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Caro buttafuoco, per oneto il problema era uno solo: l’italia!

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di GIANLUCA MARCHI

In una recente intervista concessa alla Gazzetta del Mezzogiorno (ARTICOLO-BUTTAFUOCO), il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, conoscitore e studioso della Destra e a destra anche orientato, rispondendo alla domanda se la Lega sia ormai il partito nazionale  auspicato da Salvini o se al suo interno sopravvivano, o anzi comandino echi dell’evo bossiano, risponde testualmente: “Se la Lega fosse quella di Gianfranco Miglio, di Gilberto Oneto, di Terra Insubre e dei giovani animatori de Il Talebano, per me andrebbe benissimo. Perché tutta questa infilata di immagini è l’esatto antidoto al vero rischio che corre una destra sovranista, populista e qualunquista: diventare il bar sport”.

A me, in qualità di presidente dell’Associazione Gilberto Oneto, tocca precisare in ordine alle idee e alle posizioni del personaggio a cui è dedicato il nostro lavoro prettamente culturale e in parte prepolitico. Nell’immaginario di Buttafuoco, inserire Oneto in quella “carrellata di immagini”, ma mi arrogo il diritto di dire anche Gianfranco Miglio, significa associarli automaticamente  a una destra storica in antitesi alla destra populista incarnata da Salvini.

A mio parere inserire la figura di Oneto  in questo quadro  buttafuochiano,  che il giornalista avrebbe voluto essere vincente, significa collocarlo in una posizione politica storicamente sostenitrice della Repubblica Italiana. Ora, questa idea può anche essere indotta dal fatto che le posizioni di provenienza  di Oneto nel periodo precedente alla Lega fossero di destra, ma allo stesso tempo tradisce una sottovalutazione dell’evoluzione che hanno avuto nel tempo le idee e le convinzioni assunte da Gilberto Oneto

Senza stare a ripercorrere la storia di Oneto all’interno della Lega Nord fino alla sua fuoriuscita, basta anche una rapida lettura degli articoli pubblicati da Oneto  su diversi quotidiani nazionali diciamo negli ultimi cinque prima della sua scomparsa o più ancora degli editoriali diffusi dalle testate online L’Indipendenza e MiglioVerde, delle quali è stato cofondatore, per giungere a una semplice conclusione. Gilberto Oneto era da tempo pervenuto alla convinzione che il vero problema delle regioni del Nord, della Padania, fosse uno solo: l’Italia intesa come lo stato italico e quindi la Repubblica italiana. Nemmeno più il federalismo  sarebbe stato in grado di salvare e quindi di tenere insieme la “baracca” italica.

Una posizione indipendentista di questo genere è difficilmente associabile alla destra italiana, è invece una collocazione politica assolutamente autonoma che, a prescindere dalle sensibilità destrorse o sinistrorse di coloro che l’hanno maturata e condivisa nel tempo, è fondata sulla convinzione che il futuro delle comunità territoriali padane dipenda dalla fuoriuscita dallo stato italiano , e quindi sostanzialmente dalla disgregazione della Repubblica italiana così come l’abbiamo conosciuta.

Questa  è un’idea politica per così dire trasversale, capace di mettere insieme persone di sensibilità diversa, con l’obiettivo di rompere le catene che legano le comunità padane allo stato Italia. Questo  era anche il progetto politico originario della Lega che via via è stato prima silenziato e poi abbandonato. E questa è anche uno dei motivi per cui Oneto da diversi anni era fuoriusciuto dal movimento, dove per la base storica leghista ha rappresentato e ha continuato a rappresenta una figura e un punto di riferimento imprescindibili.

*Presidente dell’Associazione Gilberto Oneto

Direttore de Il MiglioVerde

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3 COMMENTS

  1. Essere di destra non vuol dire essere unitari, vuol dire amare (fra le tante cose) il proprio popolo, il proprio territorio, la propria cultura….. e all’interno dei confini dello stato italiano esistono popoli, territori, culture…. molto diverse fra loro, e Buttafuoco questo lo sa, e credo che lo sappia bene anche Salvini, che fa l’unitario…fino a quando?

  2. Perfetta analisi. Anche se credo che Buttafuoco sia in perfetta buona fede. Solo, rimane difficile pensare ad un numero di intellettuali decisamente a favore dello Stato nazionale, e allora, come per i libertari, la loro ideologia viene assimilata a posizioni più “tradizionali” e per certi aspetti “meno inquietanti”. Saluti cari.

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