In caso di vittoria referendaria del fronte secessionista, una Scozia indipendente dal Regno Unito si troverebbe a dover risolvere il problema dell’assenza di un prestatore di ultima istanza, ovvero di un’autorità centrale in grado di offrire una garanzia ultima sui debiti. Detto in parole povere, in caso di fallimento post indipendenza, le banche scozzesi non potrebbero più contare sul Regno Unito poiché anche in caso di mantenimento della sterlina, il sistema monetario locale risulterebbe a quel punto formalmente sganciato da Londra e dalla Bank of England. Lo segnala un rapporto del National Institute of Social and Economic Research ripreso dalla Bbc.
I principali leader politici britannici, nota la Bbc, hanno escluso l’idea di un’unione monetaria con la Scozia il che, ricorda il report, lascia comunque aperta l’ipotesi della “sterlinizzazione” del Paese. Ma l’utilizzo del pound in assenza di vincoli formali, come detto, lascerebbe comunque la Scozia priva di un garante ultimo. Una Scozia indipendente, insomma, sembrerebbe aver bisogno urgente di un “Piano B” per garantire la stabilità del suo sistema finanziario scongiurando conseguenze negative per la sua economia.