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Bolzano, quel monumento all’ipocrisia dello stato italiano ladro e mafioso

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di GILBERTO ONETO A Bolzano sopravvive uno dei  più bombardini monumenti alla tracotanza patriottica italiana declinata nella sua peggior veste: quella fascista. Il cosiddetto “Monumento alla Vittoria” è stato costruito dal regime fascista ed inaugurato nel 1928, decennale della vittoria di Vittorio Veneto. Ci sono troppe vittorie in questa frase ma è un tributo che si deve alla retorica italianista. Dopo la seconda guerra non sono mai venute meno le polemiche fra chi voleva abbatterlo, chi tenerlo come una sorta di “testimonianza storica negativa” e chi addirittura restaurarlo. Non è certo un capolavoro ma una delle tante trombonesche realizzazioni di Marcello Piacentini, prima architetto del regime fascista e poi – senza fare un plissé – di quello democristiano. È un clamoroso falso storico giacché il Tirolo non è mai stato conquistato dalle truppe italiane ma annesso in virtù di uno sciagurato Trattato di pace: è solo una sorta di segno piantato ai
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