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Arengo veneto: non siamo venetisti, siamo marcheschi!

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veneto separatistadi ENZO TRENTIN

Su base spontaneistica, ha preso il via, alla fine di febbraio 2015, l’iniziativa denominata ARENGO VENETO; consistente in una conversazione permanente tra indipendentisti veneti, e a quanti in buona fede vorranno unirsi a loro. Essa si ripropone d’essere itinerante nel territorio al fine di coinvolgere i più disparati pubblici.

Si tratta ad un tempo di un’assemblea proponente alcune iniziative politico-istituzionali, e contemporaneamente atta a favorire iniziative socio-culturali.

L’aspirazione è quella di realizzare in un tempo ragionevolmente breve, la rinascita della millenaria Repubblica di Venezia, ovviamente con la rivisitazione e l’aggiornamento di quelle sue istituzioni che mostrano la grevità del tempo. Sinteticamente si ambisce a poter vivere in modo autodeterminato, consapevole e responsabile all’interno di una comunità, e con essa condividere i valori più alti della vita degli esseri umani.

L’arengo, concio o parlamentum, dei Comuni italiani fu lo spontaneo e specifico prodotto di quel generale e largo movimento, che nel secolo XI si manifestò in tutto l’Occidente, fra quelle classi sociali che sino allora erano state tenute in soggezione. Le adunanze erano presiedute dalle autorità prima riconosciute e ora costrette a venire a patti, o debellate, ma, rivoltesi a creare un ordinamento nuovo. In prima istanza si scelsero dei capi, e ad essi si affidò il potere esecutivo, avendo ritenuto per sé il potere costituente e deliberativo. Desideriamo vedere realizzati questi princìpi e valori come base per la convivenza pacifica.

Vanno dunque superate tutte le forme di dominio nelle quali le decisioni non si basano su un consenso dei cittadini, e nelle quali essi non hanno tutte le possibilità di accordarsi liberamente su quanto va perseguito o evitato. Insomma si tratta di ritornare a forme di federalismo già note alla Repubblica del Leone, e che nel diritto odierno potrebbe definirsi anche Foedus sinallagmatico (dal greco synallatto o anche proprio synallagma, anche detto nesso di reciprocità) che è un elemento costitutivo implicito del contratto a obbligazioni corrispettive, quello cioè nel quale ogni parte assume l’obbligazione di eseguire una prestazione (di dare o di fare) in favore delle altre parti esclusivamente in quanto tali parti a loro volta assumono l’obbligazione di eseguire una prestazione in suo favore. La corrispettività consiste dunque in un rapporto di condizionalità reciproca tra le prestazioni. L’elemento in oggetto rappresenta il punto di equilibrio raggiunto dalle parti in sede di formazione del negozio giuridico nella congiunta volontà di scambiarsi diritti e obbligazioni attraverso lo scambio di una prestazione con una controprestazione.

Tali valori nell’Italia contemporanea noi non li vediamo né realizzati, né perseguiti in modo serio. Viviamo una forma di democrazia che ci da’ sì la possibilità di scegliere coloro che ci governano, ma non ci permette di respingere decisioni prese nel nostro nome, né di prendere noi stessi delle decisioni politiche. Non abbiamo potuto scegliere questo sistema politico – l’attuale Costituzione non è mai stata approvata dal popolo sovrano, così come avviene normalmente nei paesi più diversi – e non possiamo modificarlo. Questa democrazia non ci vede veramente sovrani, malgrado il dettato dell’Articolo 1, Comma 2, della predetta Costituzione.

Nel corso degli anni abbiamo fatto l’esperienza della rappresentanza politica autoreferenziale, ed il quadro costituzionale non permette un cambiamento di questo stato di cose, poiché la partitocrazia – sempre più screditata – non mostra alcuna apertura autenticamente democratica. Noi non riscontriamo nello Stato italiano la dirittura morale che, invece, possiamo rivendicare quali discendenti della Repubblica Marciana, e non rassegandoci a ciò stiamo cercando come poter giungere ad un fondamentale rinnovamento democratico e ad una rifondazione istituzionale del nostro territorio, non disdegnando l’idea della formazione di una costituente popolare. Per tutto questo siamo e vogliamo essere riconosciuti solo e semplicemente come MARCHESCHI.

Il prossimo incontro: Venerdì 27 marzo ore 20.30 – Cittadella (PD), Torre di Malta ⇒Clicca qui

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