Anche se in Italia l’argomento è stato completamente dimenticato – dopo il referendum dello scorso 11 novembre -, l’indipendentismo catalano non solo cova sotto la cenere, ma fa sentire la sua voce con forza.
Il Segretario degli Affari Esteri e dell’Unione europea per il governo catalano, Roger Albinyana, ha detto al quotidiano scozzese “The Scotsman” che il governo catalano dichiarerà unilateralmente l’indipendenza dopo le elezioni del 27 settembre prossimo, se il suo pari grado spagnolo si rifiuta di aprire un tavolo di negoziazione sul tema della secessione. Albinyana ha spiega che il suo governo preferisce una transizione negoziata e graduale con la Spagna, all’insegna del buon senso e del buon rapporto reciproco, ma non esclude nulla se l’indipendenza uscirà vincente dalle urne l’autunno prossimo.
Albinyana ha anche chiarito che se la Spagna non accettasse il negoziato invierebbe al mondo intero un messaggio molto negativo. Mentre il governo catalano, dal suo, avrà il dovere morale di adempiere con il mandato che gli elettori decideranno di dargli e che scaturirà da un eventuale risultato positivo dalle urne.
Albinyana ha spiegato la strategia catalana alla presenta di esponenti scozzesi, baschi e fiamminghi presenti al Parlamento europeo. Alinyana ha mostrato tutte le sue perplessità nel notare le difficoltà che il governo catalano ha, in ambito internazionale, a spiegare le sue ragioni, a differenza di quanto accade invece in Quebe, dove il Canada ha preso atto della volontà politica della comunità francofona di secedere dal Canada stesso. Tutto questo, benché la delegazione catalana al parlamento europeo sia presente sin dal lontano 1896.
Il ministro degli Esteri catalano, infine, ha parlato anche di iniziative del governo in campo diplomatico, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla scelta che i catalani si appresteranno a fare nel settembre del 2015.