Nella primavera del 1917, mentre un conflitto bestiale provocava la strage di milioni di proletari, il giovane e gagliardo montanaro della Val Chisone Alessandro Baudissard gettò la divisa e disertò, cercando la libertà sulle sue impervie montagne. Con questo gesto di sfida e di ribellione si avviò purtroppo sulla strada senza futuro di brigante e di delinquente perché, braccato senza sosta, fu costretto a fuggire la forza pubblica ed a rapinare senza pietà la povera gente per sopravvivere alla macchia.
La sua incredibile latitanza durò fino alla primavera del 1920. Affiancato dai fratelli, anch’essi disertori e ribelli temerari, assunto il beffardo nomignolo di “Cadorna”, Baudissard mostrò un coraggio fuor del comune ed imperversò imprendibile, seminando il terrore nelle vallate piemontesi.
Sempre in fuga, passò spesso la frontiera, depredando e minacciando le popolazioni inermi anche Oltralpe ma sempre aiutato di nascosto da numerosi fiancheggiatori con cui divideva il bottino.
Accusato in Francia d’aver assassinato un povero prete e di decine di colpi di mano, il ‘bandito di Mentoulles’ si spostò nel Canavese dove si mascherò da improbabile guaritore e gentiluomo insospettabile, pur continuando ad assaltare nottetempo le cascine più isolate, finché venne intercettato dai Carabinieri che lo catturarono a Rivara dopo averlo ferito nel corso d’un furioso conflitto a fuoco il 30 maggio 1920.
Processato alla Corte d’Assise di Torino, quel giovane che chiedeva solo di vivere libero ma s’era inevitabilmente trasformato in un pericoloso delinquente venne condannato implacabilmente alla pena dell’ergastolo. Vero ribelle della montagna, Baudissard può essere a giusto titolo considerato l’ultimo leggendario brigante delle Alpi.
AUTORE: Roberto Gremmo
TITOLO: GLI ULTIMI BRIGANTI DELLE ALPI – I fratelli Baudissard da disertori della “Grande Guerra” a ribelli della montagna
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