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Cari veneti, bene ogni iniziativa ma serve un progetto

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bandiera_san_marcodi FRANCESCO FALEZZA

Nel mondo indipendentista veneto assistiamo ad una moltitudine di iniziative che vanno nelle più disparate direzioni: manifestazioni culturali, spinte politiche, azioni diplomatiche, consultazioni virtuali, ricorsi legali, ecc. ecc. ma chi ha ragione? Qual è la giusta strada che libererà il nostro popolo? Andiamo a vedere ed analizzare quali sono quelle che vanno bene e quelle invece che possono essere dannose.

Iniziative culturali – Sono veramente tantissime troviamo studi storici che fanno luce sul nostro passato, convegni e conferenze, rievocazioni storiche, marce, trattati di cucina, ecc. ecc. Nonostante lo stato italiano abbia cercato in tutti i modi di sopire e cancellare la cultura veneta, questa miriade di iniziative la sta tenendo viva e rigogliosa. C’è qualcosa di sbagliato in questo? Assolutamente no, anzi ritengo indispensabili tutte queste azioni culturali, però nonostante tutto questo lavoro non sembra che la cultura, da sola, ci possa liberare.

Iniziative giuridiche – Di ricorsi alla corte di giustizia europea e nei tribunali italiani ne sono stati fatti parecchi, sia da singoli cittadini che da associazioni e movimenti, cause e citazioni in giudizio per dimostrare l’illegalità della dominazione italiana e/o per denunciare i soprusi subiti dal popolo Veneto. C’è qualcosa di sbagliato o dannoso in questi ricorsi? Assolutamente no, ma nonostante siano palesi i soprusi e le ingiustizie subite dal popolo veneto le sentenze non hanno mai reso quella giustizia che ci si aspettava.

PARTITIVENETITAVOLOIniziative politiche – In questo campo la molteplicità di liste, di partiti e movimenti è impressionante. Non penso che esista posto al mondo con tante iniziative. Alcune hanno anche prodotto movimenti di un certo spessore (almeno in passato). Lo scopo dell’iniziativa politica dovrebbe essere quello di poter effettuare quelle azioni che servono per arrivare all’indipendenza da un punto di potere e di visibilità, anziché da normali cittadini. In pratica si tratterebbe di usare pienamente tutti gli strumenti che il sistema democratico mette a disposizione per liberarsi dalla dominazione italiana anche usando le sue stesse istituzioni. C’è qualcosa di sbagliato in questo? Assolutamente no, è ovvio che le iniziative politiche fatte da un punto di potere e legittimate dal consenso popolare sono più efficaci di quelle fatte da comuni cittadini, ma, purtroppo, anche in questo caso risultati apprezzabili non se ne sono ancora visti.

Iniziative virtuali – Anche in questo settore le iniziative non si contano, il WEB abbonda di siti indipendentisti delle più svariate tipologie, da menzionare il recente referendum on-line che è riuscito a far smuovere i media mondiali. C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo? Assolutamente no, purtroppo però, dopo il gran can can iniziale tutto si è sgonfiato come un palloncino, un po’ come quando si versa il vino moscato nel bicchiere che si riempie di schiuma, ma, una volta sparita quella, ci si ritrova col bicchiere praticamente vuoto.

Iniziative diplomatiche – I contatti con l’estero sono innumerevoli, sia con altri movimenti indipendentisti e partiti europei, sia con governi che hanno ottenuto l’indipendenza da poco, sia con le comunità venete nel mondo. Tutto questo serve sia per avere una legittimazione internazionale sia per avere aiuti e/o consigli. C’è qualcosa di sbagliato in questo? Assolutamente no, anzi i contatti e gli accordi internazionali sono indispensabili, ma anche in questo settore non sono stati ottenuti risultati soddisfacenti.

Iniziative di piazza – Molti cortei, raduni, proteste e manifestazioni di piazza pacifiche e non violente sono state organizzate per sensibilizzare l’opinione pubblica su determinati temi o per esternare il dissenso o l’appoggio ad altri. C’è qualcosa di sbagliato in questo? Assolutamente no! Usare anche questi strumenti che il sistema democratico mette a disposizione alle volte può essere necessario per attirare l’attenzione su certi argomenti, ma nemmeno con questi sistemi sono stati raggiunti dei buoni risultati.

Abbiamo visto che tutte queste iniziative sono positive e vanno nella giusta direzione, ma nonostante questo nessuna ha dato i frutti desiderati… perché? Com’è possibile che nessuno di tutti questi impulsi dia quei risultati concreti adeguati alle aspettative?

venetiLa risposta la si può trovare con un esempio: se io ho mattoni, cemento, tubi, piastrelle, tegole, ecc. ecc. ho tutte cose utili e necessarie per fare una casa? Certamente sì, ma ho una casa? NO! Per fare una casa non bastano i materiali! Per averla li devo unire secondo un progetto ben preciso, altrimenti, pur avendo tutti gli elementi giusti non arriverò mai ad avere una casa. Abbiamo capito che, anche se ho tutti i materiali giusti e appropriati, in mancanza di un progetto non riesco ad avere una casa, per la stessa ragione abbiamo capito che, anche se tutte le iniziative sono giuste e appropriate, in assenza di un’adeguata strategia, sono inefficaci e continuando così non raggiungeremo mai la libertà! Questa non è un’opinione, ma sono i fatti che abbiamo sotto gli occhi che ci dimostrano tutto ciò!

Andiamo a vedere anche un altro esempio: le api sono laboriose e pacifiche, ma se molestate possono pungere in modo molto doloroso. Certamente se qualche ape punge, anche se fa male, non è un gran pericolo, se invece la api si coordinano e attaccano in sciame ecco che diventano letali e per il loro nemico non c’è scampo.

Ecco che abbiamo capito cosa manca all’azione indipendentista per farla diventare efficace: strategia e coordinamento! Chiamiamola strategia o progetto o piano d’azioni, non cambia, questo è quello che manca all’indipendentismo veneto. Poi ci vuole il coordinamento: solo se le azioni sono coordinate sono efficaci, prendiamo esempio dalle api…

Va bene, mi direte, hai scoperto l’acqua calda. Ma io rispondo perché se è una cosa tanto semplice quanto ovvia non la si è mai fatta? Cosa stiamo aspettando? È anche un modo per smascherare i nemici del popolo Veneto, chi si opporrà od ostacolerà o saboterà una cosa tanto semplice quanto indispensabile avrà gettato la maschera e sarà un nemico riconoscibile da tutti. Il piano democratico ce l’abbiamo già… coordiniamoci e attuiamolo! Non capisco dove possa essere il problema e cosa si stia aspettando.

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4 COMMENTS

  1. Tanto per proporre qualcosa di diverso…
    Ha ancora senso fare uno stato? Ne ha mai avuto? E’ così importante ottenere un riconoscimento ufficiale da parte di altri paesi? Non basta quello “ufficioso” degli scambi commerciali? Dovreste sì unirvi, ma non politicamente. Dovete, invece, creare una rete di persone armate di forconi&altro che scaccino fisicamente i rappresentanti dello stato italiano da caserme, tribunali, ecc. Dovete fare un “Quarto Stato”: una massa di persone che pacificamente – non disarmate, eh! – travolga i vari presidi dell’occupante.

    • L’affermazione “Cacciare pacificamente da un territorio le persone con le armi” la dovevo ancora sentire; me la segno nello stesso punto dove ho segnato “Mandare l’esercito in missione di pace in territorio di guerra”

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