di CLAUDIO MARTINOTTI DORIA
Immaginatevi uno spaccato di realtà subumana di un qualche territorio periferico sottoposto alla Matrix di regime. Nonostante la momentanea esenzione dall’indossare la mascherina d’ordinanza (simbolo di sottomissione e cieca obbedienza), concessa dal regime imperiale nel caldo periodo estivo, quasi tutte le persone che s’incontrano la indossano lo stesso, nonostante il disagio e la pericolosità per la propria salute.
Inevitabilmente i rari individui che non la indossano suscitano silenziosi strali e diffidenza nel gregge omologato, i cui sguardi di disapprovazione valgono più di mille parole.
Capita che alcuni di coloro che la indossano, forse frustrati da un tale disagio non condiviso da alcuni eretici rei di non omologarsi, si sentano in dovere di intervenire per sollecitare a fare come loro, pur in assenza d’imposizioni normative imperiali. In tali occasioni un libertario ha così l’opportunità di distinguersi pronunciando frasi eretiche che mai il gregge avrebbe previsto di poter ascoltare.
In primo luogo il libertario, non abituato all’anonimato che si cela dietro la mascherina, s’identifica dichiarandosi tale. Possiamo così immaginarci il dialogo avvenuto in un ufficio pubblico tra l’interlocutore mascherato (M) e il libertario (L), ovviamente nella realtà fattuale le frasi risulterebbero più prosaiche.
- M: mi scusi ma non lo sa quante persone si sono ammalate di COVID in questi giorni, nonostante il caldo? Le converrebbe portare la mascherina.
- L: si, ne sono a conoscenza, ma lei pensa di evitare di ammalarsi grazie alla mascherina? Studi le basi medico-scientifiche su qualsiasi testo propedeutico alla materia e scoprirà che la mascherina non può fermare un virus, anzi è il contrario, diverrà ricettacolo per virus, batteri, spore, funghi, ecc., impedendole di respirare regolarmente e di ossigenare il cervello.
- M: e allora perché veniva imposta fino a poco tempo fa se non fosse servita a nulla o fosse addirittura dannosa?
- L: io sono un libertario e quindi mi sta bene che ognuno creda a quello che preferisce e agisca di conseguenza. Per me va pure bene che qualcuno s’infili un manico di scopa nello sfintere anale se crede possa favorire la defecazione rimediando alla stipsi e se lo porti appresso quando esce di casa, purché non mi dica di fare altrettanto. Nel qual caso lo inviterei a chiedersi per quali ragioni qualcuno potrebbe averglielo consigliato, cioè, cui prodest?
- M: l’esempio non mi sembra calzante ed è pure volgare e offensivo.
- L: lo è anche aspettarsi, implicitamente pretendere, che io mi adegui alle aspettative della massa. Un libertario esercita la libertà che gli spetta per diritto naturale di nascita indipendentemente dagli usi e costumi della società in cui vive, che possono variare nel tempo e nei modi, come abbiamo visto avvenire in Italia negli ultimi due anni. Omologarsi alla massa non è certo un modo di esercitare la libertà, ma semmai rinunciarvi. Ma la sostanza che ci differenzia sta nel fatto che il libertario non ha alcuna pretesa o aspettativa che si agisca come lui, non giudica chi rinuncia alla libertà, purché non si minacci la propria.
- M: ma non c’era alcuna minaccia nel mio intervento, era solo un invito a riflettere.
- L: invito che io ho apprezzato e ben accolto, ho solo cercato di elaborarlo. Se fosse entrato qualcuno con un manico di scopa su per lo sfintere anale lei sarebbe intervenuto? Forse per suggerirgli di sostituire il manico con delle supposte, molto più pratiche e meno cruenti? Si sarebbe soffermato sul fatto che entrambi i metodi ricorrono allo stesso orifizio per violare il proprio corpo? E che tale circostanza adottata abbia un significato profondo che sfugge a un esame superficiale?
- M: ho il sospetto che voi libertari siate un’esigua minoranza della popolazione, non avevo mai sentito parlare di voi, immagino non abbiate neppure una rappresentanza politica.
- L: proprio così, è il nostro punto di forza, è un segno di non corruttibilità, la libertà non può scendere a compromessi, o la si possiede e la si difende mettendosi in gioco e correndo dei rischi o non è tale ma solo un simulacro di libertà, un concetto effimero e puramente teorico. Se non si è disposti a lottare per la propria e l’altrui libertà si è solo degli ipocriti, ignavi e pusillanimi. Adesso devo interrompere quest’amabile conversazione perché non posso più attardarmi avendo il cane in auto che mi aspetta e con queste temperature sarà probabilmente a disagio.
Non so perché ma uscendo da quell’ufficio pubblico il libertario ha avuto sentore di aver suscitato qualche perplessità e riflessione atipica, turbativa dell’omologazione cognitiva cui il gregge si era ormai abituato e nella quale si crogiolava comodamente assopito. Forse durerà solo qualche istante e poi sarà rimossa dalla memoria per tornare alla confortante vita del gregge.
Io ,dopo aver avuto un alterco con un ispettore postale e la direttrice di agenzia a causa della mia disobbedienza, ora entro in posta e rilevo che anche gli addetti se ne sbattono della museruola, la direttrice in primis.
Quelli come noi servono da esempio.
Disobbedendo diamo speranza a quelli più timorosi.