotto l’italia perché geograficamente italiane, parlo di Carloforte (dove si parla genovese coloniale) o della zona delle Marche dove i discendenti dei Senoni parlano un dialetto simile al romagnolo. Potrei esagerare con Bonifacio, dove si parla genovese coloniale ma è sotto la Francia ma non voglio.
      Quindi i liguri vanno aiutati e non abbandonati. Quando Michael Collins accettò la pace con il Regno unito che privava l’Irlanda di 8 contee dell’Ulster scoppiò una guerra civile per quella rinuncia, ma quelli avevano gli attributi, mica internet per parlare e parlare….

      • La regione Liguria è ancora attualmente la regione Liguria.
        Gli abitanti hanno votato amministratori responsabili di questo che vediamo oggi e certamente di altro attinente alla mala gestione delle cose altrui che per ora rimane sotto traccia.
        Ecco perché dico che chi è causa del proprio male pianga sé stesso, e quindi si arrangi.
        I liguri padani, i piemontesi padani, etc, etc.
        I guai del comune di Genova se li paga Genova.
        Idem tutti gli altri comuni.
        Si assicurino, e vediamo se qualche azienda di assicurazioni accetta il rischio di amministrazioni del genere.
        Chiedano ai consorzi, quelli a cui noi tutti si pagano tangenti solo per il fatto di possedere terra o immobili, di curare i corsi d’acqua e le opere idrauliche piuttosto che l’ammontare degli stipendi di chi sta in ufficio.
        Tutte le amministrazioni spendano meno in feste e sagre inutili e curino strade, corsi d’acqua e
        tutto il resto.
        A me la padania va bene, ma i genovesi i loro errori se li paghino loro.

        • Il discorso reggerebbe se tutte le tasse pagate rimanessero sul territorio. Disastri del genere quest’anno sono capitati anche in Veneto e poche ore fa in Piemonte, la colpa di quel che è accaduto a Genova è degli amministratori locali ma in tutta la Padania senza soldi non si possono fare miracoli, fino a che ci ammazzano di tasse per mantenere milioni di Magnagreci la gestione del territorio va a farsi benedire.

  6. Già….e i Burlandi & i Doria sono maggioranza assoluta in Liguria Piemonte e Lombardia. L’unica speranza è il Veneto

  7. Come sappiamo nel Nord Europa se un politico viene sospettato e solo sospettato di aver commesso illegalità, magari neppure rilevanti penalmente, esempio aver copiato la tesi di laurea, infedeltà verso la moglie, si dimette. Non si atteggia a vittima, a perseguitato dai giudici, non attende il terzo grado di giudizio, la prescrizione, l’indulto, ecc ma si dimette subito, perché si è minata la fiducia verso di lui.
    Cosa sarebbe accaduto se l’alluvione di Genova fosse invece accaduta nelle medesime modalità ad Amburgo, Edimburgo, Oslo? Il Sindaco si sarebbe immediatamente dimesso senza fare scaricabarile, ma prima avrebbe i licenziato i funzionari comunali preposti e gli avrebbe ritirato il premio immeritatamente concesso (anzi non lo avrebbe proprio concesso ed anzi li avrebbe già licenziati per tempo…), il Presidente della Regione si sarebbe dimesso, il Primo Ministro si sarebbe dimesso oppure sarebbe stato sfiduciato dal suo partito ed avrebbe annunciato il ritiro dalla politica.
    Più che il furto delle nostre risorse attraverso il residuo fiscale, denunciato da Oneto, che ci impedisce di salvaguardare il territorio il vero problema è la meridionalizzazione, la terzomondizzazione, la mafiosazzazione della politica, che impedisce di fare leggi per impedire di fare costruzioni sbagliate, non fornisce fondi per argini ed altre misure preventive, se lo fa lo fa con appalti truccati, con costo finale doppio per la collettività, non assume mai le sue colpe, non si dimette, sfugge alla giustizia. Se l’indipendenza è necessaria per bloccare il genocidio culturale a cui l’occupante italiano ci ha sottoposto, se l’indipendenza è necessaria per riappropriarci della nostra terra, padroni a casa nostra, se l’indipendenza è necessaria per salvare la nostra economia, l’indipendenza è necessaria per impedire l’imbarbarimento in cui ci stanno trascinando gli italiani. Renzi è nato a sud della Linea Gotica, ma Doria e Burlando sono dei nostri e questo è preoccupante…

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