di VITTORE VANTINI*
Il mio Professore di Filosofia, Liceo Classico Tito Livio, Padova anno 1955, soleva ripeterci che in Prima gli alunni non capivano niente, in Seconda ridevano a crepapelle dei filosofi, in Terza non credevano più a nulla. Lo diceva umoristicamente e noi sorridevamo. Ma c'era un fondo di verità.
E' la stessa verità della quale dovremmo ricordarci quando ci poniamo la madre di tutte le domande: come è possibile che i cittadini, offesi e umiliati oltre ogni sopportazione dai Governi e dai Partiti (e si va sempre peggiorando), non si accostino volentieri e prontamente a chi, come noi, offre delle proposte e soluzioni, che in tempi ragionevoli muterebbero la vita sociale e individuale verso orizzonti di vera libertà e di benessere generalizzato? Perché non comprendono che il Nord d'Italia potrebbe non troppo difficilmente diventare una seconda Svizzera, addirittura più prospera e produttiva? Perché sopportano (mugugnando al bar o tra le mura di casa e basta
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