di MARCO CREMONESI
MILANO - «Mi avete preso per il culo. Ma la cazzata piu grande l'ho fatta io, tutta da solo: non avrei dovuto far entrare i ragazzi in politica». Nel giorno dell'amarezza più straziante, Umberto Bossi racconta a un amico la sua ultima serata da segretario federale della Lega. Un lungo, doloroso redde rationem con la famiglia: «Qualcuno me lo aveva anche detto: "Umberto, devi scegliere tra la Lega e i figli". Lo sapevo anch'io, avrei dovuto scegliere la Lega. I figli potevano fare qualcosa d'altro». Nel pomeriggio di mercoledì, infatti, Bossi ha abbandonato via Bellerio mentre la segreteria politica del movimento era ancora in corso. Le evidenze di quello che non aveva mai voluto vedere gli sono state rivelate in un'epifania progressiva di fatti, circostanze ed eventi che fino a quel momento aveva sempre, letteralmente, ignorato. I macchinoni dei figli Renzo e Riccardo? Dei leasing. Gli appartamenti di Renzo? Normali affitti. D'altronde, un consigliere region
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