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BUTAC, la demenza del fact checking

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di PIETRO AGRIESTI

Basta complottismo, affidiamoci agli esperti della lotta alla disinformazione, che hanno un metodo scientifico per stabilire quali notizie sono credibili e quali sono fake.

Per esempio Tizio è accusato di aver corrotto Caio? Metodo scientifico Butac: intervisti Tizio e Caio e glielo chiedi! Hai ricevuto una tangente? Hai pagato una tangente? Se rispondono di no, caso chiuso, zero dietrologie e niente complottismo. Fine.

Sono stati pubblicati i messaggi che per mesi si sono scambiati gli autori dello studio sulle origini del covid che escludeva l’ipotesi del laboratorio. Dai messaggi emerge in modo inequivocabile ed esplicito che l’ipotesi del laboratorio sembrava loro inescludibile, se non proprio probabile, se non che poi nel paper viene esclusa. Tutto fa pensare che abbiano scelto di esprimersi così per motivi politici anche su pressione dei piani alti, di Fauci e Collins in particolare.

Sarebbe una notizia importante, ma siccome l’hanno data Taibbi e Shellenberger, gli stessi dei Twitter Files, come i Twitter Files, in Italia la notizia non passa, uno dei pochi che ne parla è Byoblu, ma sappiamo che non dobbiamo ascoltare Byoblu, perché Byoblu non è affidabile e fa disinformazione, al contrario della stampa mainstream che invece non dà proprio le notizie e ciao, ma ecco il colpo di scena: è tutto falso, Taibbi e Shellenberger, Public e Racket News, e tutti quelli che hanno ripreso la notizia, hanno preso una cantonata, lo dimostra in modo inoppugnabile il fact checking di Butac con un colpo da maestro.

Sì è vero che leggendo i messaggi tutto lascia pensare quello che si è detto, ma… attenzione, attenzione… è stata chiesta conferma agli autori e hanno detto che non è vero! E poi è stato chiesto anche a Fauci e anche lui ha negato! Caso chiuso, zero dietrologie e niente complottismo. Fine.

Ovviamente la malinformazione in questo caso la fa Butac, stabilendo una asticella impossibile da soddisfare e che nessuno ha mai applicato in mille altre occasioni, giustamente, perché l’unico modo di soddisfarla sarebbe una piena ammissione da parte dei diretti interessati.

Ma va bene ognuno può scrivere la sua opinione, anche implausibile e un po’ scema, ma è demenziale chiamarlo fact checking e ammantarlo di una serietà che spesso non ha. Se questa è la lotta alla disinformazione stiamo freschi.

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1 COMMENT

  1. Basta vedere quanto seguito abbia oggi BUTAC per capire che molti se non tutti hanno capito con quale spessore vengono affrontati alcuni argomenti.
    Io personalmente su Twitter continuo a punzecchiarli sottolineando lo scarso interesse al loro canale.

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