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Autonomia e indipendenza sono alternative alla lega nord

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polverini-alemanno-bossidi ROBERTO GREMMO*

Negli ormai lontani anni ’90 la Lega Nord ottenne il massimo successo presentandosi come alternativa sia al “Roma ulivo” che alla destra berlusconiana ed ex fascista, ma durò poco perché Bossi impose ai suoi di accodarsi al potente signore di Arcore.

Iniziò la fase più manovriera del movimento, compensata per i suoi capi da un poltronismo appagante ma politicamente subalterno alle peggiori logiche centraliste e condizionato dal parassitismo dei politicanti dei partiti nazionali. Lo sbandierato mito della patacca padanista ha coperto per anni la realtà del peggior antifederalismo di Stato di cui i molti ministri della Lega furono fedelissimi sostenitori, primo fra tutti Bossi, comicamente delegato alla riforma istituzionale.

La fuga al Sud di Salvini, l’amministrativismo di Maroni e tanto più le impotenti invettive rancorose di Bossi vanno archiviate, e in fretta.

La vera alternativa per chi crede in una autonoma politica “nordista” sta nel sottrarsi al gregariato con la destra, espressione di logiche ed interessi romanocentrici e dei ceti sociali egemonici. I Cinque stelle non hanno mai fatto pateracchi con nessuno, eppure sono cresciuti, eccome!

Occorre un movimento autonomista col coraggio di alzare anche se da solo la bandiera della difesa dei territori non dai rom ma dalla ‘ndrangheta, imporre una vera equità fiscale per regioni che mantengono tutta l’Italia e pensare ad un’Europa unita, prendendo però a modello il sistema cantonale della Svizzera. Non è difficile prevedere che la Lega Nord resterà invischiata nei giochi politici e negli intrighi romani, tradendo come ha sempre fatto le aspettative legittime della nostra gente.

TRATTO DA LA PIETRA NELLO STAGNO

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