In questi ultimi giorni, leggiucchiando qua e là (come vorrei avere tempo libero da dedicare alla lettura parecchie ore al giorno) mi ha colpito sul Corriere della Sera del 9 luglio una abbastanza lunga risposta di Renato Brunetta al Fondo monetario internazionale che pochi giorni prima aveva sostenuto “la tassa sulla proprietà immobiliare sulle prime case dovrebbe essere mantenuta per ragione di equità ed efficienza fiscale”, praticamente il Fondo è contrario all’abolizione dell’Imu. Non entro nel merito della questione in sé in quanto è chiaro che, come tutti e come anche l’ex-ministro, non sono affatto contento di pagare tasse in maniera esagerata in cambio del quasi nulla ma mi limito ad una semplice considerazione avendone letto la forma ed i contenuti scritti dal Brunetta.
Per scrivere su questa testata ogni settimana un’accozzaglia di cose più o meno cretine, magari ogni tanto mi esce qualcosa di discreto, come sto facendo in questo momento, io ci impiego (trovare l’idea, pensare come svilupparla, un po’ di documentazione, la stesura e la correzione) non meno di 2-3 ore. Immagino che anche Brunetta, ammesso che l’abbia scritto lui, ci abbia impiegato più o meno lo stesso tempo e l’avrà fatto con particolare cura e attenzione. Ma il risultato proprio non mi è piaciuto, innanzitutto perché è un messaggio scritto abbastanza lungamente per dire, in fondo, due o tre cose che si possono esprimere ben più brevemente e con più efficacia. Ma Brunetta ogni tanto si rilegge quel che ha scritto? Ma Brunetta ogni tanto si rivede i filmati dei suoi interventi pubblici in tv o nei congressi?
Eppure dovrebbe essere capace di comunicare e relazionarsi col pubblico e con la gente e la sua, anzi, dovrebbe essere una bella storia di comunicazione, iniziata dalle sue umili origini nella sua fanciullezza. Io non lo sapevo ma ho scoperto che Renato Brunetta, nato a Venezia, è figlio di gente povera, della Venezia popolare e suo padre era un ambulante che vendeva per strada le gondolette nere, le “gondoete” per i passanti e turisti. E Renatino gli era quasi sempre dietro, lo aiutava fin da piccolo (perdonate, non volevo fare il doppio senso). Poi crescendo (anche qui riperdonate ancora il doppio senso) cambiò la sua vita con impegno e determinazione negli studi, la laurea in Scienze politiche ed economiche presso l’Università di Padova e via via il resto. Una storia bellissima ed anche commovente. Resta il fatto che, avendo imparato il mestiere del venditore dal padre, dovrebbe sapere che è necessario essere superlativi nella comunicazione col pubblico, altrimenti non si vende. Tanto più se sei un ambulante, devi essere spontaneo, naturale, simpatico, anche furbo, efficacissimo e tutto il resto.
Renato Brunetta invece è completamente un disastro nel rapportarsi con gli altri, noioso, assolutamente antipatico, pieno di sé in modo brutto, con i tempi ritmici e teatrali assolutamente sbagliati, mamma mia che disastro! Caro Brunetta, ma ti sei guardato in faccia nelle registrazioni televisive quanto sei antipatico e odioso, soprattutto quando sorridi ? Me lo ricordo circa un paio di anni fa ospite nella trasmissione “Le invasioni barbariche” quando, seppure mi sfugge l’argomento della conversazione, Daria Bignardi gli disse : “Ma sa che lei è proprio antipatico ?!”
E certe sue frasi uscite qua e là: “Io volevo vincere il premio Nobel in Economia ed ero lì lì non dico per vincerlo ma ero sulla strada giusta. Ma ha prevalso il mio amore per la politica e non lo vincerò più “. Oppure “ Ho molti amici che hanno vinto il premio Nobel e non sono molto più intelligenti di me” . Un’ altra : “Le donne mi corteggiano molto ora che sono ministro ma lo facevano anche prima”. Ma Brunèèè, stattene un po’ zitto! Oltre agli argomenti di sicuro discutibili, dici le cose da antipatico. Non è credo un caso se il 7 luglio 2011 al ministero dell’economia Tremonti in conferenza stampa in un “fuori onda” disse del collega Brenetta : “ …è un cretino!”.
Ma torniamo al suo articolo sul Corriere che ho letto in settimana. Come ho premesso prima, sono stra-d’accordo di evitare tasse, ulteriori tasse da dare allo Stato italiano, Stato di spreconi e ladri e in più con le mani bucate ma l’ex-ministro Brunetta, anche nella forma, non può esprimere concetti del tutto banali e risaputi, descrivendoli con una quantità esorbitante di parole. Ha scritto contro le tasse : “…passare dall’attuale e insopportabile 45% di pressione fiscale ad almeno il 40% nell’arco di un quinquennio….” e poi : “…occorre una riduzione della spesa pubblica…”; continua: ”…la profonda recessione di cui non si vede l’uscita è dovuta in primo luogo a una caduta drammatica della domanda (di acquisti)…”; e ancora: “…l’Imu è diventata il simbolo della stangata fiscale… e assume un aspetto altamente simbolico di svolta della politica fiscale…”.
Questi sono i punti salienti del suo meraviglioso articolo e per buttar giù tali banalità che negli ultimi 6 mesi ho sentito ripetere da tutti, tutti, tutti non meno di 800.954.368 volte e quindi ripeterli ancora è esattamente come dire che l’acqua è bagnata !!! Mentre lui, il Renatino, per le ovvietà che poteva scrivere in pochissime righe ci ha dato dentro con un articolone abbondante e prolisso. Che tristezza e che mediocrità. Brunetta tu sei la NON-COMUNICAZIONE per antonomasia, sia scritta che parlata. E vatti a leggere, sempre sul Corriere del 26 aprile 2013 un articolo che ti può servire per come si usala voce, il tono e le pause per rendere ben vivo quello che stai dicendo, altrimenti le sole parole ed i concetti risultano validi solo, ascolta bene, all’ 11%. E se poi, come nel tuo caso, anche i concetti sono assolutamente banali, vecchi e già conosciuti, il risultato è quello penoso di quando Brunetta comunica. Un ultima cosa : dato quello che abbiam sentito e letto, riguardo al premio Nobel, caro Brunetta, magari ne riparliamo tra una cinquantina d’anni. Grazie e le faremo sapere…
Il colmo è che in questa fase politica Brunetta, visibile ben oltre la sua statura politica per effetto del ruolo critico che sta ricoprendo rispetto al governo, intendo dire che essendo salito su una sorta di piedistallo oversize giganteggia, anche rispetto a quelle che dovrebbero essere le vere opposizioni, sta praticamente levitando, apparendo quasi come una sorta di leader del PDL, date l’inconsistenza di Alfano e la neutralizzazione di Berlusconi.