Ha del paradossale leggere valangate di dichiarazioni a sostegno del referendum greco da parte di una miriade di indipendentisti, ma in particolare di quelli veneti. Aldilà delle banalità e della demagogia, la Grecia è un paese di parassiti, che ha vissuto alle spalle degli altri, come forse neppure la Calabria e la Sicilia, ovvero quelle regioni che dei denari dei veneti (il famoso residuo fiscale) continuano a fare strame.
Niente da fare! Pur di prendersela con nemici altri, un po’ fantasmagorici ed un po’ citati a vanvera, i secessionisti che popolano le aree più produttive della penisola italiana hanno gioito per il 61% di NO uscito dalle urne elleniche la scorsa domenica. Peggio ancora hanno cominciato, da lunedì scorso, a chiedere che anche in Italia si faccia un referendum per uscire dall’euro, avallando le corbellerie populiste di politicanti da quattro soldi (peraltro tutti nazionalisti italiani convinti), tra i quali va annoverato finanche quel “nano economico” di Renato Brunetta.
Benché contro questa Europa e la sua moneta unica, il MiglioVerde si sia sempre battuto, appellandosi a solide e rigorose teorie, non è mio interesse entrare nei dettagli economici della vicenda che ha coinvolto Tsipras, la Bce e l’Unione Europa (a tal guisa suggerisco una lettura approfondita degli articoli di Gerardo Coco, di Matteo Corsini, di Patrik Barron e altri da noi pubblicati), vorrei invece provare a suggerire agli amici veneti di smetterla di rincorrere progetti politici degni di saltimbanchi alla Salvini, per impegnare molto più del loro tempo per chiedere che venga realizzato il referendum per l’Indipendenza del Veneto (vedasi Legge 16, quella che la Consulta ha definito inaccettabile), considerato che non solo è stato votato a maggioranza da una Regione (Istituzione democraticamente eletta), ma preso atto soprattutto del fatto che paesi più civili dell’Italia, leggasi Scozia ed Inghilterra, lo hanno messo in pratica, nel pieno del rispetto di quel diritto all’autodeterminazione internazionalmente riconosciuto, di cui spesso – invece – troppi indipendentisti blaterano tanto per dire qualcosa.
Probabilmente, i veneti non hanno ancora capito una cosa: uscire dall’euro e rimanere sotto il calcagno italiano (con relativa adozione della Lira, vera barzelletta monetaria), garantirebbe loro un solo obbiettivo futuro: il fallimento, dopo lunga e dolorosa agonia! Dire, viceversa, basta Italia e provare a costruire un paese moderno e con solide basi economiche ed aperto al mondo, offrirebbe un domani tranquillo ai nostri figli ed alle future generazioni.
A volte, a fronte di certe uscite rocambolesche, vien da pensare che troppi post-leghisti e filo-leghisti veneti abbiano trasformato l’indipendentismo nella migliore scusa per continuare a vivere alle spalle degli altri, con una bella cadrega sotto le natiche.
Non è voluto entrare nel merito, evitando di entrare dei “dettagli di economia” legati a “solide teorie”, che mostrano grandi responsabilità dell’euro e dell’europa, ma si è limitato a dare del parassita alla Grecia, questo si che è “populismo” del fascismo europeo. Solo fuori dall’euro, dall’Europa e dall’Italia può esserci autodeterminazione, separarle è voler dividere per non ottenere nulla.
la domanda che faccio a tutti quelli che chiedono: “fuori dall’euro e dall’europa” è questa: ok una volta fuori dall’europa, (stile svizzera o cosa?) e fuori dall’euro, che moneta si dovrebbe adottare? e sopratutto: gestita da chi?
La moneta non può essere creata a debito e da una banca privata, ma dallo Stato e magari legata alle riserve auree. Personalmente ritengo obsoleto il sistema monetario in se, ma questo è un’altro discorso.
la moneta è creata dalle banche centrali che sono emanazioni dirette degli stati. quindi lei come soluzione alla moneta di stato, propone una moneta di stato. interessante…
ps: nessuna banca centrale è “privata” sono tutti enti pubblici controlalti e gestiti da burocrati di stato, checchè se ne dica. se poi lei pensa che la banca centrale sia privata perchè nello statuto (ad esempio della banca d’italia) figurano come soci le banche commerciali, si vada a leggere per bene due cose: cosa è un istituto di diritto pubblico, e cosa decidono i soci “privati” all’interno della banca centrale… saluti.
In questi giorni ho mio malgrado scoperto che tra gli indipendentisti la maggioranza altro non è che un remake del “popolo italiano”: masnade di statalisti ciucciasussidi e cacciacareghe… è proprio vero, qualsiasi nome abbia lo stato è ladro e i suoi adoratori degli scippatori mancati.
Uno società senza lo Stato è possibile? certo che si. ilmohicano.blogspot.it/2013/11/una-società-senza-lo-stato.html