di PAOLO L. BERNARDINI
Il mondo si divide
Tra chi vive, e tra chi scrive
E tu sei vissuto davvero
E sei morto
Per la libertà.
Questo mondo, Doddore
E’ un mondo di dolore
E’ un fiume di degrado
Senza un ponte, senza un guado
Il mondo che hai lasciato
Sognando libertà.
Te ne vai come Bobby
E noi che prendiamo
Sempre il pane dalle mani
Dei nostri carcerieri
Né ieri davvero vivemmo
E neanche, così, vivremo
Domani.
Ma “dulce et decus est
Pro patria mori”
E allora Doddore
Tra dolcezza e decoro
Tu muori nell’Onore.
E dai noi ti salga un coro
Di pianto, d’addio, dal cuore…
Si volga il malo vento
In dolce brezza
E ti giunga, dai vivi
Una carezza, e ci sia di monito
Davvero, e ci ridia la tua morte, risentita
Un’ombra pallida, almeno, di vita.
Ci dica speriamo soltanto
Che la battaglia non è finita
E che andremo avanti
Con ferma ragione, col cuore
Sincero
Col sogno che ci tiene per mano:
“Saremo liberi, un giorno, davvero!”
Ancor vivi ed allora, amico,
Vedrai…
Non sarai morto invano.
Grazie Doddore, grazie Paolo per questi versi ispirati,-andiamo avanti col sogno che ci tiene per mano:”Saremo liberi un giorno davvero!”Ancor vivi ed allor amico vedrai….non sarai morto invano.-