Domani è il giorno della Diada, che da anni è rappresentata con una spettacolare manifestazione pacifica per le strade della Catalogna. La Diada ricorda ai catalani di oggi che tre secoli fa i catalani erano indipendenti. La Diada di domani, 11 settembre, ricorderà ai catalani di oggi che possono tornare ad esserlo domani.
In democrazia è questione di voti e maggioranze. Voti e maggioranze che il fronte centralista, capeggiato da Mariano Rajoy, ripudia, ma a cui – giustamente – gli indipendentisti si appellano. Il leader di Esquerra Republicana, Oriol Junqueras ha dichiarato: “Noi preferiamo un referendum come in Scozia, sarebbe stato più chiaro, ma il 9 novembre dello scorso anno lo volevamo fare e lo Stato lo ha dichiarato illegale. Ora, non ci resta altro che utilizzare la nostra legge elettorale per far decidere i catalani”. Il riferimento è dunque al 27 settembre, al voto per la Generalitat, per la quale “Junts pel sì” (costituita da Cdc (Convergencia Démocratica de Catalunya), Erc (Esquerra Republicana) e dai Démocrates de Catalunya y Moviment d’Esquerres, puntano alla maggioranza assoluta, 68 seggi, così da dichiarare unilateralmente l’indipendenza ed avviare un biennio di riforme costituzionali per dare una cornice alle istituzioni della futura Catalogna indipendente.
A Madrid, però, non hanno dubbi e sostengono che Artur Mas, ed i suoi alleati, si stanno allargando troppo. Mariano Rajoy si è rivolto all’Avvocatura statale per ostacolare qualsiasi mossa secessionista e ha più volte dichiarato che non ci sarà nessuna secessione. Il governo madrileno, inoltre, si appella ad un articolo della costituzione che consentirebbe di sospendere l’autonomia in caso di gravi violazioni, una misura estrema che potrebbe esacerbare gli animi. Il Partito Popolare, da par sua, ha proposto una riforma per sanzionare chi non dovesse obbedire alle sentenze del tribunale costituzionale. Destinatario esplicito: il governo catalano.
I prossimi 17 giorni saranno certamente da seguire, puntando la lente sia su Barcellona che su Madrid. Ma domani andrà in scena la Diada (alla quale saranno presenti anche alcuni esponenti dell’indipendentismo nostrano), per ricordare che fino al 1714, durante la guerra di Successione spagnola, Barcellona dovette arrendersi alle milizie di Filippo V di Borbone dopo 14 mesi di assedio.