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Amministratori leghisti, almeno il sindaco di roma sfida il potere centrale. e voi?

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di GIANFRANCESCO RUGGERI

marino alfanoIl sindaco di Roma Ignazio Marino in questi giorni rappresenta un esempio per tutti gli amministratori indipendentisti o presunti tali, in particolar modo dovrebbe essere un modello per gli amministratori leghisti, che nel variegato mondo indipendentista sono i più numerosi e al contempo i meno battaglieri.

Mi rendo conto che per un indipendentista padano prendere ad esempio il sindaco di Roma possa sembrare un controsenso, ma ciò che sta accadendo in questi giorni è meritevole di attenzione se non di imitazione. Come avrete visto il sindaco ha deciso di trascrivere all’anagrafe capitolina alcuni matrimoni gay celebrati all’estero, nonostante il divieto preventivo e tassativo del ministro degli interni, nonostante la sua decisione rischi di essere annullata dal prefetto.

Sia chiaro che non sto invitando gli amministratori indipendentisti a seguire la scelta di Marino, non li sto invitando a registrare le nozze gay, anzi non voglio proprio entrare nel merito della questione, pensatela un po’ come volete in materia. Ciò che si deve imitare è il metodo utilizzato da Marino per portar avanti una tematica che lui ritiene importante, un metodo che si basa sulla sfida aperta e plateale al potere centrale. Marino ha di fatto avviato un braccio di ferro tra le amministrazioni: il ministro gli vieta di trascrivere e lui pubblicamente se ne frega, va avanti per la sua strada e trasforma la trascrizione in un evento pubblico, una vera e propria festicciola con tanto di televisioni e giornali. Di più, con la sua disobbedienza istiga altri sindaci a seguirlo, insomma crea il caso, pone la questione e cerca di costringere il governo ad intervenire in materia.

Nulla di nuovo in realtà, perchè la sinistra è solita comportarsi così, in questo caso con le nozze gay, in precedenza sulla cittadinanza e il diritto di voto agli extracomunitari e con molte altre tematiche che stanno loro a cuore; non si può parlare di atti rivoluzionari, ma di una netta disobbedienza amministrativa. Quando qualcosa alla sinistra non piace muove le sue amministrazioni, manda i suoi sindaci allo scontro con il sistema stato, finchè ne piega la resistenza, finchè riesce ad ottenere ciò che vuole. Anche se la sinistra non è stata molto al governo, sta comunque creando una società a sua immagine e somiglianza, una società multiculturale e politically correct e lo fa anche grazie al ribellismo dei suoi amministratori, ribellismo che a mio avviso non è lasciato al caso, ma è pianificato e organizzato con cura.

Un tempo lo faceva anche la Lega, ricordo a metà anni ’90 il sindaco di Vertova (Bg) finito sotto processo, perché aveva messo i cartelli in bergamasco alle porte del suo comune. Allora scrivere il bergamasco Erfa sotto l’italico Vertova era considerato reato, oggi quegli stessi cartelli sono presenti in tantissimi comuni e neppure il più mediterraneo e ottuso servitore di Roma si sognerebbe di processare il sindaco che li istalla. Perché? Perché a forza di sfidare il sistema è stato possibile scardinarlo, peccato solo che da allora, con l’eccezione del rimpianto Cesarino Monti, si sia abbandonata questa pratica virtuosa.

L’indipendenza non cadrà mai dal cielo, non la porta Santa Lucia né Babbo Natale, la dobbiamo conquistare palmo a palmo, come stanno facendo in Catalogna non in questi giorni, ma da 25 anni a questa parte. Non si tratta di compiere gesti eclatanti, non servono né eroi né martiri, categorie che possiamo ben lasciare al retroterra culturale italian-risorgimentale, serve solo gente convinta e determinata che giorno dopo giorno, oltre ad amministrare bene, pensa anche a come innescare lo scontro istituzionale tra la periferia e il centro, esattamente quello che sta facendo il sindaco Marino.

 

A sinistra sanno bene quale sia il valore della disubbidienza amministrativa, del contenzioso continuo e permanente con lo stato centrale, grazie al quale stanno costruendo la società dei loro sogni, per contro le grandi manifestazioni non servono a molto, neppure se riempiono piazza Duomo. Ecco spiegato perché noi la Padania non la vediamo nemmeno con il binocolo, perché 20 anni fa ci siamo fermati al cartello Erfa!

 

Erfa libera, Padania

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8 COMMENTS

  1. Articolo senza senso. Marino fa quello che le lobby gay, fortissime e appoggiate dalla banda di Repubblica & C., gli chiedono di fare e gli dedicano onore e gloria. Se i sindaci della Lega osano andare contro il potere centralista sono subito subissati di sputtanamento senza l’appoggio neanche di quei 4 “indipendentisti” che non fanno altro che litigare fra loro. Vi ricordate del Sindaco di Adro? Svegliatevi.

