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Avanti tutta col mantra degli investimenti pubblici

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di MATTEO CORSINI

La critica avanzata qualche giorno fa da Luigi Di Maio ai sindacati ha, ovviamente, generato levate di scudi da parte dei diretti interessati. Intervistata dalla Stampa, Anna Maria Furlan, segretario generale della Cisl, ha invece mostrato apertura verso l’idea (non solo) di Di Maio di aumentare il deficit per fare “investimenti pubblici”: “Questo tema va affrontato a Bruxelles, convincendo gli altri paesi. Fa bene il governo italiano a rimettere in discussione il Fiscal compact, altrimenti di austerity rischiamo di far morire l’Europa. Questo va fatto dicendo che tutto ciò che è investimento in innovazione, ricerca e formazione non è allargamento del deficit o debito, ma è un investimento sul futuro”.

Si tratta di un mantra ripetuto fino alla nausea da politici e sindacalisti appartenenti a qualsiasi schieramento, che dimostra o totale malafede, oppure totale ignoranza delle basi dell’economia (le due cose, peraltro, non si escludono totalmente a vicenda).

Si può dire quello che si vuole a livello politico, magari convincendo anche i partner europei (cosa di cui credo sia bene dubitare). Ma ogni spesa pubblica, comunque la si classifichi contabilmente, deve essere finanziata. E il finanziamento in eccesso del gettito fiscale lo si fa in deficit, emettendo titoli del debito pubblico.

Se politicamente ci si accorda per non contabilizzare quelle voci di spesa, nella realtà la necessità di emettere titoli che ingrossano il debito pubblico è ineludibile. E ciò significa che si pongono le basi per una maggiore tassazione futura (anche mediante inflazione). Per di più, tutti questi “investimenti sul futuro” spesso non generano benefici, ancorché differiti nel tempo, superiori ai costi. Oltre al fatto di comportare inevitabilmente una redistribuzione.

Basterebbe il buon senso per rendersi conto del vuoto totale che caratterizza questi mantra sugli investimenti pubblici esentati dal calcolo del deficit: ognuno pensi a una spesa che vorrebbe fare e per la quale non dispone delle risorse necessarie, e provi a trovare un finanziatore dicendogli che non sta contraendo un debito, ma investendo sul futuro, a prescindere dalla concreta possibilità di generare flussi di cassa che consentano di ripagare il debito. Suppongo che l’investimento non troverà finanziatori.

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