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Banche centrali, tassi zero e danni delle politiche monetarie

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Mobile phone and euro money.di MATTEO CORSINI

“Le Banche centrali, da sempre guardate con reverenza, sono oggi spesso criticate. Ma i tassi a zero non dipendono, come molti credono, dalla politica delle Banche centrali. Il tasso di interesse di equilibrio – quello al quale l’economia spontaneamente tende – non è determinato dalle Banche centrali, ma dalle forze fondamentali che plasmano i livelli desiderati di risparmio e di investimenti”. Quanto sostiene Fabrizio Galimberti è il mantra delle banche centrali e dei sostenitori della non dannosità della politica monetaria espansiva da diversi mesi a questa parte. I tassi di interesse sono a zero (o negativi) perché è a quei livelli che “l’economia spontaneamente tende”.

Di solito seguono spiegazioni più o meno saccenti e citazioni di studi condotti quasi sempre da banche centrali o da chi beneficia delle loro politiche monetarie (sarà un caso?) che dimostrerebbero la correttezza del mantra.

Sta di fatto che nessuno risponde a questa semplice domanda: se l’economia tende spontaneamente a tassi di interesse rasoterra, perché le banche centrali hanno fatto tanto per portare a zero (o sotto zero) i tassi ufficiali e comprano titoli creando base monetaria a decine di miliardi al mese?

Delle due l’una: o l’azione delle banche centrali non era necessaria, oppure i tassi di interesse non sarebbero andati a zero spontaneamente. In entrambi i casi, le critiche alle politiche monetarie mi sembrano più che giustificate.

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