    • In parte concordo con lei, viene però spontanea la successiva riflessione:
      La lobby indipendentista allora è debole e fiacca, eppure esisterebbe anche un partito ufficiale per perseguire l’indipendenza della Padania, ma sembra che ultimamente su questo punto sia debole e fiacco.
      Appena i sindaci osano andare contro il potere centralista sono sputtanati?
      Mi piacerebbe sapere perché si sono candidati per la Lega, per pulire i tombini e far pagare la TASI?
      Ci sono altri partiti per fare questo e anche bene se uno è bravo.
      Il problema di oggi, manca un partito adeguato per osare.

    • Perchè non aggiunge anche che, come diceva il Candido, questo è il migliore dei mondi possibili? Mi sa che lei non sa di cosa stiamo parlando, quando Cesarino Monti si è messo contro Roma c’erano migliaia e migliaia di persone venute da tutta la Padania per difenderlo, hanno piegato Roma, hanno fatto far marcia indietro al prefetto e al ministro. Impari cos’è stata la Lega.

      Se poi lei pensa che un leghista debba aver paura dello sputtanamento dei giornali di Roma, allora ha sbagliato mestiere, lasci perdere e con lei i sindaci tentenna che difende, l’indipendentismo non fa per voi, se vi spaventa una campagna di stampa avversa cambiate mestiere!

      che Marino sia portato in palmo di mano dalla stampa lo sappiamo, che un sindaco indipendentista rischi una tempesta mediatica è ovvio, ma a parte il fatto che se voleva vincere facile doveva giocare al lotto e non fare l’indipendentista, la tempesta mediatica si può anche gestire, cavalcare come faceva il grande Miglio, che faceva girare i giornalisti come trottole: ma cosa parlo a fare? altra gente, altri cervelli, altro spessore, persone troppo in gamba e per questo cacciate via, così oggi abbiamo solo degli yes man con la fascia tricolore.

      è la vostra attività politica che non ha senso, meri esecutori degli ordini di Roma e semplici asfaltatori di strade, il mio articolo ha perfettamente senso solo che per voi è troppo difficile capirlo o troppo facile far finta di non capirlo e continuare a scaldare la sedia tricolore.

      scommetto 50 euro che lei è un piccolo medio dirigente leghista…

    • e le dirò di più, non sarà mica stata una scelta indipendentista quella di mettere 700 soli delle alpi in una scuola? Glielo dice uno che ha preparato la memoria difensiva per un sindaco della lega finito sotto processo per aver messo 1 sole delle alpi nella piazza del suo paese.
      qualunque fosse il simbolo metterne 700 è fuori luogo, ne avesse messo uno, fatto bene, con un senso, lo averi difeso a oltranza come ho fatto per l’altro sindaco, ma non ho mai visto chiese con 700 croci, non ho mai visto sedi del pc con 700 falci e martello, non ho mai visto una pagina di google con scritto 700 volte google! non confondiamo ciò che ha fatto cesarino monti con i 700 soli di adro, per favore.

      e rincaro, se oggi il sole delle alpi è considerato come un simbolo di partito e non come il simbolo identitario che è, diffuso da secoli, in mille forme, materiali e colori dipende anche da come si sono comportati certi leghisti.

      • ho detto piccolo/medio dirigente leghista? direi un sindaco magari anche della mia zona, probabilmente bergamasco… Se sbaglio, non sbaglio di molto, l’alternativa che mi viene in mente è quella di un membro del direttivo provinciale… così tiro a indovinare… in ogni caso mi ha sciorinato la versione ufficiale che danno i dirigenti, che danno anche certi onorevoli, abbiamo dovuto smettere di fare gli indipendentisti perchè ce li avevamo contro tutti… ci sputtanavano tutti…
        non vi è mai venuto in mente che era la prova provata che eravate sulla strada buona? Allora non certo ora!

  2. D’accordo, un bell’articolo, però io sono convinta che Marino agisca soprattutto per esibizionismo: A questa convinzione sono arrivata osservando il suo comportamento in diverse occasioni.

  3. I primi sindaci e amministratori della Lega erano uomini coraggiosi che ci credevano, non provenivano da meccanismi di potere, e raccoglievano la sfida dell’avventura amministrativa ricevuta dalle mani dei cittadini per fare bene e dimostrare che si poteva fare meglio rispetto alle giunte DC-PSI cotte e bollite, ne abbiamo di splendidi esempi.
    Magari non erano preparatissimi e per questo scelsero bravi professionisti e tecnici come collaboratori per fare buona figura e ci tenevano a fare bene.
    Poi nel tempo, acquisito sempre più potere e assaporandolo, gli uomini della Lega si fecero sedurre dai riti italici, la mancanza di una preparazione e di una seria selezione per dirigenti e amministratori fece il resto.
    Nel giro di pochi anni si instaurò il meccanismo delle tessere e dei capi di zona atti a coltivare il proprio orticello elettorale, e non solo.
    E’ mancata una linea solida, quella del possibile cambiamento a scapito della semplice attività amministrativa.
    Dalla sedia brandita in mano alla poltrona per il deretano.

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