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Capricorn(uti) e mazziati

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di MATTEO CORSINI

Anche se ha ridimensionato i toni perché gli è stato fatto notare che nella gara a sparare la cialtronata più grande si finisce per perdere credibilità anche nei confronti del credulone per antonomasia, ossia l’elettore italiano medio, Matteo Renzi non riesce a reprimere del tutto la propria natura.

Ecco quindi riproporre l’operazione Capricorn, già lanciata nei mesi scorsi: “Pure se attutito dall’avanzo primario degli ultimi quindici anni e dalla ricchezza privata, il debito pubblico italiano è un problema. Vogliamo ridurlo non privatizzando ancora società come Eni o Enel, ma con l’operazione Capricorn che è già in avanzata fase di studio e che consentirà di liberare risorse, aumentare la crescita, valorizzare Cassa Depositi e Prestiti. Partendo ovviamente dai beni immobili dello Stato”.

In pratica, lo Stato non privatizzerebbe nulla, ma riuscirebbe a fare cassa per (forse) ridurre un po’ il debito pubblico. Il tutto con una forma di gioco delle tre carte che, senza alcun pudore, passa sotto la formula “valorizzare Cassa Depositi e Prestiti.” La quale, essendo ormai una sorta di IRI che utilizza l’ampio risparmio depositato dagli italiani in Posta, dovrebbe di fatto comprare dal Tesoro una serie di asset mobiliari e immobiliari. Asset che, a seconda dei casi, resterebbero nel portafoglio di CDP, quindi sotto il controllo del Tesoro che detiene l’80 per cento del capitale, oppure immessi sul mercato, magari tramite cartolarizzazioni.

Un modo per consentire gattopardescamente di cambiare la forma, ma non la sostanza. Peccato che la Commissione europea abbia già fatto intendere che non è sprovveduta come l’avventore occasionale di un autogrill che si lascia gabbare all’ingresso o nella zona cessi con giochetti del genere. Ma Renzi lo sa?

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