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Bolzano, ora la lega nord fa da garante dell’italianità

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di GILBERTO ONETO Che cosa possiamo dedurre dai recenti risultati elettorali in Tirolo e Valdaosta?  Vanno fatte considerazioni relative alla specialità dei casi (Regioni autonome, anzi le due Regioni più autonome,  e davvero autonome) e considerazioni di carattere più generale, soprattutto in relazione del ruolo della Lega. La prima questione è legata a una domanda che da sempre gli autonomisti veri si fanno: cosa ci fa la Lega ad Aosta e soprattutto a Bolzano? Perché un partito che si dice autonomista si deve presentare in posti che autonomisti lo sono da sempre? La presenza potrebbe essere giustificata solo da una richiesta di maggiore autonomia, di applicazione del principio di autodeterminazione e sulla base di un disegno di distacco dalla Repubblica italiana. Sono cose che fanno già gli indipendentisti locali, ma perché allora non si allea con loro invece che frequentare i peggiori spurghi italianisti? Per Aosta e Trento si può anche ipotizzare una partecipazione
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5 COMMENTS

  1. Dovrebbe essere ormai chiaro, anche al grande Oneto, che nella Lega (almeno nella sua dirigenza, che comunque non vedo come possa cambiare) non possiamo riporre alcuna speranza indipendentista, e neanche federalista (a me quest’ultima non interessa in quanto so, numeri alla mano, che le finanze romane non possono concedere neanche un refolo di autonomismo,al Nord, e infatti Renzi lo fa capire… basta con le regioni – dice).

    Unico motivo per votare lega, che faccio in mancanza di altro, è quello di porgere un sia pur flebile argine alla microcriminalità e all’immigrazione selvaggia. Punto. (Neanche la loro “lotta” contro l’Europa mi acchiappa, visto che il problema vero, come dice spesso Oneto, est fallitaglia e non l’Eurobba).

  2. Considerazioni sintetiche ed assolutamente vere. Purtroppo è un pessimo vezzo della Lega Nord andare a rompere le scatole in luoghi dove sono forti e radicati sentimenti indipendentisti o dove comunque esistono già partiti che si battono per il diritto all’autodeterminazione. Credo che sarebbe buona educazione e senso del rispetto supportare, dall’esterno, questi partiti che dovrebbero essere considerati fratelli nella lotta e non concorrenti. D’altra parte il Salvini ripete gli stessi percorsi del Bossi perché, entrambi, su specifiche questioni, sono di una ignoranza granitica. Parlare di immigrazione selvaggia e del denaro sperperato per mantenere in alberghi di lusso giovanottoni di diverso colore che tutto hanno tranne che apparire emaciati e sofferenti, parlare del problema zingari e dei diritti dei poveri che sono cittadini italiani va benissimo ma non basta. In parallelo si devono mantenere visibili obiettivi più profondi che parlano di indipendenza, di diritto all’autodeterminazione e, magari, anche di federalismo, quello vero e non le pirlate bossiane, Per fare ciò però bisogna avere una solida cultura che sembra difettare al Sig. Salvini esattamente come era assente nel sig. Bossi.

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