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Catalogna: bloccata anche la consultazione alternativa. ma il governo catalano va avanti

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di GIANMARCO LUCCHI

Artur MasLa Corte Costituzionale (TC)  spagnola ha ammesso all’unanimità il ricorso del governo di Madrid contro la consultazione alternativa del 9N. La decisione comporta che il governo catalano deve cessare ogni attività volta a portare a realizzare il processo partecipativo lanciato dopo che la stessa Corte aveva sospeso la consultazione ufficiale. Nella loro ordinanza i giudici hanno invece evitato di lanciare un avvertimento al presidente catalano Artur Mas sui rischi che corre procedendo su quella strada. L’avvertimento a Mas era stato sollecitato dal governo centrale, che nel ricorso ai giudici supremi aveva fatto riferimento all’articolo 87.1 della Costituzione. Questo articolo stabilisce che “tutte le autorità pubbliche siano tenute a rispettare ciò che stabilisce la Corte Costituzionale.”
I giudici si sono limitati ad ammettere l’impugnazione perché “rispetta le condizioni procedurali di ricevibilità”,  il che significa la sospensione automatica dei preparativi per il processo partecipativo e le azioni per rendere possibile la consultazione alternativa. Così sono esplicitamente sospese “tutte le altre azioni di preparazione di questa consultazione”, vale a dire l’installazione delle urne e qualsiasi atto di propaganda e anche il sito participa2014.cat web, di proprietà del governo catalano.
Una volta che ha emesso la decisione,la Corte si impegna a trasmettere la domanda e la documentazione  al governo della Catalogna, attraverso il suo presidente. Barcellona avrà venti giorni di tempo per controbattere al provvedimento, ma la sospensione è automatica.
La Corte Costituzionale ha precisato l’ammissione del ricorso e la sospensione della consultazione alternativa non costituiscono un preannuncio sostanziale della sentenza di merito.
Il Governo di Madrid, nel suo ricorso, ha sostenuto che la consultazione alternativa altro non sarebbe che un referendum sotto copertura sul quale la comunità autonoma della Catalogna non ha competenza. La Corte tuttavia nella sua risoluzione non dice nulla su questo punto. Aver dichiarato ricevibile il ricorso e disposto la sospensione delle attività preparatorie del 9N non significa essere d’accordo con la posizione del governo centrale. La TC ha ammesso il ricorso perché ha i requisiti formali.
La Costituzione ora ha cinque mesi di tempo per pronunciarsi sul merito. Tuttavia, se dopo quel momento non sarà in grado di emettere la sentenza, potrà prolungare il periodo di sospensione.

Il governo catalano però intende andare avanti. Dopo aver appreso la decisione della Corte Costituzionale (CC) sulla consultazione alternativa del 9N, Mas ha deciso una sorta di resistenza passiva mantenendo  il processo partecipativo previsto, dal momento che tutto è pronto perché i catalani votino domenica prossima, ma ha anche deciso di avviare una causa contro l’esecutivo centrale per violazione dei diritti fondamentali come la libertà di espressione e di partecipazione a una manifestazione pubblica organizzata attraverso personale volontario. Inoltre il governo catalano ha deciso di convocare una riunione del Patto nazionale per il Diritto di Scelta,  con l’obiettivo di rendere pan per focaccia alla sospensione e consentire ai catalani di esprimersi.
In una conferenza stampa immediatamente convocata il ministro e portavoce Francesc Homs ha detto che l’esecutivo catalano non mancherà di tenere il processo partecipativo come previsto, perché “tutto è pronto per la 9N” e si vuole garantire la “libertà di espressione”. Homs ha confermato che il governo non si fermerà mai, così come non saranno bloccati la campagna istituzionale e il sito participa2014.cat “, con tutte le conseguenze che ciò comporterà.

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